Morante, Laura - Assolo

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Ecco un film di cui non so che dire, che scrivere.
Mi ci ha spinto la grazia e la gradevolezza (la considero, da 25 anni, una delle donne piu' belle del mondo) della Morante.
Ma non so che dirne.
Forse sui temi/questioni che son al centro di questo film mi ha viziato la lunga frequentazione dei films del vecchio Woody quando era in forma.
Non riesco a farmene un parere.
Ma forse gli altri forumisti si, e lo faranno loro.
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Trama: una bella signora vive la propria vita tra fragilità e insicurezze ed ex mariti (con nuove compagne) che frequenta amichevolmente(ma ti pare?), e figli.
E non sa come uscirne.
Tra drammi suoi (vissuti con qualche leggerezza)e quelli delle sue amiche.
Ecco tutto.

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La recensione di BadTaste

Al suo secondo film da regista Laura Morante continua a lavorare su canovacci e svolgimenti in stile francese, commedie garbate e d’ambientazione alto borghese (per quanto il lavoro della protagonista non lasci suggerire un guadagno a livello), dai meccanismi precisi e dalla sceneggiatura impeccabile. Ancora una volta non ci sono ambizioni stratosferiche, cosa che nel panorama italiano è più che unica, ma la voglia di realizzare una commedia scorrevole. Impossibile quindi non partire con della stima.

Assolo purtroppo però non tiene per tutta la sua durata la medesima tensione da commedia, scioglie i suoi intrecci troppo presto ed indugia eccessivamente prima di finire con la più fiacca delle chiuse.

La storia di una donna rimasta sola (due mariti ormai ex e due figli indipendenti) che cerca equilibrio nella sua vita tramite la psicanalisi (anche questo un tema che torna da Ciliegine), sembra inizialmente creare un terreno favorevole alle idee della stessa Laura Morante che ha scritto il film sempre con Daniele Costantini (di supporto anche per la fase di regia). Il personaggio continua ad essere più o meno una variazione sull’inadeguata che l’attrice spesso si trova ad interpretare, quella che il cinema italiano negli anni ha cucito sul suo fisico, una donna piacente ma insicura, vittima di tutte le principali fobie indotte da primo mondo. Eppure di nuovo dopo Ciliegine sembra che nei suoi film lei sia l’unica a saper dare dignità a questo carattere.

In particolare Assolo vive in una prima parte attraverso un sorprendente moltiplicarsi di scene e scenari e comprimari. Tra sogni, realtà, proiezioni mentali e un’infinità di attori che si affiancano alla protagonista, il film sembra avere l’ambizione di seguire una vita in tutte le sue attività quotidiane trovando sempre ambienti e svolgimenti non banali eppur ordinari. Anche i flashback sul passato sembrano ogni volta originali per costume, messa in scena e fotografia. C’è in questo film decisamente molta più vitalità e voglia idee visive di quanta non ne vediamo nel 90% dei nostri film, basterebbe anche solo il ricordo delle sigarette da comprare su commissione della panettiera, con il suo cappotto assurdo e il vento iperbolico a fare da esempio.
L’impressione è che davvero, mantenendo fede al tono leggero e un po’ teatrale della commedia per come la vede Laura Morante, Assolo riesca a trasfigurare tutti i momenti più quotidiani nella finzione del cinema, risultando a tratti di una sincerità disarmante, di certo più che nell’idealizzato finale massacrato dalla tromba composta da Nicola Piovani.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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spoiler personale sul finale

In gran parte mi sono ritrovata nella protagonista (soprattutto per la patente, a 40 anni compiuti manca anche a me :W) però me lo aspettavo più frizzante, a tratti è troppo lento e rischia di annoiare un po'.
Pur essendo molto vero il suo messaggio di fondo: la perfezione non esiste e quindi non bisognerebbe cercarla!

Il finale come l'hai interpretato? Era sempre un sogno oppure la realtà?
La mia parte tendente al pessimismo mi dice che stava ancora sognando... (sarà che ultimamente non propendo più per il lieto fine, lo trovo banale e scontato).
 
Ultima modifica:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
il film inizia col botto, citando Fellini e Bunuel poi si perde nella noia di una commedia che vorrebbe essere intelligente ed invece è solo supponente ed autoreferenziale. Laura Morante nei panni della sfigata proprio non ci sta, è bella, intelligente, brillante. A meno che l'intento non fosse terapeutico per lei e soporifero per chi la guarda.
 
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