Mann, Thomas - Tonio Kröger

Minerva6

Monkey *MOD*
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Appena l'ho iniziato a leggere mi è subito venuto in mente il paragone col Torless di Musil che però è successivo di 3 anni (1906), ma in seguito la vicenda si evolve ed il protagonista cresce quindi non è più possibile ritrovarci delle somiglianze.
E' stupenda la parte con Lisaveta, mi ha ricordato tanto i miei amati romanzi russi.
Anche se Mann non è di certo inferiore a loro (ho amato molto i suoi due principali romanzi), credo che sia un po' più descrittivo che riflessivo, anche se qui ho trovato molte parti che mi hanno colpita e altre con le quali mi ci sono identificata.
Dopo Tristano, questo è stato un altro splendido racconto che consiglio vivamente a chi ha letto solo La morte a Venezia e magari non è rimasto così colpito come me :boh:.

- Chi più ama è il soccombente e deve soffrire: questa lezione semplice ma dura, la sua anima quattordicenne l'aveva già ricevuta dalla vita
La felicità infatti, lui si diceva, non è l'essere amati; questa è una soddisfazione della vanità, mista a disgusto. La felicità è amare e forse ghermire piccoli illusori approcci all'oggetto amato. E s'annotò nell'intimo questo pensiero, maturandolo radicalmente e percependolo fino in fondo.

- Poi, con il tormento e l'alterigia della conoscenza, venne la solitudine, perché non poteva vedersi nella cerchia degli ingenui dallo spirito lietamente astruso, e il marchio alla sua fronte li turbava. Ma sempre più si andava mitigando in lui anche la gioia alla parola e alla forma, in quanto usava dire (e l'aveva pure scritto) che la sol conoscenza dell'anima renderebbe senza fallo tetri, se non ci fossero a tenerci pronti e desti i piaceri dell'espressione.

- Essere come te! Ricominciare daccapo, crescere simile a te, leale, allegro e semplice, secondo norma e regola, d'accordo con Dio e il mondo, essere amato da innocenti e felici, prendere in moglie te, Ingeborg Holm, e avere un figlio come te, Hans Hansen... e libero dalla maledizione della conoscenza e del tormento creativo, vivere, amare e lodare in beata mediocrità!... Ricominciare un'altra volta? Ma non servirebbe a niente. Sarebbe di nuovo tutto così... tutto avverrebbe di nuovo come è avvenuto. In quanto certuni son costretti a smarrirsi, perché una via giusta per essi non esiste affatto.

- Io sto tra due mondi, in nessuno sono di casa, e per tale motivo mi trovo un po' in difficoltà. Voi artisti mi chiamate borghese, e i borghesi son tentati d'arrestarmi... non so quale delle due cose mi mortifichi più amaramente. I borghesi sono stupidi; voi adoratori della bellezza, invece, voi che mi chiamate flemmatico e senza ambizioni, dovreste pensare che esiste una vocazione artistica così profonda, dall'inizio e per destino, da non trovare ambizione più dolce e più delicata di quella per le delizie della mediocrità.

- Li ammiro io i tipi orgogliosi e freddi che vanno in cerca d'avventure sul sentiero della bellezza grande e demoniaca e disprezzano l'uomo... ma non li invidio. In quanto se c'è un che, in grado di fare d'un letterato un poeta, quello è il mio amore borghese verso le cose umane, viventi e mediocri. Tutto il calore, tutta la bontà, tutto il brio vengono da quell'amore, e son quasi convinto sia lo stesso di cui sta scritto che può parlare con lingua umana e angelica, senza però essere solo un bronzo sonante o un campanello trillante.
 

Spilla

Well-known member
L'ho letto, ma onestamente non ricordo nulla.
Lo metto nella pigna delle cose da riprendere :?
:wink:
 
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