Cahill, Mike - I origins -

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Un film che lavora su uno dei più grandi cliché della storia dell’arte (gli occhi come specchio dell’anima) e su una delle domande esistenziali per eccellenza (esiste una vita dopo la morte?).

Benchè lo scivolamento nel banale fosse dietro l'angolo, questo film è deliziosamente originale. Racconta la storia di un giovane scienziato che proprio attraverso lo studio analitico dell’occhio vuole porre fine alla diatriba tra evoluzionisti e credenti.

Non c'è anima dentro gli occhi, solo dati e numeri per catalogare uomini e bestie.

Se da una parte (da quella professionale) riuscirà a dimostrare l’infallibilità della teoria dell’evoluzione, dall'altra (quella del suo lato più privato e intimistico) gli arriverranno chiari messaggi di un destino ultra terreno.
Cercherà di uccidere il pensiero di Dio, ma si troverà a fare i conti proprio con l’insondabile possibilità che qualcosa ci sia.

Durante uno dei suoi esperimenti darà la vista ad alcuni invertebrati che ne sono normalmente privi, i quali finalmente potranno vedere quella luce sconosciuta che metaforicamente è quella che lo stesso scienziato non riesce a vedere perchè cieco alla fede.

Un film di fantascienza che affronta il dubbio dei dubbi partendo da situazioni semplici, per farsi via via sempre più profondo e quasi abbagliante nella sua speranza di una luce oltre il dato sensibile.
E’ anche, e forse soprattutto una storia d’amore, malinconica, quasi penosa nel suo voler essere eterna, come tutte le storie d’amore perfette che si scontrano contro l’imperfezione della vita umana.

Che per davvero esista qualcosa di infinito?

Consigliatissimo.
 
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