Meri
Viôt di viodi
Guido, milanese, professore di lettere in un liceo di Napoli, affabile e simpatico, quanto prevedibile e monotono, è stato lasciato dalla sua fidanzata napoletana che gli ha preferito un maschio alfa aitante, avventuroso e straniero, ma del nord d'Europa. Guido, quindi, rimane solo a fronteggiare la crisi, malamente sostenuto dall'amicizia tenue e non-sense di un suo ex alunno, diventato professore di ginnastica (esemplificazione plastica del suo fallimento professionale). Una sera Guido apre la porta alla nuova vicina che bussa per un po' di zucchero. È bella, giovane, disponibile, tifosa, sensibile... insomma perfetta, la donna ideale. Il suo nome è Silvia. Gli studi letterari non gli vengono in soccorso e Guido non riconosce una Silvia del tutto ideale. Scoppia l'amore e accade che dalle stanze segrete di un amore perfetto, la coppia si riversi per le strade di una Napoli iper-realistica, città abituata a creder possibile l'impossibile, ma pazzo un uomo che parla da solo al tavolo per due di una pizzeria del posto. Il suo unico amico, l'ex studente con la tuta da ginnastica, lo scopre e allerta i genitori (Ornella Vanoni e Bruno Pozzetto) che da Milano vanno in missione per stanare il figlio e la sua ossessione.
La storia parte molto bene, Pozzetto e la Vanoni sono un tocco di classe, ma è sul finale che il film perde tono.
La storia parte molto bene, Pozzetto e la Vanoni sono un tocco di classe, ma è sul finale che il film perde tono.