bouvard
Well-known member
Selma Lagerlof – Premio Nobel 1909 “Per l'elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere” (Motivazione del Premio Nobel).
Nel 1891 Selma Lagerlof, perfetta sconosciuta, pubblicò La leggenda di Gosta Berling divenendo subito famosa, tanto da vincere diciotto anni dopo, prima donna, il Premio Nobel. Qualcuno leggendo i suoi libri potrebbe forse storcere il naso per il Nobel, obiettando che scrittori ben più “profondi” e complessi di lei il Nobel non lo hanno mai vinto. E’ vero la Lagerlof non è scrittrice complessa nella scrittura e nelle analisi, non è scrittrice psicologicamente aggrovigliata o combattuta, non è scrittrice da grandi drammi interiori, o da profonde riflessioni psicologiche. E’ invece una scrittrice dalla fantasia irrefrenabile, infinita. Aprire questo libro vuol dire ritrovarsi improvvisamente nelle terre di Svezia, davanti ad un camino mentre imperversa una bufera e sentire raccontare storie magiche, di diavoli, fate e strani Cavalieri. Vuol dire ritrovarsi in un tempo in cui succedevano ed erano considerate normali cose che ora sono considerate impossibili: chi ormai stringe più patti di sangue con il diavolo? Chi sa ormai godersi la vita come una volta facevano i Cavalieri di Ekebu? Io adoro favole, leggende, e racconti popolari, perciò ho semplicemente adorato questo libro di così rara liricità, e dalle descrizioni tanto sublimi. La scrittura all’inizio mi era sembrata superata per alcune sue forme arcaiche, ma alla fine ho apprezzato anche quella. Consigliato a chi è rimasto un po’ bambino dentro.
Nel 1891 Selma Lagerlof, perfetta sconosciuta, pubblicò La leggenda di Gosta Berling divenendo subito famosa, tanto da vincere diciotto anni dopo, prima donna, il Premio Nobel. Qualcuno leggendo i suoi libri potrebbe forse storcere il naso per il Nobel, obiettando che scrittori ben più “profondi” e complessi di lei il Nobel non lo hanno mai vinto. E’ vero la Lagerlof non è scrittrice complessa nella scrittura e nelle analisi, non è scrittrice psicologicamente aggrovigliata o combattuta, non è scrittrice da grandi drammi interiori, o da profonde riflessioni psicologiche. E’ invece una scrittrice dalla fantasia irrefrenabile, infinita. Aprire questo libro vuol dire ritrovarsi improvvisamente nelle terre di Svezia, davanti ad un camino mentre imperversa una bufera e sentire raccontare storie magiche, di diavoli, fate e strani Cavalieri. Vuol dire ritrovarsi in un tempo in cui succedevano ed erano considerate normali cose che ora sono considerate impossibili: chi ormai stringe più patti di sangue con il diavolo? Chi sa ormai godersi la vita come una volta facevano i Cavalieri di Ekebu? Io adoro favole, leggende, e racconti popolari, perciò ho semplicemente adorato questo libro di così rara liricità, e dalle descrizioni tanto sublimi. La scrittura all’inizio mi era sembrata superata per alcune sue forme arcaiche, ma alla fine ho apprezzato anche quella. Consigliato a chi è rimasto un po’ bambino dentro.