Fuentes, Carlos - Gli anni con Laura Diaz

alessandra

Lunatic Mod
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Il giovane Santiago, giunto a Detroit per un reportage fotografico, osservando i murales di Diego Rivera, scorge la figura della sua bisnonna, Laura Diaz. Da questo momento, il libro ripercorre la storia di Laura, sullo sfondo della storia del Messico, in un susseguirsi di narrazione di eventi privati riguardanti Laura e la sua famiglia, lunghi dialoghi o monologhi a sfondo storico-politico, sensibili digressioni psicologiche, approfondimenti storici.
C'è il nonno di Laura che, da giovane, giunge in Messico dalla Germania e diventa un latifondista. C'è la nonna, perennemente innamorata di un bandito che a suo tempo le tranciò le dita per rubarle l'anello. Ci sono le zie "zitelle", una pianista e l'altra poetessa, totalmente assorbite dai loro sogni di gratificazioni e successo. C'è Maria de la O, la zia (in parte) acquisita, figlia di una prostituta e "adottata" dalla famiglia. E ci sono i genitori di Laura, persone coraggiose e lavoratrici, di buon cuore. La prima parte sembra un po' il classico romanzo sudamericano stile realismo magico; in realtà il libro non è così.
La vita di Laura - personaggio, a mio parere, non profondamente delineato (se non alla fine), ma che sembra rappresentare quasi un pretesto per approfondire la Storia cercando di vederla con gli occhi di una donna allora non ammessa a partecipare attivamente alla vita politica e, tuttavia, tenace, moderna e ribelle - dal momento in cui la famiglia, compreso il fratello Santiago, si trasferirà in una cittadina e poi lei, una volta sposata, a Città del Messico, sarà un susseguirsi di tribolazioni: matrimonio, figli problematici, amori più o meno misteriosi o passionali, separazioni, vita mondana o meno, morti, il tutto raccontato non dico con distacco, ma nemmeno con il pathos, la malinconia quasi rassegnata che in genere contraddistingue i romanzi sudamericani. Parallelamente, la storia della rivoluzione messicana, poi, decenni dopo, degli echi del nazismo, dello stalinismo, della guerra in Spagna e infine del maccartismo viene narrata con analisi approfondite attraverso le voci dei vari personaggi, ciascuno con la propria ideologia, e l'analisi dei pensieri della stessa Laura.
Fuentes scrive benissimo e il romanzo, credo ispirato a vicende reali della famiglia dell'autore, è decisamente bello, denso, parecchio istruttivo e di ampio respiro, seppure assai impegnativo e, forse, un po' pretenzioso. La Laura Diaz che ho preferito è quella dell'ultima parte, la fotografa decisa e matura, consapevole dei propri errori e sempre partecipe di tutto nella gioia e nei suoi molteplici e grandi dolori, ma più serena e altruista. Il finale è ad effetto, cosa che non mi aspettavo in un libro come questo.
Memorabili le pagine in cui viene raccontata l'amicizia di Laura con Frida Kahlo e Diego Rivera, entrambi rappresentati come due grandi e contraddittorie personalità, così come probabilmente erano.
 
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