Bendia, Miriam - Diario di una Maiko

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Quarta di copertina:
Sotyri. è una maiko, una ragazza di diciotto anni che apprende l'Arte della geisha. All'età di soli quindici anni, è stata accettata in una okiya di Kyoto: sono così chiamate le boarding house che addestrano e ospitano le giovani maiko. Sotyri persegue l'arte (gei) come vita: se per una geisha il gei è vita, allora è anche vero che la sua vita deve diventare arte. Levigare la propria esistenza in un'opera d'arte, per quanto possa sembrare un'ambizione elevata agli occhi degli stranieri, è l'idea che sottende alla disciplina di una vera geiko. E nulla lei vuole con più convinzione: desidera divenire l'incarnazione vivente dell'Iki.

Mah... che dire... a dispetto della bella quarta di copertina, tra tutti i libri a tema Geisha che ho letto, questo è quello che mi ha convinto meno.
In realtà parte bene, come un diario appunto... ma un diario dovrebbe essere solo qualcosa di personale, dove si raccolgono i propri pensieri e le proprie sensazioni... qui, invece, oltre a pensieri e sensazioni troviamo lunghe digressioni sulle danze tradizionali e sul teatro di Kyoto degne della migliore guida turistica! Per carità, sono molto interessanti e dettagliate, ma quale ragazza le annoterebbe nel proprio diario? Un diario dovrebbe dare l'impressione di essere stato scritto per se stessi almeno in origine, ma questo dà l'impressione di essere stato scritto per il pubblico!
Tutto questo parlare delle tradizioni di danza e teatro, poi, toglie spazio al sistema interno delle Geishe, alla vita vera che esse conducono. Il libro ne parla, anche quando racconta le cerimonie ufficiali o quando descrive i kimono, ma l'impressione è sempre di rimanere in superficie! Il problema di fondo è che se io avessi voluto leggere una guida formale alle geishe e alle attività di Kyoto avrei cercato altro! Il titolo "Diario di una Maiko" e la sinossi mi hanno fatto pensare a qualcosa di molto più intenso, molto più personale... è questo l'equivoco che questo libro mi ha creato!
Comunque, ci sono anche dei pregi. Proprio queste dissertazioni artistiche sono molto interessanti se ci si vuole soffermare sull'aspetto meramente sociale e culturale del giappone e dei Kariukai. Poi il libro fornisce una panoramica su come sia cambiato il rigido sistema dei quartieri di Geishe rispetto al passato, giacchè è ambientato nei giorni nostri, dal 2005 al 2007. Vengono, infine, chiariti alcuni dubbi importanti che da sempre gettano ombre sul mondo del fiore e del salice (vedi, ad esempio, l'equivoco del misuage). In definitiva, utile, accettabile, carino ma nulla di più.
Voto: 3/5
 
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