Pasolini, Pier Paolo - Il sogno di una cosa

Scrittore eminentemente autobiografico, non si limita a rappresentare gli stadi evolutivi dei suoi personaggi attraverso le istituzioni didattiche, ma illumina anche le tappe della propria formazione culturale vivendo in una sola ossessione pedagogia, eros, letteratura.

Romanzo ambientato nelle montagne friulane...totalmente diverso come ambientazione da quelli ambientati nella città come "Una Vita Violenta", anche se i protagonisti, adolescenti che stanno per scoprire il doloroso mondo esistono in entrambi i romanzi il modo che hanno di porsi è totalmente diverso, le ideologie sono diverse, la crescita è diversa, la delusione che la giovinezza è una parte della vita che appena ti accorgi la stai vivendo è già finita.

In una parola: doloroso.
 

Lilith

The Rocker Member
Pasolini mi intriga moltissimo, non ho mai letto nulla....
Dè, dici che questo è buono per cominicare?
cosa mi dici in riferimento allo stile? è molto pesante? ricordo di aver sentito che, tra le espressioni dialettali e la moltitudine dei personaggi, i romanzi di Pasolini in generale sono un pò complessi..
 
Lilith ha scritto:
Pasolini mi intriga moltissimo, non ho mai letto nulla....
Dè, dici che questo è buono per cominicare?
cosa mi dici in riferimento allo stile? è molto pesante? ricordo di aver sentito che, tra le espressioni dialettali e la moltitudine dei personaggi, i romanzi di Pasolini in generale sono un pò complessi..

Non è per niente vero, lo stile è lineare e cristallino; Pasolini non è per niente pesante, ti fa pensare molto e poi è molto moderno. "Il sogno di una è un ottimo inizio poi ti consiglio, "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta."

Poi il dialetto si capisce abbastanza, devi solo conopscere un pò di romanesco e poi non è in tutti i romanzi....
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
grande scrittore, grande pensatore. lo preferisco nelle poesie e negli articoli ma anche i suoi romanzi sono da leggere
 

lillo

Remember
Pasolini è stato uomo di cultura a 360° gradi; oltre che scrittore e poeta è stato anche un grande regista, vedi il film accattone, secondo me uno dei suoi film più belli, sospeso tra neorealismo e film sociale. I suoi scritti politici e sociali sono stati importanti nella formazione di un'opinione alternativa a quella in voga negli anni 60 e 70. Basti pensare a cosa disse riguardo alla differenza che esisteva tra i poliziotti (celerini), figli di un proletariato del meridione e gli studenti, figli della borghesia, che protestvano per le strade a quei tempi, determinando una forte critica da parte di molti, ma che costituì un punto di forte riflessione politica (almeno per me). Mi trovo daccordo con Decio, i suoi libri non sono assolutamente difficili, io personalmente consiglierei come inizio una vita violenta o rgazzi di vita, il romanesco non è un vero dialetto, ma piuttosto una distorsione della lingua italiana. Completamente diverso è il libro la divina mimesis, pubblicato postumo dall'Einaudi alla fine deglia anni 70, libro non molto conosciuto.
La sua grandezza lo colloca, per me, tra i pochi grandi intellettuali italiani del 900. La sua fine violenta mi colpì particolarmente, soprattutto perchè ebbi la percezione di perdere un grande maestro di pensiero.
 
lillo ha scritto:
Basti pensare a cosa disse riguardo alla differenza che esisteva tra i poliziotti (celerini), figli di un proletariato del meridione e gli studenti, figli della borghesia, che protestvano per le strade a quei tempi, determinando una forte critica da parte di molti, ma che costituì un punto di forte riflessione politica (almeno per me). Mi trovo daccordo con Decio, i suoi libri non sono assolutamente difficili, io personalmente consiglierei come inizio una vita violenta o rgazzi di vita, il romanesco non è un vero dialetto, ma piuttosto una distorsione della lingua italiana. Completamente diverso è il libro la divina mimesis, pubblicato postumo dall'Einaudi alla fine deglia anni 70, libro non molto conosciuto.
La sua grandezza lo colloca, per me, tra i pochi grandi intellettuali italiani del 900. La sua fine violenta mi colpì particolarmente, soprattutto perchè ebbi la percezione di perdere un grande maestro di pensiero.

Quoto in tutto e ti ringrazio, per il romanesco non posso astenermi dal fare commenti, poichè sono nato e cresciuto un poco più in giù, quindi non è che lo capisca immaginati pensare ad una variante dell'italiano, il concetto dei poliziotti figli della periferia è bellissimo, io l'ho usato recentemente in un articolo contro gli hooligans
 

elena

aunt member
Un grande intellettuale fuori dagli stereotipi e dalle convezioni sociali che ha pagato in prima persona il suo essere diverso (e non parlo solo dellla sua tragica morte).....una vita violenta e ragazzi di vita sono romanzi molto crudi ma rendono concretamente l'idea della "borgata" romana e dei suoi abitanti......realtà che Pasolini conosceva in modo diretto.
 
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cjale

New member
Avete citato dei grandi libri!
Mi è piaciuto "Ragazzi di Vita " che mi ha fatto scoprire il mondo violento e povero delle periferie cittadine, mentre "Il sogno di una cosa", mi ha dato l'opportunità di conoscere più profondamente le mie radici friulane ed i luoghi dove vivo.
Le poesie invece non sono riuscita ad apprezzarle, perché erano la lettura "obbligata" dei nostri sabati alle scuole medie , così ho finito per odiarlo.
Per fortuna un mio amico qualche anno fa mi ha regalato "Il sogno di una cosa " e da lì ho potuto ricominciare, con una migliorata opinione dell'autore.
 
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Alfredo_Colitto

scrittore
Le poesie di Pasolini non le ho mai capite. Mi sembrano delle prose dove si va a capo spesso per far finta che siano dei versi.
Tutto il resto di lui lo trovo grandioso. Quoto in pieno lillo e Decio. "Ragazzi di vita" mi ha lasciato un segno (l'ho letto che avevo 16 anni), "Scritti corsari" è di una lucidità incredibile ed è stato il primo libro a minare le mie granitiche certezze di adolescente, e non dimentichiamoci i film...
"Il sogno di una cosa" non l'ho letto. Forse è arrivato il momento di rimediare.
 
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LowleafClod

e invece no
Un desiderio incessante, ma inesprimibile: le sofferenze continue per una cosa che ancora rimane senza nome, ma che ha una forma già ce l'ha: ed è un'immagine nitida nella mente di chi la sogna.
Più tangibili e reali sono i dirottamenti da quella cosa, la sensazione di allontanarsi invece di fare un passo in più, anche piccolo, su un percorso che possono continuare altre persone con lo stesso sogno.
La chiarezza dei personaggi di questo libro li rende sia semplici ragazzi, che uomini adulti; con l'emozione di chi ancora è pronto ad amare tutto ciò che lo circonda, ma anche con la consapevolezza della mancanza di una cosa, e non di qualcosa: una cosa che è ben precisa. Nella naturalezza dei loro legami possono alleviarla, ma perderla di vista sarà sempre impossibile.
 

Karmelj

New member
Per me che sono "esterofilo" in senso letterario, Pasolini è pure l'autore che mi incuriosisce di più...fu tra i pochi se non l'unico a esprimersi senza peli sulla lingua sul Sessantotto
 

Meri

Viôt di viodi
Molto bello e straziante il finale.
La descrizione di Milio del suo soggiorno in Svizzera è descritta in modo così familiare, ti sembra di avere il ragazzo davanti mentre parla.
 
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