O’Donnelly, Kristina - Clarion of Midnight: Megali Idea

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.Una storia immersa nel passato capace di predire anche il futuro. Sto parlando di Clarion of Midnight: Megali Idea, il secondo romanzo della serie Lands of the Morning scritto dalla premiata autrice Kristina O’Donnelly. Anche questo romanzo è scritto in inglese, e poiché l’autrice ( nata a Roma e residente negli Stati Uniti) è vissuta anche in Irlanda e in Turchia, spero che sia pubblicata presto anche una versione in un’altra lingua. Clarion of Midnight è il seguito di The Horseman, libro che, a conti fatti, segna l’apertura della saga di Lands of the Morning. La serie si compone complessivamente di sei libri che possono anche essere letti separatamente, grazie alla completezza dello stile di scrittura e della singola trama di ognuno. Eppure, Clarion of Midnight rappresenta il magnifico compimento di una storia d’amore e di potere iniziata in The Horseman. Mentre nel primo volume, l’autrice racconta la storia d’amore tra una ragazza americana e un giornalista turco, nel secondo, i due sono già sposati da tempo e hanno una figlia e due figli, di cui uno illegittimo e avuto dal marito a seguito di una relazione extraconiugale. Ambientato nella Turchia degli anni ’80, Clarion of Midnight, oltre a essere un romanzo evocativo, è anche un’opera che fornisce molti indizi su quello che sarebbe poi accaduto negli anni successivi. Per tale motivo, i lettori possono anche definirla predittiva. E cosa predice questo romanzo? Diciamo che più che predire, racconta come sono stati gettati i semi della futura crisi finanziaria e di quell’ingiustizia sociale fatta di ricchi troppo ricchi e di poveri sempre più poveri che è sotto i nostri occhi. Il romanzo, dicevo, è ambientato negli anni ’80, durante il governo della cosiddetta Lady di ferro, ovvero Margaret Thatcher. All’epoca, molte tensioni internazionali tenevano il mondo col fiato sospeso. I governi occidentali dovevano tenere d’occhio i rapporti tra Grecia e Turchia, da sempre in conflitto per la supremazia dell’uno verso l’altro. Secoli di lotte e battaglie non hanno però sedato il rancore di due differenti Nazioni che, troppo legate al passato, vivono la perdurante difficoltà di adattarsi al presente. E in questo scenario, il personaggio che racchiude in sé queste contraddizioni è Anika, voluttuosa donna greca nata in Turchia e divenuta ricca e potente grazie al matrimonio con un miliardario di origini bizantine. Nata povera , questa bellissima donna, ormai cinquantenne, riscatta la propria miseria seducendo e manipolando gli uomini e coltivando l’idea di estendere il potere dell’Impero bizantino su quello turco. A cadere nella sua rete, anche Mark, un archeologo americano alla ricerca del prezioso tesoro di Chatalhoyuk, zona archeologica fuori dalla Turchia, i cui reperti sono anche custoditi presso il museo di Israele. E’ grazie a questa trama avvincente ed esotica che l’autrice fa incontrare e scontrare le diversità e le differenti origini di Oriente e Occidente. Differenze e diversità che nel romanzo assumono la forma di intrighi e giochi di potere. Sesso, potere e intrighi internazionali sono non solo gli ingredienti del libro, ma anche le cause di tutti i problemi che i popoli si trovano spesso ad affrontare a loro insaputa. Conferma questa tesi, anche un altro protagonista del romanzo, l’ambiguo Ministro dell’Interno turco Burhan, che in The Horseman lavorava come giornalista. Dopo aver sposato una ragazza americana, il Ministro è legatissimo alla figlia Leyla, adolescente ribelle che si innamora dell’archeologo Mark. Burhan è un uomo forte e debole al tempo stesso, spietato contro i nemici e i traditori e impaurito come un ragazzino di fronte all’anziana madre autoritaria. A lui vengono attribuiti i massacri dei ribelli e persino le torture e gli stupri dei prigionieri. Si sussurra anche che sia proprio lo stesso Ministro ad aver torturato e violentato i suoi prigionieri allo scopo di farli confessare. Insomma, tra adulteri e crimini sessuali di un politico, si consuma il dramma di un popolo che, credendosi libero, finisce per essere sempre più soffocato dalle maglie di una violenta dittatura. La trama del libro mi ricorda molto anche il romanzo di Oriana Fallaci “Un Uomo”, ambientato in Grecia al tempo della dittatura dei Colonnelli. In Clarion of Midnight, però, si respira un’aria più internazionale che abbraccia diversi popoli e culture: Turchi, Curdi, Siriani, Iracheni ed Ebrei, in un calderone di civiltà e credo religiosi che sfoceranno in tutte le drammatiche vicende del mondo d’oggi, ovvero: terrorismo, crisi economica e migrazioni di massa. In questo contesto, il titolo del libro, Clarion of Midnight, ha un doppio significato, secondo me: clarion in italiano significa squillo e nel romanzo può rappresentare sia l’inizio di una nuova era che il suono della chiamata alle armi. Sullo sfondo dello stesso, scorrono gli spettacolari paesaggi di Istanbul, le acque cristalline dell’Egeo e la vista del Bosforo, stretto che separa l’Oriente e l’Occidente, spartiacque emozionante di quell’ambiente esotico e indimenticabile descritto e raccontato proprio in Clarion of Midnight.
 
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