Bellissimo libro, ambientato nelle terre inesplorate dell’ovest americano tra il 1830 e il 1843.
E’ la storia degli “uomini di frontiera”, i primi esploratori di queste terre abitate solo dai nativi e da qualche insediamento inglese prima dell’arrivo dei coloni. In definitiva un “western”, di grandissima qualità però, che consiglio vivamente agli amanti del genere (anche se, anche qui, bisogna distinguere: ci sono i bellissimi western di Sergio Leone, costruiti per il grande pubblico, e ci sono western come “sfida infernale” e soprattutto “l’uomo che uccise Liberty Valance” che sono pura poesia). Questi uomini, che non accettavano una vita “normale” e che, anzi , disprezzavano gli agricoltori (li chiamavano, in tono dispregiativo, mangiamaiali) avevano l’irresistibile impulso di conoscere nuove terre, avventurarsi là dove nessuno prima di loro era mai arrivato, per il fine ufficiale di arricchirsi con le pellicce dei castori che catturavano, ma era soprattutto la loro ansia di conoscere nuovi posti che li sosteneva ad affrontare una vita piena di pericoli (gli animali selvaggi ed i nativi) e di disagi (dormivano sempre a cielo aperto e mangiavano con la selvaggina che riuscivano a catturare). In definitiva questo libro è un inno allo spirito libero e alla natura di una bellezza irresistibile che si stendeva lungo il Missouri ed suoi affluenti, con le acque limpide, le colline, le montagne, le valli, le albe ed i tramonti, il susseguirsi delle stagioni con il risveglio della primavera , la magnificenza dell’estate e la crudezza dei durissimi inverni. Ci sono poi i personaggi, il protagonista Boone Caudill, spirito selvaggio il “vecchio cacciatore” Dick Summers che si rende conto dell’inesorabile passare del tempo che gli vieterà di continuare la vita che tanto ama sentendo che piano piano la sua forza diminuisce come la sabbia in una clessidra. Questi uomini non accettano facilmente il fatto che queste terre siano, prima o poi, destinate ad essere colonizzate, anche se qualcuno di loro si rende conto che sono stati proprio loro, inconsapevolmente, ad iniziare questo processo. Un libro che merita di essere conosciuto.
E’ la storia degli “uomini di frontiera”, i primi esploratori di queste terre abitate solo dai nativi e da qualche insediamento inglese prima dell’arrivo dei coloni. In definitiva un “western”, di grandissima qualità però, che consiglio vivamente agli amanti del genere (anche se, anche qui, bisogna distinguere: ci sono i bellissimi western di Sergio Leone, costruiti per il grande pubblico, e ci sono western come “sfida infernale” e soprattutto “l’uomo che uccise Liberty Valance” che sono pura poesia). Questi uomini, che non accettavano una vita “normale” e che, anzi , disprezzavano gli agricoltori (li chiamavano, in tono dispregiativo, mangiamaiali) avevano l’irresistibile impulso di conoscere nuove terre, avventurarsi là dove nessuno prima di loro era mai arrivato, per il fine ufficiale di arricchirsi con le pellicce dei castori che catturavano, ma era soprattutto la loro ansia di conoscere nuovi posti che li sosteneva ad affrontare una vita piena di pericoli (gli animali selvaggi ed i nativi) e di disagi (dormivano sempre a cielo aperto e mangiavano con la selvaggina che riuscivano a catturare). In definitiva questo libro è un inno allo spirito libero e alla natura di una bellezza irresistibile che si stendeva lungo il Missouri ed suoi affluenti, con le acque limpide, le colline, le montagne, le valli, le albe ed i tramonti, il susseguirsi delle stagioni con il risveglio della primavera , la magnificenza dell’estate e la crudezza dei durissimi inverni. Ci sono poi i personaggi, il protagonista Boone Caudill, spirito selvaggio il “vecchio cacciatore” Dick Summers che si rende conto dell’inesorabile passare del tempo che gli vieterà di continuare la vita che tanto ama sentendo che piano piano la sua forza diminuisce come la sabbia in una clessidra. Questi uomini non accettano facilmente il fatto che queste terre siano, prima o poi, destinate ad essere colonizzate, anche se qualcuno di loro si rende conto che sono stati proprio loro, inconsapevolmente, ad iniziare questo processo. Un libro che merita di essere conosciuto.
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