Anspach, Solveig - L'effetto acquatico

elisa

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Samir è un gruista che si innamora di una istruttrice di nuoto. Per cercare di conquistarla, decide di iscriversi a lezione con lei sebbene sappia nuotare perfettamente e facendole credere di essere un principiante. Scoperto l'inganno lei non ne vuole più sapere di lui. Quando lei vola in Islanda per un congresso internazionale di insegnanti di nuoto, in Islanda, Samir decide di seguirla...

Commedia deliziosa, divertente, intelligente e mai banale. Opera postuma di una regista che riesce a regalarci un'opera che difficilmente si dimentica. La consiglio a tutti.
 
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Anspach,Sòlveig - L' effetto acquatico

Andro' a vederlo-giacchè mi interessa il tema- a metà ottobre. Per intanto lo anticipo con questa recensione della Martinelli, se qualcuno di voi lo avesse già visto.
E' ambientato tra piscine termali (mondo che amo/frequento), Islanda e Canada.

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“L’effetto acquatico” di Sòlveig Anspach è un film che parla in maniera romantica di sentimenti a fior d’acqua. Ambientato a Montreuil, nella periferia di Parigi, ha come centro narrativo la storia d’amore tra Samir (Samir Guesmi), un operatore di gru quarantenne, alto e allampanato e Agathe (Florence Loiret-Caille), un’istruttrice di nuoto, vista per caso in un bar.


In realtà, a rimanere colpito dalla ragazza all’inizio è lui che, per conoscerla meglio, decide d’iscriversi nella piscina dove lei insegna, pur sapendo nuotare benissimo. Fa di tutto per diventare suo allievo, scavalcando gli istruttori che gli erano stati assegnati e si prepara al ruolo dell’adulto impacciato che deve imparare a stare nell’acqua. Ma le sue bugie purtroppo restano in piedi solo per tre lezioni e Agathe, che odia i bugiardi, si arrabbia molto con Samir, rifiutando di rivederlo ancora. Quando il gruista ritorna in piscina gli dicono che Agathe è partita per l’Islanda per partecipare ad un convegno internazionale. Samir non si perde d’animo e decide di raggiungerla. Una volta arrivato si rende conto che non sarà facile avvicinarla e dovrà addirittura acquisire una falsa identità e a fingersi un esperto di geopolitca per poterle parlare.

Per fortuna, l’organizzatrice dell’evento, che ospita in casa Agathe, è anche un’amica di Samir e questo renderà le cose meno difficili del previsto. È proprio lei a farle capire infatti, con una semplice frase, di quanto siano romantiche tutte le peripezie che Samir ha affrontato per conquistarla. Agathe, delusa dalle esperienze del passato, non era riuscita a comprendere il vero volto dell’amore che l’uomo le stava offrendo.

Capita a volte di non vedere la realtà quando si confronta il presente con ciò che è stato, ma la vita offre sempre nuove possibilità. Presentato con successo all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs e uscito in questi giorni nelle sale italiane grazie alla distribuzione Cinema di Valerio De Paolis, “L’effetto acquatico” è un inno alla vita e a quel che c’è di bello in essa.

Un argomento veramente toccante se si pensa che la regista, mentre girava il film, era malata per la recidiva di un cancro.
Realizzato tra il 2014 e il 2015, Sòlveig Anspach è morta il 7 agosto di quell’anno, quando ne aveva montato i due terzi.
Il resto viene portato a termine dai suoi collaboratori, l’assistente al montaggio Anne Riégel, lo sceneggiatore Jean-Luc Gadget, il compositore Martin Wheeler, il tecnico del suono Jean Mallet e il produttore Patrick Sobelman. Già nel suo primo film, “Haut les coeurs!“, parlò del tumore contro cui stava lottando.

Un carattere autobiografico che riguarda anche le sue origini statunitensi e islandesi e la sua formazione parigina sempre presenti nei suoi lavori, per la maggior parte inediti in Italia.
“L’effetto acquatico” fa parte di una trilogia, iniziata con “Back Soon” e “Queen of Montreuil”, dove troviamo gli stessi personaggi del film uscito postumo. Agathe, piccolina e molto vivace, e Samir, alto e goffo, sembrano essere una coppia squilibrata, che hanno poco da condividere. Insieme però creano una magia che rende tutto leggero e divertente, alla quale contribuiscono le persone buffe che li circondano. I cambiamenti di paesaggio denotano la fase di passaggio che i due protagonisti stanno attraversando. Dalle corsie della vasca fredda e grigia della periferia francese si finisce nel selvaggio mondo acquatico delle piscine termali islandesi, dove Agathe e Samir si sentiranno liberi di esprimere i propri sentimenti. Spaesati e senza sovrastrutture, i due potranno essere un tutt’uno con la natura incontaminata, ritrovare la propria emotiva fragilità e la memoria che Samir ha perso per un incidente domestico.

Clara Martinelli
 

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La recensione di aldo spiniello

"Montreuil, nei dintorni di Parigi, nel Seine-Saint-Denis, è una cittadina di estrazione popolare, di operai, piccoli artigiani, di immigrati. “La seconda città del Mali”, come è soprannominata da molti. Da qui sono passati Serge Reggiani e Lino Ventura. E qui ha vissuto e ha lavorato, per lunghi anni, Sólveig Anspach, prima di essere definitivamente vinta dal cancro, nell’agosto del 2015. L’effetto acquatico è il suo film postumo, omaggiato dall’ultima Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, fino alla vittoria (a tavolino) del Premio SACD. Ancora una volta ambientato a Montreuil, cuicito addosso ai due intrepreti principali del precedente Queen of Montreuil, Florence Loiret Caille e Samir Guesmi, il film è la prosecuzione e, per forza di cose, la conclusione di un viaggio personalissimo tra i sentimenti, le prove della vita, e due terre apparentemente fin troppo distanti, la Francia e l’Islanda, dove l’Anspach è nata nel 1960.

La storia è quella di Samir, un bislacco e pacifico operaio, che lavora tra gru e cantieri e si concede il lusso di una sigaretta a metri e metri d’altezza, con la musica nelle orecchie, e di Agathe, tostissima e forse un po’ nevrotica istruttrice di nuoto, che deve ricostruire a fatica la sua vita sentimentale. Quando Samir vede Agathe per la prima volta, lei sta dando il benservito a un corteggiatore inopportuno. Non riesce ad avvicinarla, a dirle neanche una parola. Ma il colpo di fulmine è scattato. Così si passa al piano. Un ridicolissimo costume con le palme, l’iscrizione in piscina, un magheggio con i turni, ed ecco Samir tra le mani della sua bella insegnante. L’approccio è quello giusto, qualcosa comincia a muoversi, i due rimangono da soli in piscina dopo l’orario di chiusura, ma un incidente costringe Samir a svelarsi per quello che è: un nuotatore provetto. Agathe, che odia i bugiardi, lo manda a quel paese. E, dopo poco, parte per l’Islanda per un raduno internazionale di istruttori di nuoto. A Samir non resta che seguirla.



Il lavoro della Anspach è quasi tutto qui, nell’orchestrazione, attenta e delicata delle situazioni, molto spesso divertenti, quasi sempre tenere, anche troppo… Nonostante, dietro il sorriso bonario e l’elegante ironia sulle nevrosi e gli atteggiamenti, si faccia sempre strada l’ingrata durezza delle cose della vita, con i suoi gelidi grigiori. Ma sono brividi che rimangono tutti sul piano di superficie dell’acqua, come quella pelle d’oca che ti prende dopo il bagno, appena fuori. Scompare con una doccia calda. Acqua su acqua, tutto passa…

Certo, in alcuni momenti, specie nella prima parte “natatoria”, la Anspach riesce a sfiorare quell’essenza liquida dei corpi, che sembra raffigurare la composizione molecolare dei sentimenti. Quegli attimi in cui Samir e Agathe si cercano, si guardano e si toccano in subacquea, sono di una bellezza magica, punti di intensità che sembrano appartenere al cinema di un’altra dimensione. Ma ben presto si torna su traiettorie collaudate, nonostante gli spiazzamenti geografici progressivi, l’esotismo a zero gradi di un’Islanda che assomiglia più a una casa in cui rifugiarsi e ritrovare il sentiero perduto che al paesaggio inesplorato di una nuova struggente avventura. La scrittura della Anspach, in fondo, tiene fin troppo. E non concede più quei margini di libertà che le immagini avevano lasciato intuire."



Titolo originale: L’effect aquatique
 

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Io l'ho visto VA e devo dire che è molto carino,peccato sia già sparito dai cinema...

Si, in effetti la distribuzione (e il crederci delle Sale) conta tanto in quel mondo.
Ho visto che successe da me con quel delizioso film giapponese Little Sister. Le grandi sale non ci credettero e dopo pochi giorni lo han eliminato. Una piccola piccola mesi dopo ci credette e fece visioni su visioni riempiendo fin all'eccesso la sala e prorogando per settimane la programmazione.
 

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Questa di Samir ed Agathe è una piccola storia d'amore. Favolistica, eccessiva nella facilità e brevità di alcuni passaggi, qualche volta nervosa. Ma immersa in un contesto molto dolce, fatto di acque termali, piscine, saune, stupendi paesaggi islandesi ecc.
Ad eccezione della parte finale del film (la perdita di memoria di Samir)che ho trovato un po' lenta e pretestuosa (ma il lato favolistico del tutto è evidente in tanti tratti del film), è un lavoro carino.
Tra i due mi par Agathe la persona piu' fragile (anche se non ha questo apparire), nel suo poco saper cosa vuole, nelle sue incongruenze, nervosismi, incapacità di guardarsi dentro, superficialità. Ci mette tutto un film per capirsi. Molto sciocca.
Samir è invece molto diverso da cio' che sembra:non è un uomo cosi' semplice, è pieno di sfumature, paziente all'eccesso, intenso,triste, convinto, arreso all'evidenza, innamorato.
Se questo piccolo lavoro favolistico ha una “morale” è forse questa:
se riconosci che dentro di te una persona ha significato, se “senti” questa persona davvero, è inutile che fai la deficiente, va da lui e amatevi, cribbio, che si vive una volta sola.

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