Maram al-Masri - poesie

shvets olga

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Maram al-Masri è una poetessa e scrittrice siriana, vive a Parigi dal 1982.

La Siria per me
è una ferita sanguinante
è mia madre sul letto di morte
è la mia infanzia sgozzata
è incubo e speranza
è inquietudine e presa di coscienza.
La Siria per me
è un’orfana abbandonata.
È una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro
violata,
imprigionata,
costretta a sposarsi.
La Siria per me
è l’umanità afflitta
è una bella donna che canta l'inno della Libertà
ma le tagliano la gola.
È l’arcobaleno del popolo
che si staglierà dopo i fulmini
e le tempeste.



Dite al vento
di calmarsi.
Io non amo il vento.
E' capace
come una donna gelosa
d'arruffare i miei capelli
quando vado
incontro
all'uomo che m'aspetta.
Dite alla pioggia
di cessare.
Non mi piace
la pioggia.
E' capace
come un marito geloso
di bagnare i miei vestiti
e le mie scarpe nuove
mentre aspetto
quello
che non è venuto.



Aspetto,
e cosa aspetto ?
Un uomo carico di fiori
e di parole dolci.
Un uomo
che mi guardi e mi veda.
Che mi parli e m’ascolti.
un uomo che pianga
per me.
Provo pietà per lui
e l’amo.



Bussano.
Chi sarà?
Nascondo la polvere della mia solitudine
sotto il tappeto,
aggiusto il mio sorriso,
ed apro.




Sono venuta da te ma non profumo
e non indosso gioielli
sono venuta da te
come sono veramente
senza cornice
senza falsità
sono venuta da te...
come una abitante della Terra.



Chi potrebbe dire agli alberi che sono colpevoli
quando lasciano cadere le loro foglie?
chi potrebbe accusare il mare di abbandonare le conchiglie
sulla sabbia?
Io, madre-donna, donna-madre
con un seno per il piacere
e un seno per la maternità
che dà il latte della musica
racconta storie
spiega i giochi
illumina i sentimenti
e la grammatica dei pensieri
io, donna di voluttà e donna di tenerezza
virtuosa e peccatrice
matura e bambina
dalla mia bocca
nutro col pane di lettere
consonanti e vocali
frasi, sinonimi e metafore
Chi mi potrebbe accusare, io,
di donare il mio corpo
all’amore?



È venuta tutta intera,
con l'odore del suo letto
e della sua cucina,
con i baci di suo marito
nascosti sotto la camicetta,
con il suo sperma
ancora caldo
nel ventre.
È venuta,
con la sua storia ed i suoi sogni,
le sue rughe,
e il suo sorriso screpolato,
con la peluria che si tesse
sul bordo delle sue guance,
con i resti delle loro colazioni
appiccicati ai denti.
È venuta con tutti i miei dolori,
la donna
che vive con il
mio uomo



La donna che guarda dalla finestra
desidera giocare coi bambini
e farli ballare
Desidera cantare per loro
e comprargli le caramelle
e dolci pieni di crema alla vaniglia
La donna che guarda dalla finestra
desidera
far cadere sui bambini
un diluvio di gioia
e farfalle di baci
piantare poesie
sul loro cammino
affinché non si perdano
nella foresta
del mondo.



"Davanti alla mia porta, due valigie
e un ragazzo
alto e snello
la pelle scura
vacillando come uno che ha perso la propria strada
davanti alla mia porta, due valigie stanche
come lo sono i vestiti di scaricatori
nel porto di una povera città
su di esse l'odore dei paesi lontani
dei ricordi
dei racconti
come le catene di un prigioniero
un ragazzo dalla pelle scura
i capelli neri
ed i suoi occhi neri
che nuotano in un mare bianco
bussa alla porta
del mio cuore"




Lui ha due donne:
una che dorme nel suo letto
e una che dorme nel letto dei suoi sogni.
Lui ha due donne che lo amano:
una che invecchia al suo fianco
e una che gli offrì la giovinezza
per poi occultarsi.
Lui ha due donne:
una nel cuore della sua casa
e una nella casa del suo cuore.
 
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