“Noi siamo sorgente di stupore per noi stessi”
Avete presente quei rari professori capaci di farvi innamorare della materia che insegnano, qualsiasi essa sia, solo grazie al loro incredibile carisma? Io alle superiori avevo un’insegnante così, di storia dell’arte: impossibile non farsi incantare dalle sue parole.
Ancora più notevole però è la loro bravura, se la materia dei quali si fanno interpreti è d’ambito scientifico. In questo caso bisogna riconoscere un merito ulteriore: quello di saper tradurre in concetti semplici, alla portata di tutti, argomenti anche molto complessi.
È il caso di questo libriccino che conta meno di 100 pagine (un’ora e mezza di ascolto) che tratta alcune questioni fondamentali della fisica moderna. Setti argomenti per sette “brevi lezioni”: la teoria della relatività, la teoria dei quanti, la struttura del cosmo, le particelle, l’origine del cosmo, i buchi neri e natura del calore, il ruolo dell'uomo.
Io sono il prototipo del lettore a cui si rivolge il carismatico “professore” autore di questo libro, Carlo Rovelli: assolutamente digiuna di qualsiasi nozione di fisica che non sia la mela caduta in testa a Newton, non aspettavo altro che di essere incantata dalla bellezza del mondo e dalla bellezza della scienza che la disvela. Il continuo sottolineare questa relazione fra “oggettività” e “soggettività” è ciò che mi ha davvero colpito: attraverso l’osservazione, la ricerca, il continuo interrogarsi sulle leggi della natura, l’uomo non “inaridisce” il mistero di tanta complessità, ma anzi lo rafforza, lo esalta.
“La scienza, prima di essere esperimenti, misure, matematica, deduzioni rigorose, è soprattutto visione. La scienza è attività anzitutto visionaria. Il pensiero scientifico si nutre della capacità di vedere le cose in modo diverso da come le vedevamo prima.” “Qui, sul fronte, oltre i bordi del sapere attuale, la scienza diventa ancora più bella. Nella fucina incandescente delle idee che nascono, delle intuizioni, dei tentativi, delle strade intraprese e poi abbandonate, degli entusiasmi, dello sforzo di immaginare quello che ancora non è stato immaginato.”
Tanto che alla fine viene da chiedersi: la meraviglia più grande è la natura stessa o noi che, passo dopo passo, ne comprendiamo i meccanismi? Anzi, c’è differenza fra la natura e noi stessi? Non è la “natura” che è dentro di noi a permetterci di scoprire la natura che è fuori di noi? Il concetto stesso di natura non è cambiato dall’idea statica e deterministica che ne avevamo? “La meccanica quantistica e gli esperimenti con le particelle ci hanno insegnato che il mondo è un pullulare continuo e irrequieto di cose, un venire alla luce, uno sparire continuo di effimere entità. Un insieme di vibrzioni, come il mondo degli hippy degli anni Sessanta. Un mondo di avvenimenti, non di cose.” “Ancora una volta il mondo sembra essere relazione prima che oggetti.”
E quanto ancora ci manca da capire, da svelare! Sappiamo talmente poco! E per fortuna che è così! Perchè “sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, che ci lasciano senza fiato.”
Una rivelazione. Assolutamente da leggere!