Unamuno, Miguel de - Nebbia

bouvard

Well-known member
Lo dico subito non penso di aver capito la vera portata di questo libro. Diciamo che ho avuto l’impressione di aver letto un tipo di libro per i 2/3 delle pagine, e per il restante 1/3 un libro completamente diverso. Più della metà del libro ha infatti una trama semplice, divertente, forse a tratti anche banale – io sinceramente l’avrei visto benissimo scritto sotto forma di commedia – poi all’improvviso la svolta.

Augusto Perez, il giovanotto protagonista del libro, un giorno si innamora casualmente di Eugenia, o forse di Rosario, o forse di ogni bella ragazza che incontra per strada, o forse di nessuna per davvero. Iniziano così le sue domande e le sue confidenze sui suoi patimenti amorosi al povero Orfeo che essendo un cane non può rispondere, né tantomeno ribellarsi. A leggere la/le storia/e d’amore di Augusto, ma anche quelle degli altri personaggi non si può non sorridere, ribadisco sembrano i protagonisti di una strampalata e divertente commedia. Tanto che il nostro ingenuo eroe finisce con il farsi menar per il naso dalla sua bella (Eugenia? Rosario? Tutte e due? Leggetevi il libro per saperlo) e qui c’è la svolta. Perché il nostro eroe a questo punto va da Unamuno ad informarlo del suo proposito di suicidarsi!

Vi immaginate il protagonista di un libro che, insoddisfatto, va dal suo autore a lamentarsi? Beh tra i due inizia un bello scambio di idee. Chi esiste davvero? Augusto o Unamuno? Un autore ha diritto di vita e di morte sui personaggi delle sue opere? Inoltre il personaggio di un libro acquisisce vita propria quando comincia ad esistere nella mente del suo autore e dei lettori che leggono la sua storia?

Beh a questo punto per capire il vero significato del libro si deve tener conto del periodo in cui è stato scritto, siamo nel 1914 alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e quindi al crollo di tutto un mondo e delle sue certezze, ma anche il periodo in cui cominciano a svilupparsi le scienze psicologiche e in cui l’uomo non appare più come un monolite dalla personalità stabile. Pirandello non ha ancora scritto il suo Uno, nessuno e centomila, ma le premesse che avrebbero portato a scrivere un’opera sulle molteplici sfaccettature di una personalità, e quindi sul crollo dell’individualità, e della stessa identità si stavano già delineando. Se si vuol capire appieno il significato e soprattutto l’innovazione che il testo di Unamuno rappresentò bisogna tener conto di tutto questo. Io non penso di esserci riuscita, mi sono divertita a leggerlo consapevole però che molto della sua importanza e della sua innovazione mi sfuggiva.
 
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estersable88

dreamer member
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Nebbia. Mai titolo fu più appropriato e calzante per questo romanzo di Unamuno. Nebbia è quella in cui vive perennemente il protagonista, Augusto Pérez, un buono, un teorico, un filosofo, un metafisico, un illuso che vaga sperso nell'alto dei suoi pensieri senza accorgersi della realtà che lo circonda. Un bel giorno, durante una passeggiata, Augusto incappa in un paio di occhi, comincia a seguire la loro proprietaria e cade folle d'amore per lei. Ben presto, però, capisce che il suo amore non si ferma ad una donna sola, ma si appiccica ad altre donne, a molte donne diversissime tra loro, come se Eugenia – così si chiama la proprietaria del primo paio d'occhi – avesse sbloccato il rubinetto dell'amore di Augusto che ora sparge sogni amorosi a getto continuo. La situazione si fa scomoda, poi surreale, poi triste, ma proprio quando Augusto sta per prendere l'ultima, dirimente decisione della sua vita, compare Unamuno che gli cambia i piani in corsa.
Nebbia è un romanzo particolarissimo, nel quale si fa fatica ad immedesimarsi oggi data la grande diversità di contesto in cui fu scritto (1914, prima della Grande Guerra), ma che tuttavia risulta gradevole – tranne in alcuni capitoli davvero allucinanti – e fa riflettere. Provvidenziale e salvifica è l'ironia micidiale con cui Unamuno condisce buona parte della sua Nivola rendendola leggibile e tutto sommato godibile anche a più di un secolo di distanza.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Almeno qualcosa è il caso di scrivere...
Ho deciso di scegliere Unamuno come autore dell'anno dopo aver letto questo romanzo, consigliato qui sul forum da un nuovo utente con la motivazione che la storia era simile a Le notti bianche del Dosto ma lui l'aveva preferito. Non potevo non testare direttamente dato il mio amore per lo scrittore russo. Mi sono resa conto che pur essendoci il parallelo tra Augusto e il protagonista de Le notti nell'incontrare una ragazza chi per strada, chi sul lungofiume, lo stile poi è diverso. Anche se dopo quel casuale incontro entrambi scoprono l'amore lo fanno in modo diverso, con occhi diversi. Nella narrazione del Dosto c'è più poesia e sentimento, qui invece l'autore vira sull'ironia e l'innovazione, attraverso quella composizione letteraria che lui chiama "nivola".
 
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