E' più difficile scrivere un libro o riuscire a farlo leggere?

LucaMenco

New member
Vorrei condividere una riflessione con gli "amici" di questo sito che hanno scritto qualcosa:

"E' più difficile scrivere un libro, o riuscire a farlo leggere?"
 
Ultima modifica di un moderatore:

ila78

Well-known member
Assolutamente scriverlo :SISI Se è scritto bene si fa leggere da solo :wink:

Non so se sia una regola sempre valida sai....ci sono in giro ciofeche assurde che hanno venduto milioni di copie.
Cinicamente credo che conti un'ottima politica di marketing e una casa editrice potente che spinge. :boh:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Scrivere un libro che abbia un senso è molto complesso. È il lavoro di un artigiano che modella ogni singola parola per dar loro valore. Come fanno gli scultori con la pietra. È molto difficile, ci vuole pazienza e ci vuole tanta passione.

Sul "farlo leggere" dipende cosa intendi. Se intendi indirizzarlo agli amici, ha ragione bonadext, se il prodotto è buono non avranno difficoltà a farlo.

Se invece intendi "farlo leggere" per una potenziale pubblicazione, basta pagare qualche editor. Che però non ti garantisce in alcun modo la pubblicazione.

Se, ancora, intendi dire "farlo leggere" a un sacco di gente, tipo Best seller, lì la cosa è pressoché impossibile e quasi prescinde dalla qualità dello scritto.
 

LucaMenco

New member
1) Scrivere un libro che abbia un senso è molto complesso. È il lavoro di un artigiano che modella ogni singola parola per dar loro valore. Come fanno gli scultori con la pietra. È molto difficile, ci vuole pazienza e ci vuole tanta passione.

2) Sul "farlo leggere" dipende cosa intendi. Se intendi indirizzarlo agli amici, ha ragione bonadext, se il prodotto è buono non avranno difficoltà a farlo.

3) Se invece intendi "farlo leggere" per una potenziale pubblicazione, basta pagare qualche editor. Che però non ti garantisce in alcun modo la pubblicazione.

4) Se, ancora, intendi dire "farlo leggere" a un sacco di gente, tipo Best seller, lì la cosa è pressoché impossibile e quasi prescinde dalla qualità dello scritto.


1) Lo do per scontato: proponi qualcosa, lo fai al meglio delle tue possibilità. E oltre

2) La cosa più facile, gli amici sono pronti a farsi avanti. E loro per primi dicono che piace, o non piace (se sono veri amici). Fatto

3) Meccanismo piuttosto diffuso che gioca sul desiderio di un emergente di far conoscere la propria opera: non garantisce assolutamente NULLA. Non risolve il quesito del thread

4) Verità assoluta. E mi chiedo anche perché chi legge un romanzo che piace non faccia un passaparola adeguato che a cascata lo fa conoscere
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
3) Meccanismo piuttosto diffuso che gioca sul desiderio di un emergente di far conoscere la propria opera: non garantisce assolutamente NULLA. Non risolve il quesito del thread

Gli editor non spillano soldi giocando sul desiderio degli esordienti. Quello lo fanno le case editrici che pubblicano il tuo libro dietro compenso economico. Una casa editrice seria non prende soldi prima. Una casa editrice seria punta sul tuo lavoro e prende una percentuale sulle vendite potenziali.

Gli editor leggono il tuo libro e ti danno consigli oggettivi, spesso dolorosi.

Per leggere il tuo manoscritto solitamente si prendono dai 100 ai 150 euro e il gioco finisce dopo il lavoro di editing.

È un servizio professionale serio che è slegato dalla pubblicazione.

Certo, come in tutti i settori, esistono editor disonesti. Che magari ti chiedono cifre spropositate per leggere il tuo lavoro con la promessa di farti pubblicare non si sa bene da chi. Diffidate da queste persone.

Un editor serio prende circa la cifra che ho detto e si limita a fare un sacrosanto lavoro di editing.

Stesso discorso per le agenzie letterarie. Se ci si affida a persone qualificate il loro lavoro è quasi indispensabile, a meno di non disinteressarsi di tutta la burocrazia che gira attorno al processo di pubblicazione. Cosa che personalmente sconsiglio altamente.
 

LucaMenco

New member
Gli editor non spillano soldi giocando sul desiderio degli esordienti. Quello lo fanno le case editrici che pubblicano il tuo libro dietro compenso economico. Una casa editrice seria non prende soldi prima. Una casa editrice seria punta sul tuo lavoro e prende una percentuale sulle vendite potenziali.

Gli editor leggono il tuo libro e ti danno consigli oggettivi, spesso dolorosi.

Per leggere il tuo manoscritto solitamente si prendono dai 100 ai 150 euro e il gioco finisce dopo il lavoro di editing.

È un servizio professionale serio che è slegato dalla pubblicazione.

Certo, come in tutti i settori, esistono editor disonesti. Che magari ti chiedono cifre spropositate per leggere il tuo lavoro con la promessa di farti pubblicare non si sa bene da chi. Diffidate da queste persone.

Un editor serio prende circa la cifra che ho detto e si limita a fare un sacrosanto lavoro di editing.

Stesso discorso per le agenzie letterarie. Se ci si affida a persone qualificate il loro lavoro è quasi indispensabile, a meno di non disinteressarsi di tutta la burocrazia che gira attorno al processo di pubblicazione. Cosa che personalmente sconsiglio altamente.

Ti ringrazio per la specifica. Ma siamo ancora nella fase "prima".
Dopo la pubblicazione, quanto è difficile farsi leggere?
 

LucaMenco

New member
...tu sai convincere qualcuno, a parte magari un paio di amici buoni lettori, a leggere libri? Allora sei un mago :paura::paura:

E' già difficile convincere un altro nel leggere un libro "conosciuto", figuriamoci quello di un emergente.
E' proprio l'attività del leggere che ormai "fa fatica" alle persone: entrare in un mondo, calarsi nei personaggi, lasciarsi trasportare.

Se un titolo non si trasforma in una "moda del momento", farsi leggere è davvero difficile.
 

Marzati

Utente stonato
Parla una persona che non ha mai scritto un libro, solo qualche (brutto) racconto, e che mai ha pubblicato qualcosa o l' ha fatta leggere a qualcuno.
Direi che scrivere il libro è più difficile, ma poi penso: "Ognuno può scrivere quello che vuole, bello o brutto che sia, ma si tratta solo di scrivere qualcosa che piaccia a se stessi o che rispecchi il proprio modo di essere, altra cosa è far sì che questo libro piaccia agli altri, o che sia adatto al gusto dell' epoca".
Riassumendo: non ti so rispondere, probabilmente non mi sono neanche spiegato correttamente, ma forse, per rispondere, bisogna tenere di conto di più fattori: disponibilità economiche, capacità (dello scrittore), argomento, tempi (in cui si scrive), etc...
 

LucaMenco

New member
...Riassumendo: non ti so rispondere, probabilmente non mi sono neanche spiegato correttamente, ma forse, per rispondere, bisogna tenere di conto di più fattori: disponibilità economiche, capacità (dello scrittore), argomento, tempi (in cui si scrive), etc...


Il problema è che per un libro, un'opera letteraria in generale, la visibilità arriva solo dall'alto e mai dal basso.
Dovrebbe essere l'inverso: le persone con il loro passaparola e non i mass-media con la loro influenza.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Non essendo una scrittrice mi astengo dal rispondere, ma ho modificato il titolo per rendere subito riconoscibile la discussione :wink:.
 

LucaMenco

New member
Da oggi ne hai circa 301!

Forza e coraggio Luca!

Sono felice che tu legga il mio libro e curioso di sapere cosa ne pensi.

Riguardo all'esortazione: scrivo perché amo raccontare storie, perché farlo nutre la mia fantasia, la mia creatività. Quindi lo farei anche se poi tenessi i miei libri in un cassetto.
Ma è ovvio che sapere poi di essere letto da altre persone, completa la sensazione inebriante di tuffarsi in questo mondo.
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Il problema è che per un libro, un'opera letteraria in generale, la visibilità arriva solo dall'alto e mai dal basso.
Dovrebbe essere l'inverso: le persone con il loro passaparola e non i mass-media con la loro influenza.
Non concordo. Questo era vero nell'epoca pre-internet in cui per ogni opera creativa era difficilissimo se non impossibile arrivare al grande pubblico senza l'appogio di qualche grossa agenzia o casa editrice.
Oggi invece non è così, se fai un'opera editoriale valida, o meglio non valida ma che sia apprezzata dal pubblico, stai certo che il passaparola, i link, le condivisioni, etc. la porterà ad emergere.
Se ce l'ha fatta Favij puoi farcela anche tu. La cosa importante è capire a che nicchia/pubblico ti rivolgi. Se scrivi un saggio sull'impatto del capitalismo sulla percezione della natura devi intercettare un pubblico diverso da quello di favij.
 

LucaMenco

New member
Non concordo. Questo era vero nell'epoca pre-internet in cui per ogni opera creativa era difficilissimo se non impossibile arrivare al grande pubblico senza l'appogio di qualche grossa agenzia o casa editrice.
Oggi invece non è così, se fai un'opera editoriale valida, o meglio non valida ma che sia apprezzata dal pubblico, stai certo che il passaparola, i link, le condivisioni, etc. la porterà ad emergere.
Se ce l'ha fatta Favij puoi farcela anche tu. La cosa importante è capire a che nicchia/pubblico ti rivolgi. Se scrivi un saggio sull'impatto del capitalismo sulla percezione della natura devi intercettare un pubblico diverso da quello di favij.

Verissimo, internet fornisce una finestra illimitata di contatti per farsi conoscere e possibilità continue di creare interesse. Io su facebook ho pagato (meno di venti euro) un paio di volte la sponsorizzazione di un post fatto per pubblicizzare il libro (l'ultimo) e ho raggiunto in due settimane circa 5mila persone (per ciascun post).
Quindi ti do ragione sul fatto che promuovere la propria opera è importante quanto scriverla, e è la strada da intraprendere.

Ma il thread va oltre: la gente è molto pigra e varcare la soglia di una libreria sembra una fatica immensa. La maggior parte delle persone non legge più, o legge molto poco. E chi legge difficilmente fa il "pioniere" rischiando su autori emergenti per provare in prima persona.
Ovvio che alla base di tutto ci deve essere un prodotto valido, ma credo (non voglio fare ulteriori esempi personali in quanto questo thread non ha motivo pubblicitario) che sia necessario molto altro.

Fermo restando il paradosso che si ha la sensazione di "scrivere libri più velocemente di quanto la gente legga..."
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Io su facebook ho pagato (meno di venti euro) un paio di volte la sponsorizzazione di un post fatto per pubblicizzare il libro (l'ultimo) e ho raggiunto in due settimane circa 5mila persone (per ciascun post).
Secondo me, hai buttato 20€ per far passare in modo trasparente il tuo post davant ia 5000 persone con il cervello staccato.
Vivo proticamente su internet, sono iscritto e partecipo in tutti i social network tranne uno, facebook. Ritengo sia il sostituto perfetto per chi sente la nostalgia del processo debilitativo del "guardare la televisione".

Non parlavo di questo internet, parlavo della capacità di emergere di contenuti validi. Un contenuto che merita diventa virale.
 
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