Tanizaki, Jun'ichiro - Morbose fantasie

Marzati

Utente stonato
Salve, questo commento è dovuto al numero 34, se non vi piace, la colpa è sua!:mrgreen:
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Per la sfida adotta un autore mi sono imbattuto in questo piccolo racconto, di questo strano scrittore giapponese, che ha suscitato il mio strano senso dell'immorale. Prima di scrivervi cosa penso, qualche link utile:
Informazioni sull' autore: https://goo.gl/gwe6PC
Qualcosa sul libro: Il gusto per il perverso e il sinistro, la seduzione e il fascino del Male, il culto della donna bella e sadica e il masochismo autodistruttivo dell'uomo nell'ultimo romanzo di uno dei più conosciuti scrittori giapponesi. “Dal momento in cui Sonomura crede di scoprire l’esistenza di una donna che soddisfa i propri istinti sessuali uccidendo gli uomini e fotografandone i volti senza vita, essere dominato da lei diventa un’ossessione. Spettatore compiaciuto più che inorridito testimone, egli non è affatto turbato dal delitto che si sta consumando davanti ai suoi occhi, mentre rimane soggiogato dalla bellezza e dalla freddezza della donna che lo compie. Quell’atmosfera macabra rende ancor più bello il volto di lei. […] Anche dopo aver scoperto l’inganno di cui è stato vittima, l’unico desiderio di Sonomura è fare di Eiko la sua carnefice. L’adorazione per la donna crudele si identifica dunque con una tendenza all’autodistruzione.”

Il mio modesto commento:
Il libro è un racconto dell'autore che, da quel che ho capito, non era ancora maturo, dal punto di vista letterario, quando lo scrisse. Questo è il primo scritto erotico che ho letto, e devo dire che di esplicitamente erotico non c'è molto, e quel poco che c'è mi è parso molto delicato, appena accennato, insomma come ci si aspetta dallo stereotipo della cultura giapponese. Mi piaceva troppo l'idea di questo vecchio che, sedotto da una giovane bellissima, se ne innamora, pur sapendo delle nefaste conseguenze che tale amore avrà, portandolo ad essere vittima di una spirale libidinosa che lo condurrà alla morte. Ebbene, di tutto ciò c'è molto, ma il tutto è raccontato da un personaggio che quelle cose non le ha neanche viste, cosa che rende il tutto meno intrigante ed affascinante; Tanizaki tenta anche il colpo di scena (che non vi anticipo) e ci riesce, distruggendo qualsiasi aspettativa e supposizione del lettore, ma mozzando così la carica della storia.
L' autore si è anche ispirato a Poe, cosa che si nota anche all' impronta quasi da "giallo" che il racconto ha e che non ho particolarmente gradito; non mi sono piaciuti molto neanche alcuni passaggi, che sembrano essere messi solo per il proseguimento della storia, e che paiono eccessivamente finti, innaturali.
Concludendo darei un 2.5/5 al racconto, perchè, a mio avviso, non è riuscito a sviluppare bene la trama, in ogni modo sono molto curioso di leggere altro dell'autore, magari al secondo tentativo c'è riuscito!
Ringrazio chi ha proposto questo scrittore!
 
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