Gandini, Erik - La teoria svedese dell'amore

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Cerchero' di non perderlo-l'argomento mi interessa molto.E se lo vedo ne parlo. Per intanto la presentazione che ne fa l'ANSA-da cui dissento, già in via preliminare, attorno a termini e questioni qui definite quasi in termine di "incubo" e che forse cosi incubo non sono.
V.A.


https://1.bp.blogspot.com/-kJyqLeM8...3EXZYPBT_oHi2XEU0eWlv_MACLcB/s1600/081502.jpg




(ANSA) -
Arriva nei cinema italiani giovedì con Lab 80 l'ultimo film dell'italo-svedese Erik Gandini, già autore di Videocracy: La teoria svedese dell'amore.
Narrato in italiano dalla voce dello stesso Gandini, il film è un viaggio nei buchi neri della società più indipendente del mondo, quella svedese: sistema perfettamente organizzato in cui obiettivo primario è l'autonomia totale di ogni persona dalle altre. Un modello sociale realizzato, che si va affermando in tutto l'Occidente e in cui all'indipendenza dei singoli si accompagnano solitudine e svuotamento delle relazioni. Così nel film si susseguono le immagini di solitari donatori di sperma, che permettono a un numero crescente di donne di diventare madri single; di appartamenti surreali e desolanti dei sempre più numerosi "morti dimenticati" e di aree residenziali destinate a diventare aree di transito.
«Come può una società perfettamente sicura e organizzata generare tanta insoddisfazione?», si chiede Gandini nel suo lavoro.
 
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Diario Nordico

La recensione di Diario Nordico-piu' articolata e che sembra non appoggiare del tutto le tesi negative del regista (che non condivido nemmeno io, ma nell'attesa di vedere il suo lavoro).
V.A.

ll 22 settembre 2016 uscirà nelle sale italiane il fim/documentario di Erik Gandini “La teoria svedese dell’amore” – “The Swedish Theory of Love”, distribuito da Lab 80 film.

Dall’autore di Videocracy, Erik Gandini, un nuovo film documentario capace di indagare la realtà con i consueti rigore e ironia: è in uscita La teoria svedese dell’amore, racconto sull’esasperazione dell’idea di autonomia individuale nella società svedese.

Erik Gandini, il regista italo-svedese autore tra l’altro di Videocracy, ricostruisce con profondità e allo stesso tempo in modo scanzonato, le scelte politiche e le dinamiche sociali che hanno portato alla solitudine che oggi caratterizza la vita in Svezia, dove si vive in assoluta indipendenza ma dove il senso di comunità sembra ormai completamente smarrito. Nella sua ricerca scopre che la ricetta per lo stile di vita nordico era stata preparata a tavolino dall’elite politica svedese, che in un manifesto pubblicato negli anni settanta dello scorso secolo aveva decretato l’indipendenza assoluta degli abitanti come necessità e obiettivo per l’intero popolo svedese. Indipendenza dei figli dai padri, delle mogli dai mariti, eccetera.

Gli svedesi si sono subito adeguati e da allora l’indipendenza del singolo è favorita a ogni livello sociale.

La teoria svedese dell’amore scava nella vera natura dello stile di vita svedese, esplorando i buchi neri di una società che ha creato il popolo più autonomo, costituendo una società perfettamente organizzata in cui tutti hanno le medesime opportunità per una esistenza indipendente. Tra gli esiti di questa “autonomia istituzionalizzata”, in cui nessuno deve chiedere agli altri favori o aiuti, riducendo così al minimo i contatti fra gli individui, si ha che quasi metà della popolazione abita oggi in appartamenti singoli e sempre più donne scelgono di affrontare la maternità attraverso l’inseminazione artificiale.

Il film è chiuso dalle parole illuminanti del sociologo Zygmunt Bauman che spiega perché una vita senza difficoltà non è necessariamente una vita felice.
 

unkadunka

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Visto oggi VA,e devo dire che è un bel doc sulla estrema solitudine degli individui svedesi che a partire dal 72 in un manifesto del partito social democratico del compianto Olof Palme,assassinato senza un colpevole,ancor oggi uno dei misteri più profondi tra i delitti politici,ma questo sarebbe un discorso lungo ed off topic,dove di era pensato di liberare la società dalle strutture familiari antiquate in modo che ogni individuo fosse totalmente indipendente dagli altri.Questo ha portato naturalmente ad un isolazionismo della persona ben indagato attraverso esempi come il ricorrere alla banca dello sperma per avere un figlio o alle indagini per rintracciare eventuali parenti dei defunti.La situazione ormai paradossale viene saggiamente paragonata alla vita di un chirurgo svedese in pensione che gestisce un ambulatorio di fortuna in Etiopia,immagini particolarmente toccanti,li nessuno è mai solo,nella vita,nella malattia e nella morte.Conclude una lucida analisi del sociologo Zygmunt Bauman novantenne che conclude il film dicendo:"la felicità non viene da una vita senza problemi,ma dal superamento delle difficoltà.L'indipendenza non è la felicità..."
 

Volgere Altrove

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Grazie UNKA della tua recensione. Spero di vederlo, mi interessa molto. Immaginavo la presenza di tali tesi nel film- erano assai evidenti, ma attendevo di vederlo. Sappi che non le condivido per nullla(pur comprendendole). Resto un sostenitore ammirato del progetto culturale e sociale scandinavo-anche su tali punti.
 

unkadunka

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Va visto VA,anche per vedere come le buone intenzioni poi si possano trasformare in un incubo sociale,così come ti invito a vedere il doc di Herzog su internet che ho pure recensito...
 

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Va visto VA,anche per vedere come le buone intenzioni poi si possano trasformare in un incubo sociale,così come ti invito a vedere il doc di Herzog su internet che ho pure recensito...

Lo vedro'.

https://1.bp.blogspot.com/-kJyqLeM8...3EXZYPBT_oHi2XEU0eWlv_MACLcB/s1600/081502.jpg






Ma sapevo già che voglion far passar per "incubo" cio' che "incubo" non è , o lo è solo per le anime mediocri. Le posizioni culturali alla base di certe scelte sono e restano ottime(per me).Si starà bene a Citta del Messico, a Mogadiscio o in certi quartieri napoletani o torinesi........
 
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