unkadunka
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Germania, 1919. Una giovane donna si raccoglie ogni giorno sulla tomba del fidanzato caduto al fronte. La sua routine è rotta dall'incontro con Adrien, soldato francese sopravvissuto all'orrore delle trincee. La presenza silenziosa e commossa del ragazzo colpisce Anna che lo accoglie e solleva di nuovo il suo sguardo sul mondo. Adrien si rivela vecchio amico di Frantz, conosciuto a Parigi e frequentato tra musei e Café. Entrato in seno alla famiglia dell'uomo, diventa proiezione e conforto per i suoi genitori che assecondano la simpatia di Anna per Adrien. Ma il mondo fuori non ha guarito le ferite e si oppone a quel sentimento insorgente. Adrien, schiacciato dal rancore collettivo e da un rimorso che cova nel profondo, si confessa con Anna e rientra in Francia. Spetta a lei decidere cosa fare di quella rivelazione.
Visto in lingua originale nella lodevole iniziativa di riproposta a Milano dei film di Venezia e Locarno.Premetto che Ozon è un regista che mi piace molto,sempre pronto a mettersi in gioco,cambiando sempre stile e modalità di narrazione.In questo caso riprende una storia già raccontata da Lubitsch,ampliandola e rendendola ancora più ambigua.Girato in uno splendido bianco e nero,con attori eccellenti,l'attrice è stata giustamente premiata in laguna,risulta tra i più interessanti visti in biennale.
Visto in lingua originale nella lodevole iniziativa di riproposta a Milano dei film di Venezia e Locarno.Premetto che Ozon è un regista che mi piace molto,sempre pronto a mettersi in gioco,cambiando sempre stile e modalità di narrazione.In questo caso riprende una storia già raccontata da Lubitsch,ampliandola e rendendola ancora più ambigua.Girato in uno splendido bianco e nero,con attori eccellenti,l'attrice è stata giustamente premiata in laguna,risulta tra i più interessanti visti in biennale.