... Senti ma cosa ne pensi delle foto? in effetti il personaggio indicato come il maestro ricorre in molte di queste ed è facilmente "riconoscibile" (alto, occhiali, orecchie un po' a sventola)... insomma come si spiega questa corrispondenza? le storie sono inventate o no? :?
ALT, alt, alt.
Le storie sono vere, Paul è stato davvero l'insegnante di Sebald per qualche tempo, Ambros Adelwarth (il terzo emigrato) era davvero il prozio di Sebald ecc. ecc.
Sebald ha ricostruito solo le loro storie perché tutte e quattro queste persone in un modo o in un altro, per una ragione o per un'altra sono state costrette a lasciare la Germania ( Selwyn era un lituano, Paul era per un 1/4 non ariano, Ambros era omosessuale...insomma tutte categorie non ben viste dal regime nazista).
Ed ecco il tema comune a tutti i libri di Sebald e che -
secondo la mia, e sottolineo secondo la mia, personalissima opinione - ne fa l'erede di H. Boll in quanto a tematiche e in quanto a critiche verso la Germania. Mi spiego. Boll nelle sue opere denuncia soprattutto l'ipocrisia dei tedeschi a guerra finita, nonché quel loro atteggiamento "camaleontico" che li ha portati ad indossare abiti (ideologie) nuovi con la stessa disinvoltura con cui avevano portato il vecchio (nazismo). La Germania a fine guerra è come se avesse gettato un colpo di spugna sulla guerra, sull'Olocausto, senza prendere davvero atto delle proprie azioni e delle proprie colpe. Usando la metafora di G. Grass nel Tamburo di latta è come se la Germania non avesse fatto i conti con la gobba di Oskar cioè con il peso della Storia, non assumendosi le proprie responsabilità, morali prima ancora che materiali. Ecco Sebald condivide queste posizioni di Boll. Lui figlio di un militare tedesco, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale e quindi privo di responsabilità si sente in colpa, e soprattutto si vergogna del comportamento della Germania verso non poca parte dell'Umanità. Apprende cosa sia stato l'Olocausto a scuola e la sua reazione sarà poi abbandonare la Germania e vivere in Gran Bretagna. Sebald è un altro emigrato, per scelta non per costrizione, e decide perciò di dare voce a quelle persone a cui in passato la Germania aveva negato questa voce.
Gli emigrati non è ancora ai livelli di Austerlitz - libro semplicemente bellissimo - ma i temi di fondo, ed in un certo senso anche le "ossessioni" di Sebald ci sono tutte. Ad es. le stazioni ferroviarie ed i treni te li ritroverai anche in Austerlitz...ma di questo parlerò in un altro post, qui ho fatto un papillo peggio dei tuoi
meno male che ero entrata solo per dire che sono quasi a metà del terzo emigrato
P.S. Non rileggo perciò non fare caso ad accenti, apostrofi e discordanze verbali