Gladwell, Malcolm - Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti

bouvard

Well-known member
Questo libro mi è stato regalato. Si sa i regali spesso vengono accantonati senza essere letti, e quando arriva la fatidica domanda “Ti è piaciuto?” si risponde subito “Certo, non potevi fare scelta migliore” che tradotto significa “Ma che cavolo di libro mi hai regalato!”. Purtroppo (o per fortuna visto com’è andata) il libro mi è stato regalato da una persona che se avessi mentito avrebbe impiegato due secondi a capirlo, perciò non avevo scelta, mi toccava leggerlo.
Pensavo di trovarmi davanti uno di quei libri che io definisco di “psicologia spicciola” per intenderci quelli del tipo “come imparare ad avere auto-stima”, “come imparare a farti rispettare” ecc. Poi però ho visto che l’autore era un sociologo e questo mi ha fatto ben sperare, forse dopotutto non avrei letto cavolate. Però a quel punto ho cominciato a pensare di essere caduta dalla padella nella brace, perché sicuramente si trattava di un libro noioso. Per fortuna invece l’autore ha lo stile scorrevole di un provetto giornalista (scrive per il “New Yorker”) e così inaspettatamente ne è venuta fuori una lettura istruttiva, molto soddisfacente e per niente noiosa.
Il libro analizza alcuni fenomeni sociali (l’improvviso successo di un modello di scarpe in vendita già da anni, il calo improvviso della criminalità a New York ecc.) cercando di spiegarne le cause. L’idea di partenza di Gladwell è che i cambiamenti sociali rispondono alle stesse regole delle epidemie. Per cui come nelle epidemie anche nei cambiamenti sociali, nelle “mode” ci sono delle figure che ne consentono il dilagare. Sono venute così fuori alcune figure che conoscevo anche se non mi ero mai soffermata a considerare a fondo il loro “ruolo” sociale: i connettori, gli esperti di mercato e i venditori.
Tanto più un’idea, un progetto viene a contatto con un connettore tanto più avrà successo, perché i connettori hanno l’abilità di mettere in contatto persone diversissime fra loro, sono quasi una sorta di ponte fra settori, ambiti diversi. Forse la cosa che più colpisce in questo libro è l’idea – come dice lo stesso sottotitolo - che i grandi cambiamenti sociali vengono innescati sempre da un cambiamento molto piccolo, apparentemente estraneo al cambiamento finale. E’ stato interessante riscoprire alcune teorie che conoscevo (quella dei “sei gradi di separazione”) ma di cui ignoravo la genesi, ed altre (quella del “150”) che invece ignoravo del tutto.
Certo a volte Gladwell si sofferma a considerare esempi prettamente americani (tipo alcuni programmi di successo per bambini) estranei alla nostra conoscenza perciò magari può risultare un po’ fastidioso, ma in effetti quelle divagazioni hanno un loro perché, e spiegano perfettamente i concetti analizzati. In conclusione fa bene intervallare ogni tanto i romanzi con letture che cercano di spiegare aspetti della realtà in cui viviamo.
Adesso mi tocca anche ringraziare chi mi ha regalato il libro :wink:
 
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bonadext

Ananke
Questo libro mi è stato regalato. Si sa i regali spesso vengono accantonati senza essere letti, e quando arriva la fatidica domanda “Ti è piaciuto?” si risponde subito “Certo, non potevi fare scelta migliore” che tradotto significa “Ma che cavolo di libro mi hai regalato!”.

Il miglior incipit di sempre! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :wink:
 
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