Oratoria e grafofilia

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Cosa vi piacerebbe essere, un bravo oratore o un bravo grafofilo?
Personalmente sono un pessimo oratore. Non riesco a dire mai quello che sono in grado di scrivere. I termini non escono; se mi metto seduto con carta e penna allora vado molto meglio. Non sono uno scrittore eccelso, farei tutt'altro forse nella vita. Ho il cervello lento? Sono duro di comprendonio? :mrgreen:

So che esistono degli scrittori molto bravi che in pubblico non riuscivano a spiccicar parola se non prendendo appunti prima.

Strana cosa eh? Che mi dite?
 

malafi

Well-known member
Anch'io, per natura e per carattere, prediligo la comunicazione scritta. Mi è sempre riuscita meglio.
Già ai tempi della scuola (ma anche dell'università pur avendo studiato materie tecniche) sono sempre 'andato meglio' negli scritti che negli orali.
Per avere buoni risultati nelle interrogazioni, dovevo essere assolutamente padrone della materia: non riuscivo ad improvvisare e a 'vendermi'. Insomma, mai stato un oratore 'nato'.

Idem nella vita privata e nel lavoro.
Per mettere ordine ai miei pensieri, per fissare i concetti nella mia mente e per ridurre la complessità mi occorre farmi schemi, appunti ecc...

Continuo a prediligere la comunicazione scritta, anche se a tutto ci si abitua.

Per lavoro infatti mi capita spesso di fare formazione o relazioni a convegni: mi sono dovuto violentare in passato per questo, complice anche una voce non stentorea e con un timbro non eccelso.
Ora mi riesce piuttosto bene e non ho bisogno di tanti appunti o slide: ma devo essere ben padrone della materia: mentre nella comunicazione scritta riesco a costruire ragionamenti complessi anche su temi che non padroneggio perfettamente, nella comunicazione orale riesco raramente ad andare oltre temi e concetti che mi sono ben chiari.

Che volete, sono timido :oops:
 

gamine2612

Together for ever
:? :mrgreen: almeno averne una delle due qualità.
Oratoria zero, sono un po' chiusa anche se migliorata ed ho un ritmo di conversazione abbastanza lento.
I prof. dicevano ai miei che davo impressione di non sapere , mentre in realtà bastava interrogarmi ( simulatrice?)
Mi resta l'ironia su cui giostrarmi :mrgreen:

In quanto alla scrittura, sono contorta e logorroica.
Cerco forzatamente di tagliare e semplificare quello che scrivo rivedendo i messaggi :wink:
 

Tanny

Well-known member
Cosa vi piacerebbe essere, un bravo oratore o un bravo grafofilo?
Personalmente sono un pessimo oratore. Non riesco a dire mai quello che sono in grado di scrivere. I termini non escono; se mi metto seduto con carta e penna allora vado molto meglio. Non sono uno scrittore eccelso, farei tutt'altro forse nella vita. Ho il cervello lento? Sono duro di comprendonio? :mrgreen:

So che esistono degli scrittori molto bravi che in pubblico non riuscivano a spiccicar parola se non prendendo appunti prima.

Strana cosa eh? Che mi dite?

Mentre scrivo combino sempre un mucchio di casini, ho il brutto vizio di scrivere troppo di getto e poi tornare indietro a controllare, il fatto è che non controllo mai abbastanza e mi ritrovo a mandare in giro testi con errori macroscopici, oltre agli onnipresenti errori di battitura mi capita spesso di ripetere per due volte la stessa parola, modificare un termine o una frase senza correggere l'articolo o il tempo verbale, insomma riesco ad esprimermi con la scrittura ma sono un tremendo casinista.
Dal punto di vista dell'oratoria invece me la cavo abbastanza bene, ho la capacità di attirare l'attenzione del pubblico, ma ho un difetto che non riesco assolutamente a correggere: quando parto a fare un discorso mi soffermo a puntualizzare delle cose e poi finisco per parlare di tutt'altro.

La cosiddetta oratoria è per la maggior parte una questione di abitudine, per questioni professionali e non, mi capita spesso di dover parlare con molte persone, a forza di fare queste cose ormai è diventata per me la normalità e non mi fa più nessun effetto; ci sono persone che parlano meglio di altre e che riescono ad esprimersi e coinvolgere maggiormente la platea, quelle che trovano difficoltà ad esprimersi molto spesso non è a causa di una loro mancanza, ma è solo un fatto di abitudine e molto spesso le brutte figure nel parlare sono da imputarsi alla semplice paura di stare davanti ad una platea.
Mi è capitato di conoscere delle persone molto brillanti che esprimevano concetti bellissimi completamente bloccati davanti ad una platea di 20-30 persone, quindi ripeto, non basta saper esprimere dei concetti, ma occorre essere capaci di spiattellarli ad un pubblico senza tanti problemi, e vi assicuro che non è una cosa semplice.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Ottimi interventi che mi hanno dato da pensare. Abbiamo degli ottimi grafofili e pessimi oratori allora. L'eccezione è Tanny. Che sembra prediligere l'opposto.
Ho riflettuto però circa quello che ha scritto Malafi e ne convengo: se dovessi spiegare ad un pubblico certi aspetti del mio lavoro riuscirei ad essere preciso, conciso il giusto, chiaro e comprensibile. Quindi gli oratori più bravi sono quelli che parlano già di cose che conoscono? Quelli che, come sottolinea Tanny, si sono abituati a stare davanti ad un pubblico?
Eppure si può imparare a parlare in pubblico, dicono. Nell'antica Grecia, nel 500 A.C., insegnavano l'arte dell'oratoria.
Non che m'interessi diventare un futuro Cicerone, ma sembra che, se uno non è proprio impedito e conosce quattro parole in croce, si possa migliorare lavorando sulle cause che spesso sono fobie varie.

Edit: ho trovato un bel video. Eccolo...

 

shvets olga

Member
In stato normale io sono ne oratore ne grafofila, ma ho notato una cosa strana, quando bevo un po' di vino divento una brava oratore, ma mai grafofila :D :mrgreen:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Ingiustificatamente mi pare. Non scrivi male, anzi! E nemmeno in modo ridondante, prolisso, mi sembra.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Traducendo in termini contemporanei, la domanda è: preferirei essere scrittore o conduttore radiofonico?

Entrambe professioni attraenti e difficili.

Per quanto mi riguarda, senz'altro scrittore.

Voglio estremizzare, portando i concetti al di là del vero: chi fa l'oratore deve saper gestire l'arte della menzogna. Per essere accattivanti da subito e per far prese su un auditorio, bisogna "vendere" una realtà, senza curarsi se quella realtà è vera o finta

Le parole volano e per far sì che vengano ricordate bisogna dire cose eccezionali, mirabolanti. Promettere milioni di posti di lavoro, di abbassare le tasse o raccontare di rapimenti alieni.

Viceversa la scrittura è verità. Analisi a menta fredda. E si rivolge ad una comunità pronta a prendersi tutto il tempo necessario per comprendere l'atto creativo. Il lettore vuole la verità, non lo stupore.


Ripeto che ho estremizzato le situazioni, probabilmente ben oltre alle realtà, eterogenee e tutte diverse.
 

Marzati

Utente stonato
Io sono una via di mezzo: non me la cavo eccelsamente in nessuno dei due ambiti, ma vado bene in entrambi. Manifesto però il "problema" descritto sopra da Tanny, ossia la capacità di saper parlare ad un pubblico. Quando mi esercito per le interrogazioni a casa, da solo, ho una modesta ma bella padronanza della lingua, dell' intonazione, dei gesti. Durante l' interrogazione (ma anche, ahimè, in situazioni "normali"), davanti agli altri, non mi blocco, ma perdo la calma, e la qualità cala notevolmente. Negli scritti, invece, sono solo io e il foglio, indipendentemente da chi lo leggerà, e così non incorro nel problema di sopra.
 

Tanny

Well-known member
Io sono una via di mezzo: non me la cavo eccelsamente in nessuno dei due ambiti, ma vado bene in entrambi. Manifesto però il "problema" descritto sopra da Tanny, ossia la capacità di saper parlare ad un pubblico. Quando mi esercito per le interrogazioni a casa, da solo, ho una modesta ma bella padronanza della lingua, dell' intonazione, dei gesti. Durante l' interrogazione (ma anche, ahimè, in situazioni "normali"), davanti agli altri, non mi blocco, ma perdo la calma, e la qualità cala notevolmente. Negli scritti, invece, sono solo io e il foglio, indipendentemente da chi lo leggerà, e così non incorro nel problema di sopra.

Quello che dici è una cosa normalissima, l'esempio lampante è quando intervistano delle persone per strada e quelli rispondono come dei "tonti", il fatto è che parlare ad un pubblico o ad una telecamera è una cosa che mette a disagio moltissime persone, alla fine non è nulla di speciale, ma è una cosa che la stragrande maggioranza delle persone non fa praticamente mai e quindi si trovano a disagio.
Ricordo la mia prima uscita in pubblico: c'era un silenzio di tomba ed ero davanti ad una platea di 300 persone, mi tremavano le gambe, avevo la voce strozzata ed ho detto la metà di quello che volevo dire, la tragedia è stata che mi sono bloccato per tre volte ed il tempo sembrava non finire mai, solo il fatto di ricordare quell'esperienza mi crea disagio.
C'è chi è fortunato ed ha un dono di natura per queste cose, ma sono ben pochi, alla fine l'esperienza la si fa con la pratica, l'importante è la costanza e non abbattersi per il fatto che i primi risultati possono essere deludenti.

Poi un altra cosa che conta è il contesto in cui ci si trova, pensa di dover raccontare una barzelletta davanti ad un gruppo di amici e dover far la stessa cosa davanti ad un gruppo di sconosciuti, la situazione cambia completamente
 

malafi

Well-known member
C'è chi è fortunato ed ha un dono di natura per queste cose, ma sono ben pochi, alla fine l'esperienza la si fa con la pratica, l'importante è la costanza e non abbattersi per il fatto che i primi risultati possono essere deludenti.

Quoto e sottoscrivo: è stato il mio stesso percorso.
 

Grantenca

Well-known member
Per lavoro ho scritto (penso discretamente) soprattutto lettere commerciali. Dico "discretamente" perché a questo sono stato delegato dagli altri nei pochi posti dove ho lavorato. Per "l'oratoria" ho condotto qualche consiglio di amministrazione in modo, spero, passabile, ma mi sonio espresso al meglio all'interno degli spogliatoi di una squadra di calcio. Ciò è dovuto alla mia cultura, formatasi soprattutto nella lettura di giornali sportivi. A parte gli scherzi penso anch'io che l'esercizio sia indispensabile per poter parlare in pubblico con profitto, e sono convintissimo che per un giovane la miglior palestra, in questo senso, sia fare una certa attività politica.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Sono più portata per la scrittura che per l'oratoria, a parole sono molto emotiva, cosa che con la scrittura riesco a superare.
Quando non riesco a fare una cosa come vorrei mi incaponisco e ne faccio un'ossessione, il fatto di non riuscire a fare dei bellissimi discorsi, sconvolgenti, affascinanti, mi ha condizionato parecchio a livello sociale e, quando ho cominciato a farmene una ragione, i miei discorsi sono migliorati, anche se so che non sarò mai in grado di fare un comizio, condurre un telegiornale, tenere una lezione o lavorare in un call center (tutte cose che invidio).
 
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