Perutz, Leo - Il Maestro del Giudizio Universale

bouvard

Well-known member
Il Maestro del Giudizio Universale era uno dei libri preferiti da Ian Fleming il creatore di 007, e Jorge Luis Borges lo metteva tra i 10 gialli più belli del Novecento. Francamente non so se questo libro possa essere considerato solo un giallo, non a caso è stato scritto da un autore difficile da “etichettare”. Giallo, fantastico, noir? Secondo me Perutz ha saputo crearsi un “genere” tutto suo – come altri autori hanno saputo crearsi un linguaggio tutto loro - mischiando generi diversi tanto che qualcuno – con una battuta che poi non è solo una battuta – lo ha definito “il risultato di una scappatella tra Franz Kafka e Agatha Christie”.

Al di là della battuta divertente c’è del vero in questa affermazione, perché Perutz letterariamente ha molto di questi due autori. Ricorda Kafka nel suo essere un narratore fantasioso, visionario, a tratti surreale e forse questo deriva ad entrambi dall’aria magica ed esoterica della loro Praga e per quel senso di “indefinito” che domina i suoi scritti, ma Perutz era anche un matematico dalla mente rigorosa e la sua meticolosità ed attenzione per i dettagli ricorda molto quella della Christie. Le sue storie sono fantasiose e a tratti inverosimili, ma anche assurdamente logiche e rigorose. Sembra un paradosso conciliare fantastico e rigore matematico? Vi assicuro che Perutz ci riesce benissimo. La precisione dei suoi meccanismi narrativi è tanto perfetta da far invidia ad un orologiaio svizzero.

Un pittore senza apparenti problemi né economici, né familiari all’improvviso si suicida senza lasciare neppure due righe alla famiglia. Il fratello, ufficiale di marina, non si capacita di questa morte improvvisa e vuole scoprirne le ragioni, ma quando le scopre si suicida anche lui. Eugen Bischoff, famoso attore di corte, racconta la storia di questi due suicidi ad un variegato, quanto poco armonico, gruppo di amici che si sono riuniti in casa sua per una serata di musica. Dopo mezz’oretta sul punto di scoprire le ragioni di quei suicidi muore anche lui. Omicidio o suicidio? Inizia così la caccia “all’assassino”…
Come dicevo questo libro non è un giallo classico, anche se – per ragioni che non dirò per non rovinare la lettura ad altri – leggendolo mi sono venuti in mente sia lo Studio in rosso di Conan Doyle, e ancor di più Il nome della Rosa (no, non pensate al veleno sui bordi delle pagine non è per quello).
Perutz è bravissimo nello sviluppare l’idea che ognuno di noi ha un suo “orrore” personale con cui deve confrontarsi sempre, e lo è ancora di più nel mischiare in continuazione le carte, fino a quel capovolgimento finale quando ormai si pensava di aver scoperto la “verità”.

Chi è il Maestro del Giudizio Universale? Quel “Giudizio Universale” mi aveva un po’ depistata e fatto pensare ad altri, però almeno per un particolare non ero andata troppo lontana dalla realtà (vabbé con Perutz si fa per dire realtà). Mi rendo conto che non ho detto quasi niente del libro e francamente non potevo fare diversamente perché la suspence in questo libro è tutto (come sempre per i libri di Perutz) posso solo dirvi di leggerlo perché è bello, scorrevole, intrigante, vi tiene incollati alle pagine, vi farà credere qualcosa per poi presentarvi una “verità” completamente diversa, e questa è ovviamente la ragione per io cui adoro questo autore.
 
Ultima modifica di un moderatore:

selen

Member
Libro breve ma intenso, avvicente fino alla fine!
Perutz è un Maestro della narrativa.
Consigliatissimo!
 
Alto