De Sade, Marchese- Justine o le disavventure della virtù

isola74

Lonely member
l racconto è incentrato sulla figura di Justine, una giovane ragazza di nobile famiglia improvvisamente divenuta orfana che si prefigge di vivere in maniera assolutamente onesta e rispettosa della morale cattolica.
Tutti i suoi sforzi risulteranno inutili: non riesce a difendere nè la sua virtù nè se stessa.
Alla fine viene in suo aiuto solo la sorella Juliette che, al contrario di Justine, ha "assecondato vizi e perversioni" ed ha fatto fortuna.
:mrgreen:

Mi sto ancora chiedendo perchè questo sia uno dei libri da leggere assolutamente prima di morire.
Ho trovato la scrittura molto poco fluida - e questo ci può stare visto che è stato pubblicato del tardo '700- ma anche la storia raccontata dalla protagonista non scherza: una lagna continua.
Ovviamente tutto lo "scandalo" che ha accompagnato il libro, oggi è molto ridimensionato. La morale cambia e si evolve con la società, le descrizioni più scabrose sono nella parte finale del racconto, ma risultano più che altro disturbanti e secondo me superflue.
I veri temi del libro, da estrapolare dal contesto, sono l'ipocrisia della morale, la corruzione della Chiesa, l' impossibilità di ribellarsi al proprio destino, ma l'antipatia di Justine supera tutto.

Io non lo consiglio.
 

SALLY

New member
l racconto è incentrato sulla figura di Justine, una giovane ragazza di nobile famiglia improvvisamente divenuta orfana che si prefigge di vivere in maniera assolutamente onesta e rispettosa della morale cattolica.
Tutti i suoi sforzi risulteranno inutili: non riesce a difendere nè la sua virtù nè se stessa.
Alla fine viene in suo aiuto solo la sorella Juliette che, al contrario di Justine, ha "assecondato vizi e perversioni" ed ha fatto fortuna.
:mrgreen:

Mi sto ancora chiedendo perchè questo sia uno dei libri da leggere assolutamente prima di morire.
Ho trovato la scrittura molto poco fluida - e questo ci può stare visto che è stato pubblicato del tardo '700- ma anche la storia raccontata dalla protagonista non scherza: una lagna continua.
Ovviamente tutto lo "scandalo" che ha accompagnato il libro, oggi è molto ridimensionato. La morale cambia e si evolve con la società, le descrizioni più scabrose sono nella parte finale del racconto, ma risultano più che altro disturbanti e secondo me superflue.
I veri temi del libro, da estrapolare dal contesto, sono l'ipocrisia della morale, la corruzione della Chiesa, l' impossibilità di ribellarsi al proprio destino, ma l'antipatia di Justine supera tutto.

Io non lo consiglio.


....stessa mia impressione, al contrario di te, non sono riuscita a finirlo, l'ho mollato circa a metà!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
....stessa mia impressione, al contrario di te, non sono riuscita a finirlo, l'ho mollato circa a metà!

Io idem. Mollato a metà. Noioso, per nulla libertino, piuttosto vagamente osceno.

Appolinaire disse che de Sade fu l'uomo più libero che avesse mai calpestato terra. Per me la perversione, per altro ai suoi limiti estremi (vedi le 120 giornate di sodoma), è frutto di una mente malata, degenerata.

Credo che de Sade passò alla storia perché fosse una buona penna, per quanto riguarda i contenuti lasciano alquanto perplessi.
 

Clarisse

New member
Io idem. Mollato a metà. Noioso, per nulla libertino, piuttosto vagamente osceno.

Appolinaire disse che de Sade fu l'uomo più libero che avesse mai calpestato terra. Per me la perversione, per altro ai suoi limiti estremi (vedi le 120 giornate di sodoma), è frutto di una mente malata, degenerata.

Credo che de Sade passò alla storia perché fosse una buona penna, per quanto riguarda i contenuti lasciano alquanto perplessi.

Condivido in toto.

Penso che l'idea di unire le descrizioni oscene alle riflessioni filosofiche sia nata piu' che altro come uno strumento narrativo nella speranza che, scrivendo un'opera in grado di scioccare il lettore, passasse con piu' forza anche il messaggio sociale ad esso legato.

Io ho letto questo libro parecchio tempo fa e, nonostante lo abbia portato a termine, ricordo di aver saltato molte pagine perche', pur trovando interessanti certe riflessioni sulla morale e sulla societa' dell'epoca, i passi in cui venivano descritte le sevizie mi davano letteralmente il voltastomaco.
 

ila78

Well-known member
La mia curiosità mi spinge delle volte a fare scelte di cui presto mi pento, è il caso del Marchese de Sade: la "mentalità" dell'epoca (e l'epoca in generale) mi ha sempre affascinata, il sadico Marchese mi aveva sempre incuriosita, così mi sono decisa. Mai decisione fu più infelice: noioso, prevedibile, ripetitivo e per tutta la prima parte mi sono chiesta "Embè....tutto qui lo "scandalo"? In pratica non racconta niente di esplicito, lascia "intuire", poi nella seconda parte, da questo punto di vista migliora leggermente, almeno si riconosce il sadismo per cui l'autore è celebre, ma questo non basta a salvare un romanzo banale e senza capo né coda. Stendiamo un velo pietoso sulla protagonista (insopportabile, noiosa bigotta) e sul finale che ti fa pensare "No, ma davvero finisce così????". Insomma, caro il mio Marchese, i tuoi sofismi sulla virtù e sul peccato, i mille modi di presentare la depravazione (solo maschile ho notato...Non c'è mai una donna che frusta, appende, picchia, sbruciacchia un uomo) non bastano a salvarti. Per me è no su tutti i fronti.
 
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