Seidl, Ulrich - Der Ball

elisa

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Horn, città natale di Ulrich Seidl, è un piccolo comune della Bassa Austria. L’evento mondano che scuote il paese dal suo rigor mortis (il documentario si apre e si chiude su vedute urbane che mostrano soltanto strade deserte) è il ballo scolastico organizzato dai maturandi. Seppur ancora agli inizi (si tratta infatti del suo secondo film), il regista dimostra già come si possa fare del soggetto un pretesto per cogliere quanto di grottesco c’è nel quotidiano. Dietro l’allegria un po’ isterica che si respira a ridosso dell’evento si agitano infatti non poche frustrazioni (sessuali, di classe). Il progetto, una volta concluso, viene respinto sia dal comune, che proibisce agli esercenti di proiettarlo, sia dai docenti della Vienna Film Academy, i quali, ritenendo il film indegno per l’immagine dell’istituto, decisero di allontanare Seidl dalla scuola.

Il cinema di Seidl è un cinema disturbante, che mette a disagio lo spettatore, tanto riesce a rendere paradossale qualsiasi cosa lui filmi ponendo l'accento sul perbenismo, il buonismo, il sentire comune. Non c'è niente di meno politically correct nel suo cinema che è sinceramente "politico" senza farne menzione. Il suo primo cortometraggio era stato definito "pornografia sociale", visto anche quello in occasione di FilmMaker quest'anno a Milano, si intitola Einsvierzig e ritrae la vita di un uomo alto un metro e quaranta centimetri.
 
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