Draper, Sharon M. - Melody

Spilla

Well-known member
"Melody ha una memoria fotografica eccezionale. La sua mente è come una videocamera costantemente in modalità "registrazione". E non c'è il tasto "Cancella". È l'alunna più intelligente della scuola, ma nessuno lo sa."

Melody ha 11 anni e non ha mai potuto dire 'ti voglio bene' alla sua mamma. Perché Melody non parla. E non cammina. E, a parte le braccia e gli occhi, non muove nessuna parte del corpo.
Con incredibile realismo e delicatezza l'autrice descrive il mondo della disabilità 'dall'intarno', portandoci per mano a comprendere quanto cieco, chiuso e inadeguato sia l'atteggiamento dei cosiddetti normodotati nei confronti della complessa e ricchissima umanità di coloro che vengono sbtrigativamente descritti come 'diversi'.

Per favore, leggetelo :) :) :)
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Di storie ormai posso dire di averne lette parecchie, ma poche sono state narrate in modo così realistico: se non l'avessi saputo non avrei creduto che la scrittrice fosse una persona adulta e normodotata: già non è semplice rappresentare al meglio ciò che passa per la testa dei bambini, figuriamoci la difficoltà quando si aggiunge tutto ciò che una disabilità così grave porta con sé, che anche chi lo vive continuamente non riesce a spiegare con chiarezza; lei non solo ci è riuscita, ma ha anche dato vita ad una ragazzina coraggiosa e forte come cento leoni, consapevole di essere molto più di ciò che gli altri credono e pronta a dimostrarlo con le unghie e con i denti. La storia di Melody spesso non è facile da affrontare, ma nello stesso tempo non ce ne si riesce a staccare perché lei ci mette davvero poco a conquistare chiunque abbia la voglia di scoprire il suo bizzarro e incredibile mondo interiore.
La mia disabilità è decisamente meno grave di quella di Melody, ma in certe situazioni è stato inevitabile ritrovarsi, specialmente in ciò che succede nella parte finale della storia, in cui Melody è stata fantastica. Una cosa ci tengo a dirla cercando di non fare spoiler: sono grata all'autrice perché avrebbe potuto dare una conclusione in cui vissero tutti felici e contenti e invece ha preso la strada più dolorosa (tranquilli, non muore nessuno), però decisamente con più probabilità di verificarsi nella realtà, e per quanto faccia male noi disabili meritiamo che qualcuno mostri quanto certi comportamenti nei nostri confronti siano meschini, chissà che qualcuno leggendo non faccia tesoro di ciò che ha compreso.
 
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