Mazzariol, Giacomo - Mio fratello rincorre i dinosauri

Spilla

Well-known member
Avere un fratello con la Sindrome di Down significa vivere un'avventura dolceamara. Lo ha sperimentato Giacomo, che ha trascorso i primi anni dopo la nascita di Giovanni chiedendosi in cosa consistessero i superpoteri di cui tutti parlavano (questa era la sua interpretazione dell'espressione "bambino speciale" :D ) e, più tardi, a nascondere l'esistenza del fratellino a compagni di classe e coetanei. Finché non ha capito quanto incredibile, unica, affascinante sia la possibilità di vivere con una persona di perfetta semplicità, che sul campo di calcio dimentica di calciare il pallone e si ferma a raccogliere le margherite...
Una testimonianza di affetto autentico, davvero dolce e utile per tutti.
 

Valuzza Baguette

New member
Ho trovato questo libro molto toccante,ma non tanto per gli argomenti trattati ma per il modo appunto in cui sono stati trattati,mi è sembrato molto vero,poco infiorettato ma reale.
Un libro che ho letto tutto d'un fiato e che fa commuovere,ma di una commozzione bella,non di circostanza,per l'affetto che si percepisce da parte di Giacomo per il fratello.
Ho ben poco da dire se non che è stata una lettura davvero bella.
 

qweedy

Well-known member
Bellissimo racconto di vita reale, con tono fresco e ironico affronta temi fondamentali senza retorica.
Consigliato!

“Giovanni che va a prendere il gelato.
-Cono o coppetta?
-Cono!
-Ma se il cono non lo mangi.
-E allora? Neanche la coppetta la mangio!”

“Gio, tra i molti problemi, aveva un talento particolare: sapeva creare una storia diversa con ognuno. Si sarebbe potuto scrivere un libro sul rapporto tra Gio e ogni singola persona che gli gravitava attorno, e sarebbe stata una saga più lunga del Signore degli Anelli. Gio creava mondi. Ognuno di noi camminava con lui lungo una strada personale. E la cosa pazzesca era che riusciva a essere diverso con tutti, ma sempre se stesso.”

“Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. È talmente più grande di noi, la vita. È complessa, ed è misteriosa. [...] – L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare – disse. – Amare senza condizioni.

«Ma niente, più cercavo di insegnargli, più imponevo la mia visione, più lui sbagliava. Era come insegnare a un diplodoco a ballare in punta di piedi. E l’unica cosa che pensavo era che io avevo ragione e lui no. Io sapevo fare le cose e lui no. Io miglioravo e imparavo e lui no. Io provavo a fargli fare i compiti, lui giocava con la matita, rideva e io mi innervosivo, e a quel punto di innervosiva pure lui e finiva tutto in un vaffanculo generale. Giovanni era una danza. Giovanni è una danza. Il problema è sentire la sua stessa musica.»

"Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche"
 

francesca

Well-known member
Libro scorrevole, frizzante, toccante, divertente, profondo. Potrei continuare ad elencare decine di aggettivi, tutti positivi, che si attraggono e si oppongono.
E’ un libro che racconta una storia vera, particolare, un’educazione sentimentale moderna di un ragazzo, Giacomo, che si trova a fare i conti con la disabilità del fratello Giovanni. Il lettore diventa protagonista egli stesso, insieme all’autore, di una crescita nella consapevolezza della diversità del fratello come una ricchezza: ricchezza che prima di tutto viene accolta e raccontata dai genitori, e piano piano irrompe anche nella vita di Giacomo, suo malgrado, quando si accorge che l’umanità, la sua diversità del fratello cambia le persone e l’ambiente intorno a lui, rende tutto semplice e bello.
Ma nonostante non si possa che dire bene di un libro simile, della sua storia, delle persone descritte, soprattutto tenendo conto che è una storia vera e che l’autore è un ragazzo non ancora ventenne, il libro non mi ha convinto fino in fondo.
Mi è sembrato molto costruito, e non capisco se è perchè l’autore usa un linguaggio e ha uno sguardo adolescenziale sulla vita e io sono troppo vecchia per lasciarmi coinvolgere fino in fondo dalla zia new age, ai riferimenti musicali colti contrapposti a quelli più commerciali, all’innamoratina che cambia città sul più bello o perché veramente molti elementi sono messi lì a posta per ammiccare ad un pubblico ben preciso in modo così scoperto da risultare un po' stucchevole.
Alla fine nei ringraziamenti Mazzariol cita il video di cui racconta la genesi alla fine del libro, spiegando com’è nata l’idea di passare dal video al racconto scritto. Inevitabile quindi andare a vedere il video, The simple interview. Ecco, il video invece mi ha colpito moltissimo, l’ho trovato vero, ho ritrovato tutta quella genuinità che questa storia veramente ha in sé e che non ho sentito fino in fondo nella lettura.

Francesca
 
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