Rigoni Stern, Mario - Il bosco degli urogalli

Tanny

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Il bosco degli urogalli è una raccolta di racconti, i protagonisti principali sono la guerra di cui ci sono molte descrizioni ma soprattutto la caccia, si narra di galli cedroni (urogalli), forcelli, pernici, volpi, lepri ma soprattutto di boschi e di natura, il tutto narrato egregiamente ma con semplicità; la forza di questo libro non è tanto quella di racontare delle semplici vicende, ma di immergere il lettore a tal punto da renderlo partecipe della scena.

Dei panorami di montagna descritti nel libro sinceramente posso dire di saperla lunga dato che ci vivo, leggendo le descrizioni di Rigoni Stern mi sembrava di andare a spasso per il bosco e mi hanno fatto un effetto incredibile, per quanto riguarda la parte di caccia, più volte ho preso parte a delle battute con degli amici cacciatori e nonostante me ne andassi in giro senza fucile (non ho la licenza) ed armato solo di binocolo, conosco abbastanza bene la sensazione e nel libro ho visto descritte delle situazioni che ho provato sulla mia stessa pelle, come ad esempio l'insonnia che precede il primo giorno di caccia e quando vedi partire l'animale, mi sono immaginato le vicende narrate nei posti a me familiari: la zona dell'arena dei forcelli che vado sempre a vedere quando sono in amore, la zona in cui ho visto il mio l'unico gallo cedrone (ora sono estremamente rari), l'ermellino che zampetta su in sasso lungo un sentiero utilizzato in passato dai contrabbandieri, la volpe che va a far scorribande nel pollaio del vicino di casa; insomma questo libro mi ha fatto viaggiare incredibilmente con la fantasia e non posso far altro che consigliarlo caldamente.

Questo è il mio primo libro di Mario Rigoni Stern, ma è stata una piacevole scoperta, voto 5/5, ampiamente meritato.
 

malafi

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Questo è il mio primo libro di Mario Rigoni Stern, ma è stata una piacevole scoperta, voto 5/5, ampiamente meritato.

A mio parere il migliore scrittore di montagna.
Non dico che sia superiore a Buzzati come scrittore in generale, ma per quello che trasmette della vita sui monti è n°1
 

bouvard

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Ognuno di noi ha i suoi libri “del cuore”, quei libri cioè che riescono a toccargli alcune corde dell’animo che altri libri - per quanto altrettanto belli e talvolta addirittura anche più belli - non riescono a toccare. Sarò forse strana, ma i miei libri “del cuore” non sono infatti – con una sola eccezione - anche i libri più belli che ho letto.
La Storia della Morante penso sia più bello de L’isola di Arturo. Eppure…eppure fra i miei libri “del cuore” c’è il secondo e non il primo. Perché La Storia per quanto lo abbia trovato bellissimo, per quanto mi abbia emozionato, non mi ha però “scombussolato” come ha fatto L’isola di Arturo. E’ un po’ come quando ci si innamora difficile spiegare perché succeda.
Adoro Faulkner, Steinbeck e Boll, ma – fatta eccezione per Diario d’Irlanda opera minore di Boll – nessuno dei loro libri è tra i miei libri “del cuore” e nessuno di loro – per quanto ripeto li ami - è un mio Autore “del cuore”. A dire il vero fino a poco tempo fa non lo avevo neppure un autore “del cuore”.
Poi ho letto Mario Rigoni Stern e inspiegabilmente me ne sono “innamorata”. Inspiegabilmente perché io non sono una “montanara”, tanto per capirci comincio ad avere le vertigini già al terzo gradino di una scala, staccare le tende di casa per me è come scalare il K2. Non bastasse anche con la neve non ho un buon rapporto, l’ho sempre considerata la cosa più vicina alla morte.
Eppure…eppure leggere i suoi libri è ogni volta come riaprire un vecchio cassetto della memoria. E’ come riascoltare i racconti di guerra di mio nonno, riandare per boschi con mio fratello, risentire profumi e sapori della mia infanzia. Leggere i suoi libri significa riscoprire una vita a misura d’uomo. Riscoprire un senso più “naturale” del tempo, dell’amore per gli animali ed anche della solitudine.
Potete dirmi che i suoi libri non sono i più belli che siano mai stati scritti e che ci sono Autori ben più importanti, ne sono consapevole, ma resta il fatto che questo “pino mugo” – come lui stesso si definì – riesce a far vibrare il mio cuore come neppure il grande Dostoevskij riesce a fare.
Se potessi scegliere come saper scrivere mi piacerebbe scrivere come Mario Rigoni Stern. Con la sua semplicità, dolcezza e incisività.
Lo so non ho detto niente del libro, ma sarebbe stato inutile, perché da “innamorata” leggo i suoi libri con occhi diversi da come li leggereste forse voi…
 
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