bouvard
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Uomini boschi e api – come capita spesso con Mario Rigoni Stern – non è un romanzo. Sono brevi racconti senza grandi avvenimenti, perché la loro essenzialità sono le descrizioni. Leggere Rigoni Stern è infatti come guardare un bel documentario – uno di quelli ben fatti e ben raccontati – sulla natura e sugli animali.
“Vorrei che tutti potessero ascoltare il canto delle coturnici al sorgere del sole, vedere i caprioli sui pascoli in primavera, i larici arrossati dall’autunno sui cigli delle rocce, il guizzare dei pesci tra le acque chiare dei torrenti o le api raccogliere il nettare dei ciliegi in fiore”.
Ecco questo è Mario Rigoni Stern. Un uomo semplice con desideri semplici. Ma questi suoi desideri semplici sono quelli che possono salvarci in questo mondo iper-attivo, veloce e caotico. Sono infatti un richiamo alla riscoperta del silenzio e della lentezza. Il silenzio e la lentezza della natura.
Non ha tutti i torti chi definisce Rigoni Stern un “montanaro”, perché era uno abituato a vivere in montagna e a contatto con gli animali e abituato a rispettare entrambi. I suoi libri dovrebbero essere fatti leggere a tutti, compresa molta gente (NON tutti ovvio) che si professa “ambientalista”, “animalista” e altri “ista” vari. Perché anche fra questi molti dovrebbero capire che amare gli animali significa RISPETTARLI. E rispettarli significa farli vivere nel loro ambiente naturale e fargli fare la vita che hanno fatto per milioni di anni prima che gli uomini scoprissero questa “moda”.
Gli animali NON sono e NON devono essere un surrogato a ciò che manca nella nostra vita o a ciò che noi non siamo in grado di crearci. Gli animali NON esistono in funzione dell’uomo. Hanno una loro essenzialità, né più, né meno degli uomini. E quella essenzialità dev’essere rispettata. Infatti NON sono loro ad aver bisogno di noi, ma siamo noi ad avere bisogno di loro.
“Natura, ecologia, parchi naturali, paiono parole riscoperte e di moda: ovunque se ne fa un gran parlare; e certe volte, appunto perché di moda, con poca cognizione e a sproposito”.
“Vorrei che tutti potessero ascoltare il canto delle coturnici al sorgere del sole, vedere i caprioli sui pascoli in primavera, i larici arrossati dall’autunno sui cigli delle rocce, il guizzare dei pesci tra le acque chiare dei torrenti o le api raccogliere il nettare dei ciliegi in fiore”.
Ecco questo è Mario Rigoni Stern. Un uomo semplice con desideri semplici. Ma questi suoi desideri semplici sono quelli che possono salvarci in questo mondo iper-attivo, veloce e caotico. Sono infatti un richiamo alla riscoperta del silenzio e della lentezza. Il silenzio e la lentezza della natura.
Non ha tutti i torti chi definisce Rigoni Stern un “montanaro”, perché era uno abituato a vivere in montagna e a contatto con gli animali e abituato a rispettare entrambi. I suoi libri dovrebbero essere fatti leggere a tutti, compresa molta gente (NON tutti ovvio) che si professa “ambientalista”, “animalista” e altri “ista” vari. Perché anche fra questi molti dovrebbero capire che amare gli animali significa RISPETTARLI. E rispettarli significa farli vivere nel loro ambiente naturale e fargli fare la vita che hanno fatto per milioni di anni prima che gli uomini scoprissero questa “moda”.
Gli animali NON sono e NON devono essere un surrogato a ciò che manca nella nostra vita o a ciò che noi non siamo in grado di crearci. Gli animali NON esistono in funzione dell’uomo. Hanno una loro essenzialità, né più, né meno degli uomini. E quella essenzialità dev’essere rispettata. Infatti NON sono loro ad aver bisogno di noi, ma siamo noi ad avere bisogno di loro.
“Natura, ecologia, parchi naturali, paiono parole riscoperte e di moda: ovunque se ne fa un gran parlare; e certe volte, appunto perché di moda, con poca cognizione e a sproposito”.