Villeneuve, Denis - Arrival

Susan

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Quando dodici enormi oggetti non identificati atterranno in dodici diverse località del pianeta Terra, Louise Banks (Amy Adams), eminente professoressa di linguistica, viene condotta in una vasta prateria del Montana dove una di queste astronavi si è stabilita, col compito di tentare di comunicare con i visitatori alieni dalle sette zampe (eptapodi) che la abitano. Quello che le autorità di tutto il mondo vogliono che venga loro estrapolato quanto prima è la risposta alla domanda “cosa siete venuti a fare sulla Terra?”. Così, mentre le grandi potenze mostrano i muscoli e si preparano a usare le maniere forti, dando per scontato nella loro ottusità che le intenzioni degli indesiderati ospiti non siano buone, Louise studia indefessamente la scrittura degli eptapodi al fine di poter comunicare con loro e di essere in grado di tradurre correttamente la loro risposta alla fatidica domanda, quando il suo vocabolario sarà abbastanza vasto per poterla porre.
Louise sa bene che immergersi completamente in una lingua straniera implica un cambiamento nei meccanismi con cui i pensieri vengono formulati, ma non può di certo immaginare quali straordinarie conseguenze l'apprendimento della lingua eptapodiana comporti...
Dimenticate rumorose sparatorie alla Star Wars o stucchevoli storie d'amore alla Passenger: Arrival, tratto da un racconto di Ted Chiang, è un film di Fantascienza con la f maiuscola, di quella cerebrale, che fa arrovellare il cervello e sa ribaltare ogni certezza; il tipo di fantascienza che piace a me.
Come lo splendido lnterstellar qualche anno fa, ma in maniera meno contorta, questo film gioca con la nostra abituale concezione del Tempo: ci lascia credere per un po' che le cose stiano come diamo per scontato che siano, per poi mostrarci che non stavano così, e noi avremmo voglia di rivedere tutto dall'inizio, con la consapevolezza acquisita di ciò che realmente è stato.
Arrival ha ricevuto ben 8 nomination agli Oscar 2017: Miglior film, Miglior regia (il regista è il canadese Denis Villeneuve, autore dello sconvolgente dramma mediorientale La donna che canta), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior montaggio, Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro. Manca, stranamente, quella a Miglior attrice protagonista per l'ottima Amy Adams che la meritava (buone interpretazioni anche da parte di Jeremy Renner e Forest Whitaker). Mi auguro che riesca a portare a casa un consistente bottino di statuette, perché si tratta a mio parere di uno dei film più intelligenti degli ultimi anni.
 
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Roberto89

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Avevo già visto questo film ma non ricordavo tutta la trama nei particolari. E come la prima volta l'ho trovato spettacolare.
Sin dall'inizio il regista ci fa capire che questa storia ha qualcosa di particolare nel modo in cui viene raccontata, anche se all'inizio è solo una sensazione.
Ciò che più mi piace di questo film è il modo in cui "stravolge" la nostra idea di invasione aliena o di primo contatto. Senza entrare nei dettagli, 12 astronavi atterrano in vari posti del globo, luoghi che non sembrano avere una motivazione specifica. Ciò che mi stupisce è il modo in cui il regista, partendo da un breve racconto (il film è l'adattamento di un racconto di Ted Chiang), riesce a creare degli alieni che sono non solo plausibili ma anche diversi da come di solito li immaginiamo, e per questo anche più credibili. Lo stesso vale per le astronavi, del tutto diverse dall'UFO classico (e parecchio scontato) o dalle astronavi fatte di metallo, pulsanti, schermi e tecnologia che immaginiamo. Certo avrà attinto ad altri film del genere, ma il risultato è comunque originale e molto piacevole.
Anche il modo di raccontare la storia, e quindi il primo contatto, è innovativo. Allontanandosi dal classico concetto di alieni buoni/alieni cattivi, la storia ha un punto di vista diverso: quello della comunicazione.
Insomma, una storia per niente scontata sia nei contenuti, sia nel genere. Molto bello il design delle astronavi e degli alieni, oltre alla loro lingua parlata e scritta. Bellissima l'atmosfera musicale.
Ultima nota sul fattore tempo: è uno di quei film, come quelli di Nolan (ad esempio Interstellar), che è anche un po' un puzzle. Ci sono pezzi da riunire e cose da capire, ma il regista ci da tutto il necessario per vivere una bella esperienza e lascia anche spazio a qualche riflessione, per chi ne avesse voglia.
Assolutamente da vedere.

Voto: 5 stelle su 5
 
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