Niffoi, Salvatore - Collodoro

Palmaria

Summer Member
Ne ha sempre avuti parecchi di guai, Antoni Sarmentu. Prima e dopo quel terribile giorno di settembre (una di quelle giornate "odorose di cisto e pane appena sfornato") in cui è salito al santuario della Madonna di Gonare a chiederle la grazia di trovare un marito per la figlia e di fermare il tumore che gli sta consumando la moglie. D'improvviso, al momento della comunione, dal cielo carico di nubi sono caduti chicchi di grandine grossi come ghiande e un fulmine, penetrato nella chiesa, ha colpito proprio lui, Antoni, riducendolo come "uno stoppino bruciato" e lasciandogli alla base del collo, laddove c'era la catenina con la medaglietta di battesimo, "un sottile ricamo". E' da quel giorno che a Oropische tutti lo chiamano Collodoro. Ma il fulmine (o forse la Madonna stessa) gli ha lasciato un altro dono, più inquietante e più segreto: il temibile potere di guardare dentro la testa della gente, e di vedere i loro peccati. A cominciare da quelli del parroco, don Basiliu, che di tutti i peccatori del paese è il più abietto e il più infido: tant'è che non esiterà ad allearsi con chi in cambio di soldi e potere vuole "trasformare Oropische in una pattumiera". Ma il giorno in cui è previsto l'esproprio delle terre di Monte Piludu destinate ad accogliere la discarica, l'intero paese - "donne, uomini, bambini e vecchi, armati di quarti di pecora, lombi di cavallo, maialini, sanguinacci, trecce di interiora, concali di bue, roncole, accette, pattadesi affilate come rasoi, ferri lunghi e corti, bisacce piene di esplosivo, rotoli di miccia..." - si metterà in marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori. E sarà una battaglia memorabile.




E' il primo libro che leggo di Salvatore Niffoi, che mi incuriosiva scoprire dopo l'assegnazione del Campiello 2006 per il romanzo "La vedova scalza". Devo dire che mi è sembrata una piacevole lettura, scorrevole, nonostante il massiccio uso della lingua sarda (esiste anche un piccolo glossario nelle ultime pagine), ma povera di trama.
Sicuramente interessante si rivela il quadro corale del paese di Oropische, popolato di personaggi sfortunati che ricordano il Verga e sempre un pò sospeso tra realtà* e fantasia, ma del libro secondo me rimane poco altro.
Per curiosità* penso che comunque leggerò ancora qualcosa di Niffoi, magari proprio "La vedova scalza", anche perchè ho scoperto che "Collodoro" è stato scritto per la prima volta oltre dieci anni fa e riedito negli ultimi mesi dalla Adelphi sull'onda delle recenti pubblicazioni dello scrittore.
Magari la verve narrativa è andata migliorando!!! :)
 
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