Kelly, Jacqueline - L'evoluzione di Calpurnia

Jessamine

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TRAMA
Nei prati riarsi della calda stagione texana, Calpurnia non può fare a meno di notare che le cavallette gialle sono molto, molto più grandi delle cavallette verdi. Perché? Sono di due specie diverse? Calpurnia ha sentito parlare del libro di un certo Darwin, in cui si spiega l'origine delle specie animali. Forse può trovare quel libro nella biblioteca pubblica? Sì, ma la bibliotecaria non glielo vuole mostrare. Poco male, quel libro si trova anche a casa sua: nello studio del nonno, il libero pensatore della famiglia. Accompagnata dal nonno e dal libro proibito, Calpurnia riuscirà a scoprire i segreti delle diverse specie di animali, dell'acqua e della terra. E scoprirà anche se stessa



COMMENTO

A volte (ultimamente è piuttosto raro, d'accordo, ma tant'è) mi capita di trovarmi per le mani un libro di cui non so assolutamente nulla, neppure il tipo di pubblico per cui è stato scritto: "L'evoluzione di Calpurnia" fa parte di questi rari casi, ha fatto un giro grandissimo, ha cambiato scaffali e proprietari per poi arenarsi sulla mensola sbagliata della mia libreria, quella dei libri universitari (mi piace pensare che sia stato un po' il mio contributo per spingere Callie Vee verso il suo sogno).*
È rimasto su quella mensola per circa quattro anni (sì, l'ordine è proprio il mio forte), e io chissà perché, forse per via della persona grazie alla quale ne sono entrata in possesso, mi ero convinta si trattasse di un brutto libro new age, di quelli che parlano di aurea e viaggi interiori per crescere spiritualmente, credevo che l'evoluzione di cui parlasse riguardasse stadi dell'anima e meditazione da quattro soldi. Credo possiate immaginare il mio stupore quando, dopo appena quattro anni, mi sono decisa a leggere la quarta di copertina e ho scoperto di avere fra le mani un libro per ragazzi, che Calpurnia non è nessuna metafora spirituale, che l'evoluzione di cui si parla, almeno secondo quella descrizione, era da intendere in senso darwiniano.*
Il vero stupore, però, è arrivato quando ho scoperto che l'evoluzione di Calpurnia è anche altro, molto altro: è la crescita di una ragazzina, che passa dall'essere una bambina curiosa e vivace per diventare una giovane donna determinata e pronta a lottare; é l'evoluzione di un secolo che tramonta, lasciando il posto alla scienza, alla velocità, al tumulto della contemporaneità; è, infine, la bellissima presa di coscienza delle limitazioni imposte da una vita domestica che vuole la donna moglie e madre, cuoca e direttrice della casa, lontana dal sapere e dalla scienza.*
Non so se questo romanzo possa essere davvero considerato per ragazzi: di certo lo è nelle intenzioni, di certo non c'è nulla di scabroso, nulla che un ragazzino non dovrebbe leggere, fra queste pagine, ma come ho letto in altre recensioni, mi sembra che questo sia un libro scritto per i ragazzi ma per piacere agli adulti. E intendiamoci, è bellissimo che un libro per ragazzi possa piacere agli adulti, nell'ultimo anno mi sono trovata a lavorare con i ragazzi e con i libri, e mi sono innamorata di alcuni libri per bambini, ma il problema sta forse nel fatto che un libro per ragazzi deve essere scritto innanzitutto per i ragazzi. E "L'evoluzione di Calpurnia" non è così: c'è una ragazzina, c'è un linguaggio semplice che spiega in maniera comprensibile tematiche scientifiche, c'è il costante tentativo di rendere accattivanti e appetibili delle vicende che hanno tutt'altro obiettivo, ma c'è anche un costante alone di artificiosità che, credo, farebbe storcere il naso a molti ragazzini. Sebbene ovviamente attraverso stratagemmi diversi, mi ha ricordato un po' quei libri infarciti di un gergo che vorrebbe essere giovanile, ma che in realtà risultano quanto di più distante possa esserci dal modo di parlare e di pensare dei ragazzi. "L'evoluzione di Calpurnia" é un libro che potrebbe piacere molto agli insegnanti, ecco, perché dietro ad una storia interessante si nascondono intenti didattici (molto didattici, smaccatamente didattici) e non ci sono tematiche scottanti (anche se sono pronta a scommettere che qualcuno potrebbe gridare al ggiender leggendo di ragazzine che giocano nel fango, no vogliono sposarsi e chiudersi in cucina ma preferiscono studiare e dedicarsi alla scienza).
Eppure, io questo libro l'ho letto da adulta, con aspettative ed esigenze adulte (o per lo meno, credo si avvicinino più a quelle di un'adulta che a quelle di una ragazzina delle scuole medie), e l'ho apprezzato molto. Perché mi si è stretto il cuore nel leggere della presa di coscienza di Calpurnia, che é tanto graduale quanto inesorabile: mi piace pensare che Calpurnia, in qualche modo, non sia solamente una ragazzina che crescendo si rende conto di quanto le possibilità non siano in realtà illimitate, di come diventare adulti significhi fare delle scelte ed andare incontro ad obblighi che ci condizioneranno e precluderanno determinate strade; mi piace pensare che Calpurnia incarni la coscienza di un genere, che di fronte all'ingiustizia della discriminazione (i miei fratelli possono scegliere di frequentare l'università, io no; i miei fratelli possono scegliere di non sposarsi, io no; ai miei fratelli si possono affidare compiti difficili, a me no; i miei fratelli possono essere pagati per il proprio lavoro, io no) si rafforza e cresce in consapevolezza e determinazione, fino a diventare abbastanza forte da spezzare le catene delle convenzioni e dei pregiudizi.
E, ecco, sebbene in maniera didattica, sebbene in maniera ammiccante, con strizzatine d'occhio a genitori ed insegnanti, penso sia fondamentale continuare a ripetere ai più giovani che niente, niente può impedir loro di vedere la neve.*
 
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