Tarchetti, Igino Ugo - Fosca

Dallolio

New member
La malata sensibilità del tardo romanticismo viene esaltata in quest'opera, questo breve romanzo che ben compendia ogni caratteristica del romanzo scapigliato: passione, morte e decadenza fisica vengono intrecciati in un amplesso indiscernibile.
La fabula narra di Giorgio, aitante militare, innamorato della bella Clara e con la quale ha una tenerissima relazione; ben presto però, a questa rassicurante figura femminile, si sovrappone quella ben più inquietante della malata e sfatta Fosca. Fosca è una donna di rara intelligenza, disfatta nel corpo da un morbo mortale che la condanna ad assumere le fattezze scheletriche, che ben ricordano quelle della morte. Al termine del romanzo, Giorgio, respinto da Clara, si getta in una scena di amore delirante e morboso ai piedi di Fosca e la notte del loro malato amore sarà fatale per la fragile e malata ragazza.
Lo consiglio a tutti quelli che cerchino un romanzo italiano lontano dal moralismo da sacrestia di Manzoni o dall'eccesso di realismo fotografico alla Verga.
Da sottolineare: Tarchetti non potè finire il romanzo che venne terminato da Salvatore Farina; si spense consumato dalla tisi e dalla povertà, portando a termine un processo di identificazione tra la sua vita e i personaggi che delinea.

voto: 7/8
 
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elisa

Motherator
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Il romanzo lo conosco, credo sia stato anche tratto un film, ma non l'ho mai letto. Credo che colmerò la lacuna e metto in lista
 
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Dorian Gray

Un quadro...la mia anima
nON POSSO CREDERE DI AVRE TROVATO QUALCUNO CHE ABBIA LETTO E POSTATO SU QUESTO LIBRO!SBALORDITO!
A dir la verità l'avrei fatto io, sono curioso di sapere cosa ne pensa la comunità!
ùDel libro intendo!:MM
 

Dorian Gray

Un quadro...la mia anima
Aituto...Manco il deserto del tartari mi ha reso tanto depresso...FOsca nn mi è proprio piaciuto...Letto con fatica e devo dire che alla fine ridevo x nn piangere!
 

Martymiky

New member
A me è piaciuto molto...soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Fosca. All'inizio era stata presentata come una persona normale ma sucessivamente dopo essere venuti a conoscenza della malattia ci è stata mostrata insieme alle sue mille contraddizioni e sfacettature del suo "carattere".
 

francesca

Well-known member
Questo libro mi era rimasto fra i ricordi nebulosi del liceo, come un vago accenno fra romanticismo e scapigliatura che mi aveva incuriosito, lasciandomi con l'idea che avrei dovuto leggerlo. L'ho fatto dopo più di vent'anni, e ho capito perché la nostra prof di allora avesse sorvolato così velocemente senza insisterci più di tanto.
Il libro ha tutti gli ingredienti che possono attirare certi tipi di lettori, come me: libro spiccatamente "romantico", autobiografico, che si prefigge di indagare l'animo umano e più di tutto il sentimento principe che vi alberga, l'Amore. Con un tocco di "noir" che incuriosisce, perché a questa indagine unisce l'abisso della malattia fisica e psichica, della morte.
Eppure finito il libro ho una solo qualche parola per descriverlo: vecchio, datato, stantio.
Non solo nel linguaggio e nello stile, ma soprattutto nel modo di affrontare i vari argomenti gettati sul tavolo della narrazione.
Non c'è niente che appare uscire dal tempo in cui è stato scritto; non che non ci siano verità eterne espresse, ma appaiono anch'esse "vecchie", come qualcosa che uno dice: "si va beh, questa si sa, già sentita".
Insomma un libro che definirei poco riuscito.

Francesca
 

Sherazad

New member
Mi è piaciuto molto, ma ricordo di aver cordialmente detestato Giorgio.:)
Nessuno gli impediva di buttare all'aria la relazione, se così la vogliamo chiamare, con Fosca. Clara lo amava e lo aspettava. Perché diavolo rovinarsi la vita da solo?
Da brava adolescente infiammata contro le ingiustizie la cosa mi sembrava un paradosso.
 
Fosca e altri racconti di Ugo Tarchetti.

Fosca e altri racconti di Ugo Tarchetti.
Bah... finito ora.
Mi sento un pugile suonato.
Suonato dalla follia assurda di questo libro.


E dire che per tastarlo, avevo assaggiato uno dei racconti semi fantastici.
Bello, simpatico, inquietante, spiritoso, sagace, moderno... una morta si "impadronisce" del corpo un un bulletto, infrocendolo mica male.


Ma appena assaggiato il piatto forte, Fosca appunto, il primo sapore e' stato che il Tarchetti volesse, noi lettori, prenderci per i fondelli, quasi parodiando le leziosita' ottocentesche.
La storia di Giorgio coi suoi due amori, parzialmente contestuali e parzialmente sovrapposti.
Con una gran gnocca sposata e con un cesso immane libero e disponibile.
Sarebbe dovuta essere una trifolata di marroni abissale se non che il tutto era talmente estremizzato che non capisco ancora se era una parodia o addirittura era talmente serio da superare la piu' prespicace parodia.


Per fortuna e' finito.
Quasi quasi lo metto in serie A: va letto assolutamente almeno per aiutarmi a risolvere l' arcano
.
Serie A ma non piu' di 3 come voto.
Qua o 1 o 2. Credo 2.


Ora passo agli altri 4 racconti.
 

estersable88

dreamer member
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Lettura non propriamente agevole per via della prosa arcaica, Fosca è tuttavia un romanzo tardo-Ottocentesco molto singolare, che si presta ad approfondimenti e riflessioni. Il tema centrale è l'amore, ma guai a pensare che si tratti di un libro sdolcinato! Reso in forma di memorie autobiografiche, questo romanzo racconta la storia di un uomo, Giorgio, conteso da due donne che provano per lui due tipi opposti di amore. La prima, colei che lui corrisponde, è Clara, donna sposata che Giorgio dovrà lasciare perché richiamato dalla vita militare: Clara per lui nutre un amore intenso, fatto di gesti condivisi, di momenti rubati, ma che si rivelerà fungibile e meno profondo di quanto sembrava. Poi c'è la seconda, Fosca, che prova un'ossessione insana, totalizzante, pericolosa per Giorgio che invece la detesta. E più il sentimento di Fosca si fa morboso, più lui vorrebbe rifuggirle, ma purtroppo Fosca soffre di una malattia nervosa che sembra aggravarsi repentinamente quando viene allontanata o respinta… che fare? Come si risolverà quest'enigma? E soprattutto, l'amore di Giorgio sarà stato ben riposto?
Pochi e molto ben delineati i personaggi: Clara, sempre presente, ma quasi distante, fuggevole, in secondo piano; Fosca, la protagonista, l'anima più tetra del romanzo; Giorgio, il personaggio più controverso, secondo me il più egoista, debole, volubile del libro.
Libro che, nonostante la prosa antica, mi è piaciuto molto ed ho letto velocemente, curiosa com'ero di conoscere il finale e l'evoluzione della storia. Lo consiglio a quei lettori romantici, ma non in cerca di un romanzo rosa… a quelli che, pur di leggere una buona storia, mettono in conto qualche piccola difficoltà.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Non conoscevo la Scapigliatura, o perlomeno non la ricordavo.
Questo romanzo affronta temi che mi interessano molto: l’amore vissuto in modo viscerale, il delirio, la sublimazione che però non conforta ma che, in questo caso fa ammalare, tutte caratteristiche queste di Fosca, il personaggio più interessante della storia.
Giorgio è un uomo che apparentemente si lascia condurre dagli eventi ma, dietro questo apparente vittimismo, secondo me c’è una condotta atta a provocare gli eventi stessi, consciamente, come lui stesso cita Lottai contro me stesso, contro la mia natura codarda che si ribellava ad un sagrifizio che io stesso avevo provocato.
Giorgio rifugge da qualsiasi tipo di convenzione sociale e si mette alla prova per avvalorare questa tesi su se stesso: conquista una donna sposata, facendo leva sulla sua naturale predisposizione al senso di pietà, che Giorgio capisce con uno sguardo, e quando Clara alla fine lo lascia, il piedistallo su cui l’aveva posta crolla.
Giorgio si compiace della diversità della sua storia d’amore clandestina, così diversa dalle comuni storie d’amore, e quando è lontano da Clara i suoi pensieri sulla loro storia assumono un contorno filosofeggiante, come se Giorgio traesse più piacere nel ricordo dei bei momenti passati insieme più che nel viverli nel momento presente.
Giorgio vive per essere oggetto d’amore, quando non lo è più la donna amata fino a quel momento diventa la donna da disprezzare.
Abbandonato da Clara Giorgio cerca consolazione in Fosca, donna fino a quel momento disprezzata per la sua bruttezza e che l’uomo piano piano condusse a sé per puro narcisismo ed egoismo, dicendole bugie che giustificava a se stesso come segno di pietà, l’unico sprazzo di sincerità che ho visto nell’uomo nei confronti di Fosca è stato durante il discorso che i due hanno avuto di fronte al caminetto la notte passata nella stanza della padrona della taverna che li ha ospitati.
Fosca mi è piaciuta molto, attraverso le sue lettere la sua condotta, a prima vista senza logica, assume per me invece una logica drammatica, verso cui non posso che provare una profonda commozione.
Fosca ama senza riserve, è trasparente, non c’è malvagità in lei, chiede solamente di essere amata, anche se porta questo suo bisogno d’amore all’eccesso, ma sono sempre e solo richieste, non fa nulla per nuocere l’amato.
Giorgio dal canto suo più volte ha l’opportunità di disilluderla, consigliato saggiamente anche dal medico che vedo un po’ come la sua coscienza, ma non lo fa, preferisce continuare ad affondare in quella situazione in cui da solo si è imbarcato, dapprima per vanità e dopo per inerzia, perché non ha carattere.
Un’ultima nota: i capelli di Fosca, simbolo del suo fascino, simbolo della sua acuta intelligenza e nello stesso tempo di disordine mentale, di libertà emotiva, soprattutto sessuale (quando sono sciolti e scapigliati), il suo mistero è racchiuso nei suoi capelli perché tramite i suoi capelli esprime le sue emozioni.
Credo, e qui concludo (non riesco a concludere perché mi ha preso molto), che Giorgio rifiuti Fosca non tanto per la sua bruttezza ma perché capisce che lui e lei in realtà sono molto simili, sventurati ed infelici, Giorgio rincorre la felicità ma nello stesso tempo ne ha paura, insomma è un personaggio ancora alla ricerca di se stesso, non ha la stessa consapevolezza di Fosca.
Voto: 5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Romanzo che rincorro da tanti anni sin dalle scuole superiori, dove l'autore fu uno dei rappresentanti della Scapigliatura. L'ho letto con interesse e pur in una scrittura a volte approssimativa e contraddittoria contiene tanti di quei temi riferiti all'essenza dell'amore che mi è veramente piaciuto e interessato. Romanzo coraggioso per quei tempi ma che può essere letto in versione molto attuale rispetto all'immagine della donna.
 
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