Oz, Amos - Giuda

gamine2612

Together for ever
Oz, attraverso le voci e i silenzi dei suoi personaggi, mette in scena una specie di thriller esistenziale e ideologico: dalla riflessione sul senso dell'esistenza dello Stato d'Israele e su ogni utopia di redenzione che finisce inevitabilmente nel sangue, al rapporto tra ebrei e Cristo, dalla domanda su cosa significhi essere figli che come il biblico Isacco o i contemporanei soldati corrono il rischio di essere sacrificati dai padri, alla meditazione sulla solitudine senza rimedio. Ma prima di tutto Giuda è un potente elogio del tradimento. "Perché", dice l'autore in questa conversazione, "solo chi tradisce, chi esce fuori dalle convenzioni della comunità cui appartiene, è capace di cambiare se stesso e il mondo".
L'azione si svolge a Gerusalemme, durante tre mesi d'inverno fra il 1959 e il 1960. Piove e fa freddo. Ogni tanto si sentono gli spari dei militari della Legione araba appostati sulla linea del cessate il fuoco che divide la città. Il protagonista è uno studente Shemuel Asch che sta perdendo la fede; nel proprio futuro personale, nel socialismo e nel sionismo. In una specie di viaggio interiore incontra un maestro disilluso ma non cinico, una donna che gli farà da madre e amante e due fantasmi: di un uomo che non voleva la nascita d'Israele e di un giovane morto perché Israele viva.


Questo libro mi è stato prestato per caso da un'amica che sapeva che di Oz avevo letto già; lei il libro non era riuscita a finirlo.
Complesso anche se le storia dello studente non ha nulla di particolare.Tocca tematiche politico-religiose interessanti. C'è tanto anche psicologia , sentimenti ed emozioni.
Devo dire che l'ho apprezzato e mi ha lasciato parecchio. Lo consiglio.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Sembra davvero buono, Dea. Prendo nota. Credo che me lo comprerò. :wink:
Gli argomenti trattati, dove si svolgono e i temi indicati dal tuo post fanno tutti parte dei miei interessi preferiti. Almeno quelli legati alla letteratura.
Mi piacciono molto i testi che trattano Israele e Palestina. Gli scrittori ebrei o comunque di quella parte del globo e tutto quello che ci sta attorno.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Sembra davvero buono, Dea. Prendo nota. Credo che me lo comprerò. :wink:
Gli argomenti trattati, dove si svolgono e i temi indicati dal tuo post fanno tutti parte dei miei interessi preferiti. Almeno quelli legati alla letteratura.
Mi piacciono molto i testi che trattano Israele e Palestina. Gli scrittori ebrei o comunque di quella parte del globo e tutto quello che ci sta attorno.
Concordo. Metto in lista. Un libro ed un autore che non conosco, ma che mi incuriosiscono. Da tener presente.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
L’ho ripetuto tante volte da risultare noiosa: ho il debole per i riferimenti biblici trasformati in materia letteraria. Non mi importa tanto la “posizione” di chi scrive nei confronti della religione: che sia ateo o credente, cristiano o ebreo; quello che mi affascina è il veder raccontato in un romanzo un personaggio, un evento, un messaggio che appartiene all’Antico o Nuovo Testamento.
A dire il vero, quando ho iniziato questo libro, non ero neppure certa che il “Giuda” del titolo fosse realmente Giuda Iscariota: mi è bastato leggere l’autore e un paio di recensioni per decidere che il libro mi sarebbe piaciuto. Ho così scoperto che il Giuda in questione è effettivamente il traditore di Gesù; non è lui però il protagonista del romanzo, bensì un giovane israeliano che, nell’autunno del 1959, sta attraversando un momento difficile: appena lasciato dalla ragazza, improvvisamente a corto del sussidio che gli passava la famiglia a causa di insorti problemi finanziari, alle prese con una tesi di dottorato che non riesce a concludere intitolata “Gesù visto dagli ebrei”, il giovane Shemuel Asch, “barbuto (...), timido, sensibile, socialista, asmatico, propenso tanto all'entusiasmo quanto alla precoce delusione”, sta per abbandonare Gerusalemme quando legge per caso un annuncio su una bacheca: "A studente celibe (...) dotato di competenza storica, offronsi alloggio gratis e modesto stipendio mensile in cambio di cinque ore serali di compagnia a settantenne invalido, colto ed eclettico (...) bisognoso di conversazione".
E così Shemuel, all’inizio dell’inverno, si trasferisce presso una casa che sembra sospesa nel tempo e nello spazio, avvolta da un’atmosfera onirica e segreta. I suoi unici abitanti sono Atalia Abrabanel, donna affascinante e sensuale, di quasi vent’anni più vecchia di lui, e l’anziano Gershom Wald, “l’invalido colto” dell’annuncio. Quale rapporto lega il vecchio alla donna? Da cosa dipende il “silenzio” che riempie la casa nonostante le lunghe ore di conversazione che per contratto si ripetono quotidianamente?

Ma soprattutto... cosa c’entra Giuda in tutto ciò?
C’entra perchè Shemuel non è solo affascinato dalla figura di Gesù visto dalla prospettiva ebraica, quella quindi di un ebreo devoto, che non voleva affatto fondare una nuova religione, ma piuttosto riformare nel profondo quella in cui era nato e si riconosceva (è interessante ricordare che questa tesi è quella presentata dallo zio di Amos Oz, lo storico Joseph Klausner, che ha dedicato a questo tema le sue due opere più importanti: Gesù di Nazareth e Da Gesù a Paolo), ma è anche ossessionato dalla figura di Giuda.
È stato davvero Giuda Iscariota il “traditore di Gesù”, così come ci tramandano i Vangeli canonici e la tradizione? Non è stato anche e soprattutto colui senza il quale la morte di Gesù e quindi anche la sua resurrezione (rispettivamente il sacrificio e la salvezza) non si sarebbero potute realizzare? Perché allora condannare in eterno un uomo al quale dobbiamo i presupposti stessi del cristianesimo? Ma a prescindere da ciò che ha significato per i futuri cristiani, Giuda ha davvero “tradito” Gesù? O piuttosto non è stato il solo a credere in lui al punto tale da spingerlo a dimostrare la propria figliolanza con Dio dall’alto della croce?
É su tutto questo che si interroga ossessivamente Shemuel, il quale è sempre più convinto che Giuda sia stato stato “il più fedele e devoto dei discepoli”, che abbia “creduto in lui (Gesù) più di quanto lui non credesse in se stesso” fino a definirlo “il primo cristiano, l’ultimo cristiano, l’unico cristiano”. Questa interpretazione eterodossa del discepolo “maledetto” non è nuova alla tradizione cristiana e questo romanzo mi ha dato lo spunto per andare in cerca dei più noti antecedenti di questa teoria. Quello che mi ha definitivamente conquistato, tuttavia, è stato il modo in cui Amos Oz ha intrecciato la storia di Giuda a quella del popolo ebraico ( “Gesù e tutti i suoi apostoli erano ebrei figli di ebrei, ma nell’immaginazione popolare cristiana l’unico fra loro bollato come giudeo, anzi come colui che rappresenta l’intero popolo ebraico, è Giuda Iscariota”, “Siamo tutti Giuda Iscariota. Ancora dopo ottanta generazioni e quasi due millenni siamo tutti Giuda Iscariota”) e di un uomo in particolare, un personaggio di fantasia: Shaltiel Abravanel, padre di Atalia, già morto al momento della narrazione, che prima del ’48 si oppose al progetto di Ben Gurion di dare vita a uno Stato di Israele e per questo fu accusato di tradimento dai suoi connazionali e colleghi dell’Agenzia Ebraica e costretto a dimettersi.

Il personaggio di Shaltiel Abrabanel è davvero affascinante e, attraverso il tema del tradimento, è indissolubilmente legato alla figura di Giuda. Entrambi sono dei sognatori: Giuda credeva davvero che il Regno dei Cieli fosse arrivato e che a realizzarlo sarebbe stato il suo amato Gesù; Abrabanel proponeva come alternativa allo Stato ebraico (anzi, a qualunque stato, di qualunque nazionalità e in qualsiasi parte della terra) una patria comune per arabi ed ebrei, l'unica alternativa, secondo Abravanel, a un disastro annunciato. Perché, dice il vecchio Gershom Wald: “La verità è che tutta la forza del mondo non basta per trasformare l’odio in amore. Colui che odia lo si può trasformare in servo, ma non in uno che ama. Tutta la forza del mondo non basta per trasformare il fanatico in illuminato, tutta la forza del mondo non basta per trasformare in amico chi ha sete di vendetta. Ed ecco proprio queste sono le questioni esistenziali dello stato di Israele: trasformare il nemico in sodale, il fanatico in moderato, il vendicatore in amico.” Un argomento più che mai attuale.

Dopo aver calato il tema del “sogno” e del “tradimento” in un contesto più che mai reale e specifico come il conflitto arabo-israeliano, quindi, Oz ci riporta a una prospettiva più ampia, universale, umana: cosa vuol dire “tradire”? Giuda e Shaltiel Abravanel sono stati davvero di traditori? “Chi è pronto al cambiamento, chi ha il coraggio di cambiare viene sempre considerato un traditore da coloro che non sono capaci di nessun cambiamento e hanno una paura da morire del cambiamento e non lo capiscono e hanno disgusto di ogni cambiamento.

La bellezza di questo libro non sta dunque nell’originalità della sua teoria (la visione di un “Giuda positivo” ha radici molto antiche) ma nell’aver unito un tema prettamente religioso e direi quasi filosofico alla drammatica concretezza di un conflitto reale, per poi tornare a interrogarsi sulla necessità (o non-necessità) di un qualunque conflitto, della possibilità (se esiste) di tracciare una strada alternativa, sull’obbligo etico di cercarne comunque una, a costo di diventare dei “traditori”.
"“Gli occhi” commentò G. W “non si apriranno mai, quasi tutti gli uomini attraversano lo spazio della vita, dalla nascita alla morte, a occhi chiusi. Anche tu e io, mio caro Shemuel, a occhi chiusi, e se solo li aprissimo per un istante ci sfuggirebbe da dentro un urlo tremendo e continueremmo a urlare senza smettere mai. Se non urliamo giorno e notte è segno che teniamo gli occhi chiusi. (...) Ti dico anche che malgrado tutto quello che ti ho detto prima, beati i sognatori e sventurati coloro che hanno gli occhi aperti. I primi non ci salveranno di certo, né loro né i loro discepoli, ma senza sogni e senza sognatori la maledizione peserebbe mille volte di più.”"
Consigliatissimo.


Altre bellissime citazioni (ma ce ne sono altre che aggiungerò):
Io ho creduto in lui molto più di quanto lui non credesse in se stesso. Sono stato io a spingerlo a promettere cielo nuovo e terra nuova, un Regno non di questo mondo, a promettere la redenzione, a promettere la vita eterna.

Il tradimento di Giuda non avviene quando bacia Gesù all’arrivo dei carcerieri. Il suo tradimento, sempre che ci sia stato, avviene al momento della morte in croce di Gesù, il momento in cui Giuda perde la fede e insieme alla fede perde anche il senso della vita.

E anche il tuo Gesù era un sognatore, forse il più grande sognatore di tutti i tempi.
 
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