Shafak, Elif - Tre figlie di Eva

estersable88

dreamer member
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Peri ha trentacinque anni, tre figli, un marito e una vita agiata nella città dov'è nata, Istanbul. Si sta recando a una cena lussuosa quando le viene
rubata la borsa. Lei reagisce, i ladri scappano e dalla borsa cade una vecchia polaroid in cui compaiono quattro volti: un uomo e tre giovani ragazze a
Oxford. Una è Shirin, bellissima iraniana, atea e volitiva; la seconda è Mona, americana di origini egiziane, osservante, fondatrice di un gruppo di musulmane
femministe e poi Peri, cresciuta osservando il laico secolarismo del padre e la devota religiosità islamica della madre, incapace di prendere posizione
sia nella disputa famigliare sia nel suo stesso conflitto interiore. Tre ragazze, tre amiche con un retroterra musulmano, eppure così diverse: la Peccatrice,
la Credente e la Dubbiosa. L'uomo nella foto invece è Azur, docente di filosofia ribelle e anticonformista, e sostenitore del dubbio come metodo di comprensione
della realtà. A Oxford la giovane Peri cercava la sua «terza via», la stessa che predicava e professava Azur, di cui si innamora. Sarà questo incontro
a sconvolgerle la vita, fino allo scandalo che la riporterà in Turchia. "Tre figlie di Eva" è un romanzo intenso e ambizioso che affronta e indaga temi
importanti come la spiritualità, la politica, l'amicizia, i sogni infranti e la condizione della donna. Ma soprattutto è un romanzo sulla Turchia contemporanea,
su quei contrasti che agitano oggi il paese - nelle parole di Elif Shafak - «delle potenzialità inespresse.

Elif Shafak ha la capacità di affrontare temi importanti con la giusta dose di serietà e leggerezza. Su questo libro, dopo le prime trenta pagine, non avrei scommesso, ma ora, a lettura terminata, devo ricredermi: è un buon libro che tratta argomenti spinosi senza esagerare con la pesantezza.
E’ la storia di Peri, una giovane donna turca cresciuta in una famiglia divisa tra le idee progressiste del padre e quelle iper religiose e conservatrici della madre. Da sempre Peri, con la sua intelligenza viva e curiosa, ha cercato di capire, di conoscere Dio e la sua ricerca raggiunge il culmine quando va a studiare ad Oxford ed incontra il professor Azur. Quest’uomo eclettico, questo docente di filosofia fuori dalle righe che insegna ad entrare “nella mente di Dio e Dio nella mente” sconvolge la psiche di Peri già provata da tanti traumi e da una pressione costante, derivante da una vita fatta di sensi di colpa, passata a mediare tra i genitori, nella continua incapacità di prendere posizione. E Peri finisce per crollare e trascina con sé tutti, l’amato professore, le amiche Shirin e Mona, il giovane disturbato Troy, la sua stessa famiglia. Peri scappa da Oxford, torna ad Istanbul ed erige un muro tra il passato ed il futuro. Tutto torna a galla per caso, per colpa di un incidente prima di una cena importante, una di quelle serate che in un modo o nell’altro, ti cambiano la vita.
Il tema portante di questo libro è la riflessione culturale sulla religione, sull’approccio che ogni credente ha con la propria fede e con quella degli altri. Una parte importante delle pagine di questo romanzo è dedicata proprio ai pensieri di Peri, ai litigi tra la peccatrice Shirin e la credente Mona ed alle lezioni del professor Azur con le loro domande ed il calderone di esperienze e novità che porta con sé. E poi c’è un aspetto che è sottilmente presente in tutto il libro: l’esaltazione delle contraddizioni. Le contraddizioni le troviamo nella famiglia di Peri, nella città in cui vive (Istanbul è la città delle contraddizioni per eccellenza), nel paragone tra la caotica ed instabile Istanbul e la rassicurante ed ordinata Oxford, tra la società turca dei tempi moderni, divisa tra conservazione e progresso. Credo che tutta questa contrapposizione sia stata incrementata dall’autrice proprio per sottolineare i concetti religiosi espressi nel libro. Nel complesso devo dire che “tre figlie di Eva” ha confermato le aspettative, mi è piaciuto, mi ha incuriosita e l’ho letto volentieri. E’ un libro che fa riflettere, pone molti interrogativi profondi ed attuali, perciò merita di essere letto. Lo stile della Shafak, poi, incentiva la lettura perché è camaleontico: si adatta ad ogni situazione, è moderno e spigliato quando serve, ed all’occorrenza è serio e profondo. Lettura consigliata, dunque!
 
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qweedy

Well-known member
«Dobbiamo festeggiare!» dice Shirin: «Tre giovani musulmane a Oxford! La Peccatrice, la Credente e la Dubbiosa

Amo molto questa scrittrice, ha uno stile molto coinvolgente e personale, scava nelle crepe dell'animo umano, realizzando un'indagine psicologica delle tre donne, precisa e attenta.

C’è la storia personale di Peri, la protagonista, della sua famiglia, c’è la sua vita da studentessa ad Oxford; c’è la città di Istanbul, che come un organismo vivo abbraccia i suoi abitanti; c’è il dibattito filosofico su cosa sia Dio e il suo rapporto con le religioni; ci sono i contrasti dei nostri tempi, tra la cultura musulmana, quella cristiana e quella laica. La dubbiosa, la peccatrice e la devota e il loro rapporto con Dio: i molti spunti di riflessione si approfondiscono attraverso la storia delle tre donne.

Il finale mi ha lasciato un po' perplessa.
Consigliato a chi ama Istanbul e le riflessioni su Dio.


"I credenti preferiscono le risposte alle domande, la chiarezza all’incertezza. Gli atei, più o meno lo stesso. Buffo, quando si tratta di Dio, del quale non sappiamo praticamente nulla, pochissimi di noi dicono semplicemente “Non lo so”"

“Davvero non c’è un altro posto, un altro spazio per le cose che non ricadono sotto la fede né sotto l’incredulità, che non sono pura religione né pura ragione? Una terza via per gente come me?”

“L’abisso tra i suoi genitori risaltava al massimo in un preciso angolo del soggiorno di casa. Sopra il mobiletto del televisore c’erano due ripiani, il primo dei quali era riservato ai libri di suo padre: Atatürk: la nascita di una nazione di Lord Kinross, Il grande discorso del padre dei turchi in persona, Le cose che non sapevo di amare di Nâzim Hikmet, Delitto e castigo di Dostoevskij, Il dottor Živago di Boris Pasternak, tutta una collezione di memoriali (scritti da generali e soldati semplici) sulla Prima guerra mondiale e una vecchia edizione delle Rubāʿiyyāt di ʿUmar Khyyām, con la copertina a brandelli per via delle letture ripetute.”

Sul secondo scaffale, quello della madre, c’era un altro mondo:
“Gli Hadith collazionati dall’imam al-Bukhari; la Disciplina dell’anima di al-Ghazali; un Percorso guidato alla preghiera e alla supplica nell’Islam, le Storie dei profeti, il Manuale della brava musulmana, le Virtù di pazienza e riconoscenza e L’interpretazione islamica dei sogni. (…) due volumi a firma di Üzümbaz Efendi: L’importanza della purezza in un mondo immorale e Satana ti mormora all’orecchio.”
 
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