Hardy, Thomas - Jude l'oscuro

Ondine

Logopedista nei sogni
Thomas Hardy è uno degli autori che caratterizzano la letteratura dell'età vittoriana (letteratura che amo molto) e ne critica la falsa moralità.
Soprattutto in questo romanzo le tematiche affrontate sono l'uomo in balìa di un destino ostile, di un dio crudele, di una natura avversa, ognuno la vede come vuole.
C'è un pessimismo cosmico di base, le ambizioni umane vengono ostacolate da una realtà che rimane indifferente ad esse e anche l'amore, la passione, sono elementi che ostacolano l'uomo nel raggiungere i propri razionali obiettivi per trovare una propria dimensione sociale.
Il protagonista si trova a dover scegliere tra seguire le proprie aspirazioni intellettuali e l'amore per sua cugina, amore ostacolato dalla società.
Hardy si identifica in Jude, prova compassione e lo prova anche il lettore, di rimando, perché non c'è una via d'uscita per lui, il perbenismo sociale nel romanzo risulta più forte dei veri sentimenti, è questa la tristezza ma nello stesso tempo la bellezza di "Jude l'oscuro" per me, forse perché anch'io mi identifico in questo pessimismo e rimango senza risposte e quando un romanzo tocca determinate corde è impossibile non amarlo, anche se non lascia speranze ma una razionale consapevolezza delle cose.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Forse fuorviata dal titolo, questo libro me l'aspettavo diverso. Mi aspettavo un protagonista oscuro, empio, truce… invece Jude, il personaggio chiave di questa storia, è esattamente l'opposto: è un giovane – prima – e un uomo – poi – ipersensibile, insicuro, ingenuo, in certo modo anche retto e certamente sfortunato. E' vittima delle proprie scelte – o mancate scelte –, degli artifici di Arabella, la prima moglie che lo sposa con l'inganno e che ha certo un carattere più forte del suo, nonché degli umori di Sue, la cugina veramente amata che sarà la sua definitiva rovina. Jude, dapprima ragazzo autodidatta negli studi e completamente orientato ad una carriera ecclesiastica naturalmente preclusagli dalla sua condizione economica, diviene poi preda di una febbrile ricerca della propria strada, che oscilla dalla passione per Sue, al rinnovato interesse per la religione, al lavoro di scalpellino e restauratore delle opere ecclesiali che forse mai potrà vedere dall'interno. Il suo è il fallimento di un uomo senza pace, travolto da se stesso e dagli eventi, troppo impegnato a rispettare ed onorare le scelte altrui per decidere della propria vita: un adulto rimasto, infondo, eternamente ragazzo.
Non vorrei sconsigliare apriori questo libro – si tratta comunque di un buon classico – tuttavia personalmente non l'ho apprezzato quanto speravo.
 

Grantenca

Well-known member
Jude l’oscuro.
IL 19° secolo è stato molto fecondo con la letteratura inglese. Non solo Dickens ma altri notevolissimi autori (uomini e donne) tra cui l’autore di questo libro Thomas Hardy. Narra, in definitiva, di un orfano allevato da una zia (che non lo amava) ma che comunque non lo abbandona. Scopre l’amore per la cultura e si illude di poter scalare le classi sociali grazie ai suoi studi letterari di autodidatta una volta trasferitosi in una città dove ci sono accademie letterarie che possono essere frequentate per incrementare la qualità dei suoi studi. Ben presto si accorge che la realtà della vita di tutti i giorni è ben diversa, ma si può dire che, anche nelle situazioni più disperate non riesce mai ad abbandonare completamente il suo sogno. Le sue vicissitudini son molteplici, vive facendo il duro lavoro dello scalpellino e dopo un matrimonio fallito dopo pochi mesi (è stato incastrato dalla moglie che gli ha fatto credere di essere incinta per farsi sposare), si innamora perdutamente di una sua cugina che condividerà con lui il ruolo di protagonista del libro. E’ un grande amore, seppur platonico, anche perché lui è già sposato e anche perché la chiesa non approva il matrimonio fra cugini. E’ questa la parte migliore (a mio avviso) del libro dove viene descritta una società inglese, seppur provinciale, già molto evoluta per quei tempi. La protagonista, di una intelligenza notevolissima pari al suo carattere capriccioso, è una ragazza che precorre i tempi di almeno mezzo secolo. Per tre quarti il libro, anche se si può definire “un mattoncino”, l’ho molto apprezzato. La parte finale molto meno, perché indulge troppo a situazioni di “ telenovela” che avranno magari aiutato la sua diffusione ma, a mio avviso, non la qualità complessiva dell’opera.
 
Alto