Ho virgolettato "ingiuste" proprio perché volevo dare a questa parola un senso più ampio e non parlare solo di "ingiustizie" relative alla forma o ad un vizio di procedura. Volevo che includesse anche quella emotività a cui fa riferimento Zingaro.
Qui non siamo dei giuristi (o almeno io non ho questa formazione di studi) e valutando "emotivamente" sicuramente potremmo scrivere cose sbagliate, ma mi chiedo se in certe situazioni-limite - come penso sia questa - non abbia diritto anche l’emotività ad essere considerata?
Situazione-limite perché non stiamo parlando di una persona che ha ucciso (o fatto uccidere) una sola volta, ma di una persona che è stata dietro per decenni alle più gravi stragi mafiose commesse in Italia.
Stiamo parlando di una persona che non ha avuto pietà neppure davanti ad un ragazzino facendolo morire di una morte atroce. Allora mi chiedo perché lui – in base a quale “umanità” - abbia invece diritto ad una morte dignitosa?
Solo perché la Giustizia non può cedere alla vendetta? Perché occhio per occhio dente per dente è un comportamento incivile che esclude per sua natura la Giustizia? Sono d'accordo, ma penso anche che fra il tutto ed il niente ci siano delle vie di mezzo.
Riina in quanto persona ha diritto alle cure mediche questo non si discute, ma in quanto criminale penso che quelle cure le debba ricevere in carcere. Se la stanza che lo ospita adesso non è adatta non si può trovare una stanza adatta? Ho letto attentamente il link che hai postato e le parole di Rita della Chiesa (che può star simpatica o meno, ma questo è un altro discorso) non sono diverse da quelle che ho sentito l'altro giorno dal fratello di Borsellino in tv: ai loro parenti è stato negato il diritto ad una morte dignitosa, e a negargli questo diritto è stato proprio Totò Riina.
Penso che la Giustizia non dovrebbe mai dimenticarsi di quelle persone che per essa sono morte. Non è passato neppure un mese da quando si sono commemorati i 25 anni della strage di Capaci, Riina è ancora tra noi… altri no...Forse un po' di rispetto se lo meritano. E soprattutto lo merita il modo atroce, disumano in cui sono morti. Ripeto le mie considerazioni sono dettate di “pancia” e sicuramente sono influenzate dall’emotività, ma penso che in quella "interpretazione del diritto" di cui parli anche tu forse ci dovrebbe essere un margine anche per tutto questo
Sono d'accordissimo.
Nemmeno io sono un giurista, ma credo che dal punto di vista strettamente legale Riina abbia il diritto ai domiciliari. Non sono sicuro di ciò che dico, ma credo che le cose stiano così.
Il fatto è che io, in questi casi, divento ignorante come una scarpa.
Riina deve stare in carcere. Che lo curino lì. E se non lo curano, pazienza.
Giudizio del tutto personale, tutto emotivo e per niente ragionato.
Anche se, volendo andare un po' più in là rispetto alla rabbia, credo vada tutto ricondotto alle proporzioni di ciò che un carcerato ha commesso.
Stiamo parlando di un serial killer tra i più spietati, che ha fatto affari loschi con lo stato e ha ordinato decine di massacri. Non si è nemmeno pentito, come ripeto. Non ha mai collaborato con la giustizia. Ha minacciato di morte magistrati e dintorni dalle aule giudiziarie e dato ordini attraverso parole chiave e mandanti segreti.
La morte dignitosa, Riina, se la doveva guadagnare in vita.
E non si tratta di vendetta, secondo me. Vendetta significherebbe fargli ciò che lui ha fatto ad altri. E io non sono per questo. Non sono per "occhio per occhio, dente per dente". Quelle sono cose tribali. Sono per ricondurre tutto alla proporzione. Farlo morire in casa con i suoi familiari significherebbe ridurgli la pena. E non se lo merita. Per cui, che muoia in carcere. Assistito, accudito, lavato, mangiato e bevuto. Ma che muoia lì.
Falcone e Borsellino erano i gioielli d'Italia.