5° Diario di Lettura: Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami

Roberto89

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Era da un po' che fantasticavo di iniziare qualcosa del genere, senza sapere però esattamente cosa cercavo.
Cosa intendo per Lettura Libera? Non lo so nemmeno io... :? No, dai, un'idea ce l'ho. Vorrei provare a leggere un libro a modo mio, senza lasciarmi guidare/influenzare da pregiudizi, dalle consuete regole del "Si legge così", "Questo non si fa", e via dicendo. Non ho idea di dove mi possa portare. Non so se finirò per rovinarmi l'esperienza di lettura :boh:, o se dopo qualche giorno mi renderò conto di aver avuto solo un'idea stupida. E non si tratta nemmeno semplicemente di "rompere le regole" o "fare qualcosa di anticonformista", perché credo che sarà proprio il libro in sé a guidarmi (detto in altre parole, non ho ancora un'idea precisa di come leggerò).
Chiunque potrà unirsi leggendo il libro, anche in modo "normale" se vorrà; naturalmente potete passare anche solo per lasciare un commento, una critica, o anche due!!
Ultima nota, prima di (provare a) iniziare: avevo già in programma di leggere questo libro. Non l'ho scelto appositamente per questo progetto, anche se credo che leggere Murakami si adatti bene a esperienze di questo genere.

Si parte!
 
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Roberto89

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L'idea che mi sono fatto di questo autore

Partiamo dall'autore...
Credo sia ormai abbastanza conosciuto. Ho letto quattro dei suoi libri, più alcune interviste che ha rilasciato. Come persona ha un non so che di strano, a cominciare dal modo in cui ha deciso di iniziare a scrivere (quasi avvolto nel mistero), il suo modo di spiegare senza spiegare alcuni dettagli sui suoi libri, la presenza abbastanza costante e "immotivata" di donne e gatti in ciò che scrive (non che sia una cosa cattiva, in realtà).
Per poi arrivare all'uomo pecora. Creazione esclusiva di Murakami, questo personaggio è immerso nella nebbia più totale (credo che Murakami non ne svelerebbe il mistero neanche in punto di morte e alla persona per lui più cara... :mrgreen:).
Insomma, un autore del tutto particolare che però mi ha attratto da subito, da che l'ho conosciuto. Il genere dei suoi romanzi credo rientri (non del tutto) nel cosiddetto "realismo magico"; e nonostante io sia tendenzialmente uno che cerca la logica in ciò che legge, non riesco a smettere di leggere i suoi libri.

In sostanza, credo sia una persona fuori dalle righe (ma, naturalmente, è solo la mia impressione). Non posso dire cosa ci sia di particolare in lui, ma ho l'impressione che qualcosa di "strano" guidi le sue scritture. Che possa trattarsi di un trauma, qualche fissazione a livello psichiatrico, o chissà cosa, non saprei dirlo, ma sento che qualcosa c'è. Con questo non voglio spingermi fino a diffamare la persona... sono solo illazioni, sensazioni, pure teorie personali.
E ben venga ogni "stranezza": se uno scrittore non ha qualcosa di intimo da trasmettere (cosciente o meno di cosa sia) il risultato è semplice letteratura di consumo. Dopo l'ultima pagina non ti resta niente.
 

alessandra

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Bellissima iniziativa! Qui qualcuno ha già fatto un'esperienza più o meno simile, chiamandola "Diario di lettura".
Ti seguirò con grande piacere, anche perché ho adorato quel libro... pur non avendoci capito niente :mrgreen::D
La storia della logica... dimenticala! :)
 

Minerva6

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Bellissima iniziativa! Qui qualcuno ha già fatto un'esperienza più o meno simile, chiamandola "Diario di lettura".
Ti seguirò con grande piacere, anche perché ho adorato quel libro... pur non avendoci capito niente :mrgreen::D
La storia della logica... dimenticala! :)

Infatti!
Roberto, ti cambio il titolo per non fare troppa confusione, ma per il resto è uguale, puoi leggerlo sempre a modo tuo :wink:.
Mi sa che è l'unico che ho letto di Murakami, ti seguirò anche io con piacere :).
 

Roberto89

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Grazie Minerva per la correzione. Sapevo del Diario di lettura, ho dato un'occhiata ma mi è sembrato inopportuno proporre qualcosa di abbastanza diverso sotto quella stessa voce.
 

Roberto89

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E passiamo alla trama

Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".
 

Roberto89

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Una trama che è tutto un programma. Due cose però mi rendono curioso: primo, i due protagonisti (a quanto ho capito) non si incontrano mai. Che succede quindi se uno dei due non dovesse piacermi? Possibile che il romanzo riesca a restare unito solo per mezzo di simboli ed eventi che accomunano i due?
La seconda, ciò che l'autore stesso dice del libro in un'intervista:

"Kafka sulla spiaggia contiene diversi enigmi, ma non viene data nessuna soluzione. Invece, molti di questi enigmi si combinano e attraverso la loro interazione prende forma la possibilità di una soluzione. E la forma che prenderà questa soluzione sarà differente per ogni lettore. Per dirla in altri termini, la funzione degli enigmi è parte della soluzione. E’ difficile da spiegare ma è questo tipo di romanzo che mi sono proposto di scrivere."
 

Roberto89

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Non posso non fare una ricerca su Edipo.

Cito direttamente da Wikipedia (spero non sia un problema)

Laio, marito di Giocasta e re di Tebe, era afflitto dalla mancanza di un erede. Crucciato per questa insospettabile infertilità, consultò in segreto l'oracolo di Delfi, che gli spiegò come quella apparente disgrazia fosse in realtà una benedizione degli dèi, dato che il bambino destinato a nascere dalla loro unione non soltanto l'avrebbe ucciso, ma avrebbe anche sposato la madre, essendo la causa di un seguito spaventoso di disgrazie che avrebbero provocato la rovina della casa. Sperando di salvarsi, Laio ripudiò la moglie senza darle spiegazioni di sorta. Ma ubriacatolo, Giocasta riuscì a giacere con lui per una notte che si rivelò fatale.
Quando nove mesi dopo la donna partorì un bambino, Laio, per evitare il compimento dell'oracolo, lo strappò dalle braccia della nutrice e gli fece forare le caviglie per farvi passare una cinghia e lo "espose", lo abbandonò cioè alle bestie in una foresta, per mano di un suo servo. Venne poi trovato dal pastore Forbante, che lo portò da Peribea, la moglie del re di Corinto, Polibo. Il bambino venne allevato alla corte di Polibo, credendo di essere figlio del re di Corinto. Al bambino venne dato il nome di "Edipo", che in greco vuol dire "piede gonfio" a causa delle ferite che aveva nelle caviglie.

Anni dopo un nemico di Edipo, volendolo offendere, disse ad Edipo che lui non era il figlio di Polibo, ma un trovatello. Turbato, Edipo interrogò Polibo il quale, con molte reticenze, finì col dirgli quella che non era affatto la verità. Ma Edipo, ancora incerto, stabilì di partire per interrogare l'oracolo di Delfi e sapere chi erano davvero i suoi genitori. Quando si recò presso il santuario, la Pizia, inorridita, lo cacciò dal santuario, predicendogli che avrebbe ucciso il padre e sposato sua madre. Atterrito dal vaticinio, Edipo, per evitare di uccidere Polibo e di sposare Peribea, decise di non tornare mai più a Corinto e di recarsi invece a Tebe.

Durante il cammino verso la Focide, non lontano da Delfi, si imbatté in un cocchio guidato da Laio e diretto al santuario delfico per tentare di chiedere alla Pizia la liberazione di Tebe dalle calamità che la tormentavano. Infatti a Tebe una sfinge imponeva indovinelli a chi passava e, se l'interrogato non riusciva a rispondere, lo divorava. Vedendo il giovane sulla strada, l'araldo di Laio, Polifonte (o Polipete), ordinò a Edipo di lasciare passare il re; ma poiché Edipo non obbediva, Polifonte, infuriato, uccise uno dei cavalli dell'eroe, ed avanzò col carro, ferendogli un piede.

Incollerito, Edipo balzò sul cocchiere, uccidendolo con la sua lancia; Laio si trovò incastrato nelle redini dei cavalli per mano di Edipo che, gettatolo a terra e frustato i cavalli, lo trascinò nella polvere fino a ucciderlo. In tal modo, la prima profezia dell'oracolo si era compiuta. Alla notizia della morte di Laio, i tebani elessero re Creonte, fratello di Giocasta. Anche Creonte non seppe come affrontare la sfinge e fece annunciare che avrebbe ceduto il trono e dato in moglie Giocasta a colui che avrebbe risolto l'enigma.


Non mi piace molto l'idea di rispolverare miti e simili, magari riadattandoli, ma Murakami mi piace e sono fiducioso che abbia fatto un buon lavoro...
 

Roberto89

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Passiamo infine alle copertine.
La versione che ho io è questa:

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Evidente il collegamento simbolico fra gatto e uomo; il cerchio rosso mi fa pensare a una luna, non so perché.

Questa è una delle versioni giapponesi:

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Stesso tema ma più semplice, direi. Differente invece un'altra versione sempre giapponese:

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Qui il simbolismo cambia... vedrò di tornarci durante la lettura.
 

Minerva6

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Ricordo poco della trama, però ricordo il motivo che mi aveva incuriosita e me lo fece comprare... uno dei due protagonisti riesce a parlare con i gatti ed io che all'epoca ero una super gattofila decisi che dovevo assolutamente leggerlo :wink:.
 

Roberto89

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Capitolo 0, pagina 4

Le prime due pagine. La storia inizia lentamente. È in prima persona, bene. Anzi molto bene, ultimamente leggo spesso cose in prima persona.
Due personaggi. Uno sembra/è il narratore, l'altro è chiamato Corvo. Anzi, l'autore non lo chiama Corvo, continua a ripetere "il ragazzo chiamato Corvo". Non è una creazione nuova, ma risale ai tempi in cui il suo modo di scrivere non si era ancora formato, perciò non aprrofondisco, o rischio di rovinarmi la lettura.

I due personaggi iniziano parlando, e il tema sembrano i soldi. Poco dopo si capisce che i soldi sono solo un mezzo per cercare la libertà. Da cosa non lo so ancora. Mi sento naturalmente attratto dal narratore, e già ho mille domande in testa. Da cosa fugge? La trama lascia intendere che sia il padre. Perché? La sua giovane età mi fa chiedere se abbia davvero ragione a voler fuggire o se sia solo una reazione giovanile. E Corvo (lo chiamerò così)? Già dalle prime righe Murakami mi fa immaginare come parla, e non mi piace. Ma saranno le sue azioni a determinare se realmente mi piacerà o meno.
I consigli che dà al ragazzo sono comunque assennati, o così sembra.
 
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Roberto89

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Finisco il capitolo, lo rileggo ancora più piano. Una frase dopo l'altra, lentamente, in modo da metabolizzare ogni parte.

Due personaggi. Corvo e il protagonista. Il protagonista vuole scappare di casa, non ha che quindici anni e vuole andarsene; ha rubato al padre 400000 yen, più o meno 3000 euro. Per lui questo sembra sufficiente, andrà avanti per un altro po' e dopo cercherà un lavoro. Ma Corvo lo mette in guardia: non sarà facile. Anzi, sarà parecchio difficile. Quindi, con una potente metafora (quasi un gioco che mi sa di programmazione neuro linguistica) Corvo lo aiuta a visualizzare il lungo percorso che dovrà fare per riuscire a farcela.
Il protagonista allora si rivolge quasi al lettore (una cosa che odio) e gli dice qual è il sunto del libro (ma sappiamo che non lo è, visto che non è che uno dei due protagonisti della storia); e poi lo avverte: sembrerà una fiaba, ma non lo è, in nessuna parte.

All'inizio credevo fosse il primo capitolo. Mi chiedo se ci sarà una simile introduzione anche l'altro personaggio, il vecchio. So già che la storia non potrebbe mai essere vera, come posso credergli? Eppure mi sento di volerla leggere. Ho tante domande e non aspetto altro che trovarvi risposta.

Unico dubbio: il 41° paragrafo dice:

Resto in silenzio. Vorrei addormentarmi così, dolcemente, con la sua mano sulla spalla. Un lieve sbattere d'ali mi arriva all'orecchio.

Di che si tratta? Non mi sembra ci sia alcun cenno a cosa potrebbe essere, eppure mi lascia pieno di curiosità su cosa possa essere. E' Corvo a produrlo? L'unico altro "animale" citato nel capitolo è un fermacarte di vetro a forma di ape. Cosa è quel "lieve sbattere d'ali" e cosa significa?? :?:?
 

Spilla

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Grazie Minerva per la correzione. Sapevo del Diario di lettura, ho dato un'occhiata ma mi è sembrato inopportuno proporre qualcosa di abbastanza diverso sotto quella stessa voce.

Siccome mi sento un po' "mamma" del Diario di Lettura, avendo dato inizio alla serie, volevo rassicurarti sul fatto che l'idea è proprio questa: pensieri in libertà sull'onda dalla lettura. Ognuno poi sceglie di declinare questa libertà come più preferisce (Tanny con la Bibbia ed io con l'Orlando furioso abbiamo deciso di scrivere anche delle sintesi del testo, ma questa è una scelta personale,non è vincolante per chi voglia tenere un Diario:wink:)
Detto questo... buona lettura, e complimenti per la tua iniziativa :)
 
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Roberto89

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Capitolo primo

Leggo solo due pagine e l'idea che mi faccio di questo ragazzo (il protagonista, ancora senza nome) è sempre più quella di un giovane troppo adulto per la sua età.
Il capitolo inizia con le sue riflessioni/racconto riguardo a ciò che porta con sé nel suo zaino. Poche cose, troppo poche per un ragazzo della sua età. Desidera prendere cose che in effetti gli sarebbero inutili, e poi tira fuori la saggezza di un quasi-uomo facendo la scelta giusta. Eppure si mostra molto maturo nel fare altre scelte.
Addirittura dice di aver fatto una lista delle cose da mettere nello zaino, riducendola poi al minimo indispensabile. Credo che il 99% dei quindicenni si porterebbero dietro un mucchio di cose inutili e poi farebbero la lista quando è troppo tardi... ma forse mi sbaglio.
In breve, lo vedo come un ragazzo più maturo di quello che la sua età farebbe supporre (il che già potrebbe significare uno senza amici) eppure ancora immaturo perché manca dell'esperienza necessaria.
Invece non riesco a farmi un'idea negativa di suo padre; lo vedo già assecondare la scelta del figlio, sostenerlo, lasciarli i suoi spazi ma senza abbandonarlo... chissà.

Si scopre che ha una sorella ma ne parla freddamente. E invece non parla di sua madre, il che mi fa presupporre che sia morta o scomparsa, comunque in modo traumatico per lui.
 

Roberto89

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Mi fermo qui

Che pessima fine... purtroppo non sono capace di gestire un progetto simile. Il libro non fa altro che chiedermi "leggimi normalmente!!" "Smetti con questa buffonata!"

Apparte gli scherzi sento che non riesco a condividere con voi le mie impressioni, e poi serve lavoro extra per far sì che chi non legge il libro possa capire.

Lascio ai moderatori la facoltà di chiudere la discussione o cancellare tutto. :mrgreen:
Grazie a chi ha avuto la pazienza di seguirmi nelle prime tre pagine!
 

Roberto89

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Grazie alessandra. Mi è sembrato giusto dirlo che non continuo più; poi se non ci sono regole a riguardo per me può restare benissimo aperto.
 
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