24.
lontano dalla mia amata per troppo tempo
e soffrendo per la sua assenza
prendo un foglio e scrivo:
"i tuoi occhi", "la tua bocca", "i tuoi capelli"
"le tue spalle", "le tue ascelle", "le tue clavicole"
"i tuoi seni", "i tuoi fianchi", "la tua pancia"
"il tuo ombelico", "i tuoi peli", "i tuoi inguini"
"la tua vulva", "le tue grandi labbra", "le tue piccole labbra"
"il tuo clitoride", "la tua vagina", "le tue cosce"
"le tue ginocchia", "i tuoi polpacci", "le tue caviglie"
"il tuo culo, una natica e l'altra, la linea",
"il tuo perineo", "il tuo ano", "le tue mani", "le tue dita",
"le tue dita dei piedi, le cinque dita del piede destro,
le cinque dita del piede sinistro"
e GUARDO tutte queste parole, alla follia
25.
poi pensi che ho troppo desiderio di te
ho paura, dici, che ami solo il mio corpo
cosa risponderti, se non prenderti tra le mie braccia
fino a fare vibrare la tua anima
Be', in effetti il linguaggio è più "tecnico" che poetico
Mi piace perché sono attratta dalle poesie quasi in prosa e dal parlare diretto, forse perché non capisco granché di quella che è la poesia propriamente detta.
Il 25. fa perdonare il resto, dice poco ma dice tutto.