Vi mando a tutti l'Atlante delle stragi nazifasciste in Italia. Cosi, forse la capite. O l'elenco del 210 mila mai piu' tornati soldati mandati in Russia sul Don,
o, e OGNI GIORNO, l'elenco dei 200 bimbi sotto i 10 anni rastrellati dai tedeschi nel solo Ghetto di Roma e mai piu' tornati. Cosi la capite, porcoggiuda. l'esigenza di non dimenticare e di non permettere.
Immaginavo una risposta del genere. Non credo, e mi permetto di parlare anche a nome di Apeschi e di Marzati, che abbiamo bisogno di qualcosa in più per disgustarci di ciò che è stato il nazifascismo.
Visto che accusi che vogliamo dimenticare, mi difendo raccontandoti un aneddoto, una storia interessante di cui Ila, Malafi e Gamine sono a conoscenza.
Non so cosa tu faccia ogni 27 gennaio. Io ricordo, ogni anno, il mio prozio. Spesso andando a visitare qualche campo di concentramento o di sterminio, altre volte partecipando come relatore o come auditore a incontri informativi. Quando, regolarmnete, molte persone dicono che sarebbe ora di smetterla con questa storia del "non dimenticare".
Ora ti spiego la mia storia; sono, da parte di madre, francese e il fratello di mio nonno era un prete che, durante l'occupazione, faceva propaganda antinazista. Per ciò venne preso e portato a Dachau. Un campo di concentramento nei pressi di Monaco, in cui venne trattato con riguardo. I rapporti tra la Santa Sede e la Germania erano, sì tesi, ma anche piuttosto ambigui. Hitler diede disposizione che ai cattolici-partigiani fosse riservato un trattamento di favore, proprio per non esacerbare i rapporti con il Vaticano. A Dachau non vide nulla di drammatico. Era, in sostanza, un campo di prigionia. Non esistevano campi di sterminio in Germania.
Poi fu tradotto, e ancora non ne so il motivo, ad Auschwitz, nel settembre o nell'ottobre del 1944. Tre mesi prima della liberazione. I campi di Auschwitz sono tre e lui fu nel più terribile. E ci venne mandato nel periodo peggiore; quando i russi erano alle porte e bisognava eliminare uomini, donne e bambini in fretta e furia, tutti coloro che avrebbero potuto testimoniare. Sto parlando di Birkenau, che non è quello della famosa cancellata.
Il fratello di mio nonno usciva regolarmente ogni mattina da Birkenau per andare al campo di lavoro, Auschwitz 3. Immagino, ma non posso saperlo, che abbia almeno incrociato Primo Levi.
Anche a Birkenau venne trattato (più o meno) bene. Mangiava tre volte al giorno e le razioni erano abbondanti. Usciva dal reffettorio con del cibo in tasca che dava di nascosto a chi brucava l'erba. Ha visto cose orribili, alcune delle quali non ha mai raccontato.
E' morto che io avevo solo sei anni, anni in cui le sue storie non mi sembravano particolarmente interessanti. Ricordo bene il numero tatuato, che è l'emblema di Auschwitz. L'unico campo al mondo in cui i detenuti furono marchiati. Non c'era tempo per registri o cose del genere.
Sto conducendo ricerche su cosa ha fatto mio nonno, dov'è stato, chi ha conosciuto, con chi ha parlato. Ma non è semplice. Se a Dachau esistono registri, piuttosto puntuali, su entrate e uscite (in fondo furono "solo" 30.000 gli internati), ad Auschwitz passarono circa 6 milioni di persone, di cui un 20% uscì da una delle quattro ciminiere. AL momento so solo che ha vissuto nella baracca 5, la famosa baracca riservata ai preti.
Sei mai stato a Birkenau? Io ci sono stato con un deportato novantenne che mi ha raccontato, per esempio, che le brandine in alto erano le più ambite. Perché stare in basso significava essere inondati tutta notte dai prodotti dell'inevitabile dissenteria di chi stava sopra. Oppure, davanti alle latrine dove non esisteva la minima privacy, si doveva andare a espletare i propri bisogni ad un determinato orario. Era una catena di montaggio, non potevi fare i bisogni quando il tuo corpo lo richiedeva. Lui ricorda che il suo turno era alle 09.25 del mattino e davanti a lui stava, ogni santo giorno, una donna nuda che aspettava il proprio turno. Aveva una decina di secondi per fare le sue cose, dopo di che veniva fatto alzare a bastonate.
Finalmente, dopo anni di invii di documentazione, ho avuto il permesso da parte del complesso di Auschwitz per svolgere le mie ricerche. Sono permessi speciali che vengono dati solo a coloro che possono dimostrare di aver avuto parenti ad Auschwitz. A breve andrò con uno storico di Istoreco, un'associazione che si occupa appunto di non dimenticare, attraverso ricerche e divulgazioni.
Mi piacerebbe arrivare a un punto in cui la sua storia fosse così chiara da poterci scrivere un libro. La cosa che mi lascia perplesso è che ne sono stati già scritti, di simili, a miliaia.
Insomma, personalmente per non dimenticare mi faccio un culo così. Tu cosa fai?
ps il comunismo ha fatto le stesse identiche cose, ma non esiste il reato di apologia del comunismo. Mi vengono in mente i gulag siberiani o l'albero della morte cambogiano. L'albero della morte si trova a Pnom Penh, ed è un albero sul quale i Kmer Rossi uccidevano i bambini, i neonati. Gli fracassavano la testa contro quell'albero, prendendoli per i piedi e lanciandoli a tutta forza. Pol Pot diceva che i figli della vecchia civiltà non meritavano lo spreco di palottole. Per cui c'erano persone che giorno dopo giorno pigliavano questi piccoli, colpevoli di essere figli o di intellettuali o di cittadini o di persone che parlavano inglese, e li sbattevano contro quest'albero. A volte non morivano subito, ma venivano lasciati lì, ad agonizzare nel mucchio.
Ma io i comunisti li ascolto. Così come ascolto i nazisti.