Chandler, Raymond - Il grande sonno

Marzati

Utente stonato
Il grande sonno, un libro (da quello che ho capito uno dei primi) che affogò il giallo e i suoi investigatori nelle città, sporche, cattive e corrotte. E’ da questi libri che nasce la figura dell’investigatore non sempre lindo, non sempre corretto, con i suoi demoni ma la sua abbastanza solida moralità. Questo libro è un bel modo per sporcarsi le mani e perdersi nelle intriganti vie urbane del peccato. Ho già ordinato il seguito, questo lo consiglio caldamente.
Senza fare spoiler, mi limito a definire assolutamente intrigrante la figura delle due ragazze; voi, invece, che ne pensate?
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Mi è difficile esprimere un giudizio su questo libro che si è rivelato molto lontano da ciò che mi aspettavo. Certamente particolari l’ambientazione e i personaggi non esattamente lindi, scelta molto coraggiosa quella di indagare così da vicino la malavita con tutti i suoi ingranaggi. Philip Marlowe è il capostipite e precursore di un nuovo tipo di investigatore: sprezzante spesso del pericolo e delle regole, disposto a sporcarsi le mani quando lo ritiene necessario, ma anche dotato di sentimenti e valori che lo portano a compiere certe scelte al solo scopo di non portare dispiaceri a chi ne ha già ricevuti parecchi dalla vita. Mi è venuto in mente l’Harry Bosch di Connelly, per tantissimi versi a lui molto simile.
Ciò che mi ha un po’ sconcertata e non mi ha permesso di capire pienamente perché questo libro venga giudicato un capolavoro è stata la costruzione del giallo. Non ci sono spiegazioni, se non qualcosa che comunque non è sufficiente nel finale; si capisce che l’investigatore fa delle deduzioni e agisce di conseguenza, ma Chandler non ci mette in condizione di capirne i ragionamenti e non rivela come sia giunto a determinate conclusioni piuttosto che altre. Mi è anche sembrato a tratti lento, e nonostante la narrazione sia in prima persona ci sono forniti davvero pochi dettagli sul protagonista, a parte la precisissima conta dei suoi drink.
Il finale è stato molto poetico; la soluzione del caso non era così eccezionale o impensabile, ma l’autore è stato abbastanza bravo da sviare il lettore e fargli spalancare la bocca per la sorpresa quando finalmente viene rivelata.
 
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