Anche io sono colpita da questi aspetti dell'Africa, che ho talvolta incontrato nei racconti di qualche missionario. Una diversa concezione del tempo, del lavoro, di cosa significhi "obiettivo". Credo che avremmo tutti moltissimo da imparare dall'Africa :? (e invece l'Africa si sta occidentalizzando... che disastro :??)
Ho già letto questo libro e vi seguirò con grande interesse.
E' vero; oggi l'Africa si sta occidentalizzando, ma credo che sui lunghi tempi saremo noi ad "africanizzarci". E l'Africa tornerà a essere Africa, anche se un po' meno rispetto a oggi. Le condizioni di vita dell'Africa nera sono inimmaginabili e quando avranno assaggiato la "bella vita" non torneranno manco morti a fare quella che fanno oggi.
I motivi di una tendenza a rovescio, secondo me, sono svariati e tutti legati l'uno all'altro: la tendenza demografica, innanzitutto, parla chiaro. Non voglio sparare cifre di cui non sono a conoscenza, ma tra qualche generazione l'Europa, come storia, come cultura, come "luogo sociale", non esisterà più. Sarà qualcosa da studiare sui libri di scuola. Nel terzo mondo si fanno cinque (?) figlia a coppia, nel primo zero virgola qualcosa. Se a questo aggiungiamo il fatto che la nostra terra è più ricca, climaticamente migliore, più adatta alle coltivazioni e ci sono condizioni sociali decisamente migliori rispetto all'inferno su terra che vediamo nei telegiornali, il conto è fatto.
A me dispiace che l'Europa sia destinata a sparire. Così come mi dispiacerebbe se sparisse la cultura centro africana, quella iraniana, quella araba o quella cinese. Dirò una cosa originale: il mondo è bello (bellissimo) perché vario. E perdere la varietà è sempre un peccato.
Non solo a causa di pressioni esterne l'uomo europeo sparirà. Nel breve tempo, credo, dovrà reinventarsi e avvicinarsi a quei modelli che molti guardano con gli occhi fuori dalle orbite e che invece erano i nostri di cent'anni fa. Non si può più andare avanti così, con questo modello di vita basato sull'usa e getta. Devo semplificare, diversamente scrivo fino a domattina. Non rimpiango i tempi che furono e che non ho mai visto. Anzi. Ma è indubbio che oggi, da noi, le situazioni, i contesti, i consumi, i modi di vivere siano improntati a un consumismo sfrenato che rappresenta la vera novità dei nostri tempi.
Non è solo l'ambiente, in quanto ecosistema, a risentirne. Anzi. L'ambiente direi che se ne frega. Ha tempi talmente lunghi che le nostre scoreggine di auto e industrie di qualche decennio gli fanno un baffo. Siamo noi le vittime e i carnefici di noi stessi. Abbiamo inventato la plastica, che è un prodotto rivoluzionario meraviglioso, e la utilizziamo in modi paradossali. La plastica è un elemento praticamente infinito e noi la utilizziamo proprio a rovescio. Per il "packaging" come si dice oggi. Per le buste, gli involucri, le superfici. Che buttiamo subito. Utilizziamo un prodotto straordinario, infinito, per l'usa e getta. Stessa cosa per il vetro. A volte siamo così stupidi da non crederci. E' il modo di utilizzo della plastica a essere completamente errato, non la plastica in sè.
Anche nei rapporti umani buttiamo tutto; i matrimoni, gli amici, i genitori.
In Africa non si butta via niente e se vogliamo sopravvivere a loro (dal punto di vista culturale intendo) che comanderanno in Europa entro breve, dovremo tornare e essere gli africani che siamo sempre stati, mentre loro tenderanno a esserlo un po' meno.
Scusate l'invasione, ma l'argomento è di quelli che mi appassiona.