Howard, Elizabeth Jane - La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza

Meri

Viôt di viodi
In questo primo libro vengono presentati i personaggi della famiglia Cazalet: William e Kitty sono marito e moglie, Hugh, Edward, Rupert e Rachel i loro figli. Tranne la donna tutti gli altri sono sposati con figli. Siamo alle soglie della Seconda Guerra mondiale e i maschi della famiglia seguono con interesse lo svolgersi degli avvenimenti in Europa, anche perchè alcuni di loro potrebbero dover partire x il fronte.

Pur trattandosi di 600 pagine non è un romanzo molto ricco, segue la vita di ogni giorno di questa grande famiglia che trascorre le vacanze insieme, ma da lontano e poi sempre più vicino, si inizia a percepire l'arrivo della tragedia.
 

white89

InLove Member
Solitamente diffido dei casi letterari ma sono rimasta folgorata dalla bellezza delle copertine lasciandomi convincere ad intraprendere questo viaggio in compagnia dei Cazalet! La narrazione scorre via veloce nel continuo passaggio fra i diversi punti di vista dei membri della famiglia e della servitù: uomini e donne, giovani giovanissimi e meno giovani, sposati e non. Ogni personaggio delineato alla perfezione porta il proprio vissuto nella cornice della Storia: l’Inghilterra, Londra ed East Sussex in particolare, ad un passo dal secondo conflitto mondiale, una spensierata estate di villeggiatura borghese su cui incombe lo spettro della guerra.

Ovviamente il punto di vista femminile è preminente essendo una donna che scrive, questo potrebbe allontanare i lettori maschi oppure essere un’occasione per arrivare a sondare, attraverso tutte le donne magistralmente messe su carta dalla Howard, un universo femminile profondo, vero anche se a tratti contraddittorio e soprattutto incredibilmente attuale (nonostante si siano fatti passi da gigante rispetto ad allora nella condizione femminile all’interno della società, è innegabile che permangano delle lacune e degli errori, perché non dimentichiamo che la parità dei sessi deve essere parità di diritti, di possibilità ma non sfociare in una parità di genere, nel folle tentativo di appianare le differenze fra uomo e donna invece di valorizzarle).
 
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Jessamine

Well-known member
Devo ammettere che ultimamente ho un problema con le nuove edizioni Fazi: le loro copertine sono talmente belle che mi comprerei praticamente qualsiasi loro pubblicazione a scatola chiusa, senza nemmeno informarmi sul contenuto. La saga dei Cazalet non fa eccezione, anzi, le loro copertine sono forse le mie preferite in assoluto. Da un paio di anni avevo messo gli occhi addosso a questo primo volume, attratta anche da ottime recensioni e in generale dalla mia inclinazione favorevole nei confronti di saghe familiari e libroni immersivi che mescolano il quotidiano con la Storia.
Avevo tante aspettative, e al tempo stesso temevo di restare delusa: ho la brutta abitudine (che però non ho intenzione di perdere) di essere piuttosto diffidente quando si parla di casi editoriali, e avevo l'impressione che la saga dei Cazalet si trovasse un po' sul limite fra il classico polpettone da ombrellone e un pezzo di buona letteratura. Oltretutto, l'idea di imbarcarmi in un'impresa di quasi tremila pagine senza essere sicura che le grosse aspettative sarebbero state rispettate può far girare un po' la testa, inutile negarlo.
Alla fine ho deciso di buttarmi, più che altro per togliermi la curiosità, e sono rimasta semplicemente folgorata. La scrittura di Elizabeth Jane Howard è un fiume che sgorga lento e pacifico, ma dal quale è semplicemente impossibile riemergere: pur essendo giorni piuttosto frenetici, mi sono ritrovata a non riuscire a staccare gli occhi dalla pagina e la mente dalla narrazione, bevendomi senza nemmeno rendermene conto seicento pagine in un soffio. Se avessi avuto a portata di mano “Il tempo dell'attesa”, probabilmente l'avrei incominciato qualche minuto dopo aver voltato l'ultima pagina de “Gli anni della leggerezza” (l'ho già ordinato in biblioteca, però: ho il vago presentimento che per l'arrivo della primavera la famiglia Cazalet non avrà più segreti, per me).
Il molte recensioni ho letto che si tratta di un romanzo lento, dove sostanzialmente non accade quasi nulla, e per un certo verso non posso che dare ragione a questi lettori: la Howard impiega circa seicento pagine per descrivere semplicemente una manciata di mesi (l'estate del 1937 e poi quella del 1938), i mesi in cui i numerosi membri della famiglia Cazalet si ritrovano nella grande tenuta dei genitori, il Generale e la Duchessa, per trascorrere tutti insieme le vacanze all'insegna di gite al mare, partite di tennis e di squash e molli serate con il bicchiere in mano. La terribile ombra del secondo conflitto mondiale si insinua in queste lunghe, pigre giornate guastandone sempre di più il sapore dolce e spensierato, ma nonostante il conflitto, il dolore e la disperazione si possano avvertire quasi in maniera palpabile col proseguire delle vicende, tutto si ferma un attimo prima, ad un passo dalla tragedia. Nonostante la mancanza di un'acme emotiva e d'azione, il romanzo è comunque talmente ricco di piccoli avvenimenti essenziali che chiuderlo, secondo me, diventa un'impresa davvero impossibile: la Howard è talmente brava a immergere del tutto il lettore nelle sue atmosfere che sembra quasi di vivere accanto ai Cazalet e ai loro domestici, e anche la vicenda più piccola diventa d'importanza vitale.
Ho letto che molti lettori all'inizio si sono trovati un po' spaesati dalla numerosità dei personaggi, ma io devo ammettere che non mi sono mai sentita persa durante la lettura: credevo che avrei dovuto fare più volte ricorso all'albero genealogico e all'elenco dei personaggi posti all'inizio del romanzo, ma alla fine credo di averlo guardato soltanto una volta (per fare qualche calcolo sui rapporti d'età fra i cugini più piccoli). La Howard secondo me ha avuto la geniale capacità di introdurre i vari personaggi poco alla volta, intrecciando le loro vicende abbastanza da tenere vivo l'interesse del lettore, ma senza mai andare a confonderlo. I cambi di prospettiva e di voce narrante sono numerosi e repentini, quasi cinematografici, ma proprio questo ha fatto sì che rischiassi più volte di arrivare al lavoro in ritardo, o di ritrovarmi a notte fonda a giurarmi di leggere solo un'ultimo capitolo.
Inoltre, pur essendo i personaggi moltissimi, non si ha mai l'impressione di avere a che fare con delle macchiette di carta e inchiostro: tutti, anche i domestici secondari o i personaggi che hanno voce solo per poche pagine, sono caratterizzati in maniera estremamente vivida e realistica. Mi sembrava di non aver quasi bisogno di leggere i nomi dei personaggi, perché i loro pensieri erano talmente coerenti che li avrei potuti riconoscere anche senza alcun indizio sulla loro personalità.
La Howard è un mostro di lucidità e sincerità: ogni personaggio è presentato immerso nei suoi difetti e nella sua disarmante umanità, senza condanne o santificazioni. Lo sguardo trasversale e in un certo senso onnisciente che il lettore riesce ad avere, inoltre, riesce a mettere particolarmente in evidenza tutte le piccolezze, le meschinità e le ingenuità che caratterizzano qualsiasi rapporto familiare: ci sono moltissimi non detti, fra questi personaggi, eppure la Howard riesce a far urlare questi silenzi con più forza di quanto milioni di parole potrebbero fare. Le reticenze femminili, quelle date dalla storia, dal silenzio imposto su certe tematiche, quello che tutti sanno ma nessuno osa dire, sono straordinarie: il rapporto con il sesso, con il matrimonio e la maternità che qui sembra non essere quasi mai una scelta in cui la donna possa avere voce in capitolo sono esposte dalla Howard con una penna dalla sincerità disarmante.
Mi rendo conto che questa recensione sembra un po' confusa e priva di grandissimo contenuto, ma nonostante la mole del libro è evidente che si tratti solamente di una sorta di prologo, un'introduzione alla vita quotidiana di questi personaggi, ed io mi trovo semplicemente a fare i conti con la mia immensa gioia per aver scoperto un'opera tanto interessante e un'autrice così acuta.
Ora come ora, riesco solo a sperare che il prestito interbibliotecario faccia in fretta il suo dovere, perché non vedo l'ora di rigettarmi nelle pieghe della famiglia Cazalet.
 

qweedy

Well-known member
La saga racconta le vicende di una famiglia della borghesia medio-alta britannica, i Cazalet. Questo primo capitolo della serie copre i due anni che precedono la seconda guerra mondiale: una minaccia che nel corso del romanzo acquista sempre più spessore. Si tratta di una serie di istantanee scattate quasi tutte durante i soggiorni estivi dei vari membri nella dimora di campagna della famiglia, nel Sussex. Di capitolo in capitolo l’autrice assume il punto di vista dei vari personaggi.

Mi è piaciuto, la scrittura è scorrevole, seppur calma e lenta. Vengono delineati molti personaggi adulti, e tanti bambini.
Penso che leggerò anche il prossimo libro!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Per un buon centinaio di pagine, pur prendendo atto della piacevolezza e scorrevolezza della lettura, dell'ottimo stile e dell'efficace caratterizzazione dei personaggi, io, che pure non considero l'azione un elemento indispensabile affinché il libro mi piaccia, ho pensato "ma possibile che non succeda proprio niente?" Poi mi sono accorta che è così solo in apparenza. Nonni, zii, prozii, cugini, nipoti, domestici, insegnanti e chi più ne ha più ne metta sono, sì, rinchiusi in una casa in campagna dove le giornate passano nell'ozio più assoluto, ma vi è una continua evoluzione nell'interiorità dei personaggi, nei rapporti tra loro e nelle dinamiche familiari: un'evoluzione, un cambiamento che avviene in maniera spesso sotterranea (forse i "non detti" di cui parla Jessamine), quasi impercettibile ma determinante; il tutto esasperato da quella che l'autrice chiama la Situazione (la guerra incombente) e le varie reazioni ad essa degli abitanti della casa. Di tutto ciò ho preso atto quando ero già avviluppata nella lettura e quando, oltretutto, avevo già sviluppato simpatie e antipatie verso i personaggi, simpatie e antipatie che in parte sono cambiate nel tempo, considerato anche che l'autrice non divide i personaggi in buoni e cattivi e non dà nessun giudizio, a parte la sottile disapprovazione che emerge riguardo alla condizione delle donne negli anni '30, le quali non dovevano sapere niente della guerra né partecipare alla politica o agli affari. Si intravede già la determinazione delle ragazze, pur molto giovani, rispetto alle loro madri e tanto più alle nonne.
Il libro presenta certamente elementi autobiografici, pare che la Howard abbia avuto notevoli disagi in famiglia simili ad alcuni tra quelli descritti nel libro e che sia stata una donna emancipata e inquieta (probabilmente il suo alter ego è Louise).
Tenendo conto che io vado a nozze con le saghe familiari e con i romanzi corali, è stata una bella scoperta. Leggerò di sicuro gli altri.
 

velvet

Well-known member
Amo le saghe familiari, le ambientazioni inglesi e avendo sentito il clamore e il seguito che ha avuto questa serie di libri, dopo qualche anno di tentennamento, ho deciso di leggerlo anche io. Sono però rimasta piuttosto delusa e leggendo i commenti precedenti al mio vedo che abbiamo avuto tutti la stessa impressione: un lunghissimo prologo di 600 pagine.
E' vero che l'ambientazione è interessante, la lettura scorre via veloce e conosciamo tutti i personaggi della famiglia, però che noia! Inizia a diventare un po' più interessante nell'ultimo centinaio di pagine forse o giù di lì, in cui si inizia ad indagare un po' di più sui componenti della famiglia e i retroscena..
Probabilmente l'idea è nata proprio come quella di una saga a più capitoli, non un volume a cui poi ne sono seguiti altri come spesso accade, quindi è proprio una sorta di introduzione in cui si cominciano a conoscere i personaggi.
Riassumendo sono arrivata al termine anche piuttosto velocemente (complici le ore di lettura in spiaggia) ma non ho molta voglia di proseguire. Il classico libro da leggere sotto l'ombrellone, ma onestamente anche sotto l'ombrellone si può leggere di meglio.
 
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