Avallone, Silvia - Da dove la vita è perfetta

estersable88

dreamer member
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C’è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d’uscita. C’è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava
nulla dalla vita, e invece la vita le regala una decisione irreparabile. C’è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra
nato per perdere. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel “quasi” è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c’è Zeno,
che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni. Questa è la loro storia, d’amore e di abbandono, di genitori visti dai figli,
che poi è l’unico modo di guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell’essere madri, padri
e figli. Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.Silvia Avallone ha parole come sentieri
allungati oltre un orizzonte che davamo per scontato. Fa deflagrare la potenza di fuoco dell’età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue
chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano,
per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.


Una periferia squallida dalla quale si ha sempre voglia di scappare, ma dalla quale non si andrà mai via; una città dai mille volti dove c’è posto per tutti, ma dove qualcuno fa fatica a trovare il suo posto; tante storie di vita che si intrecciano, si sfiorano e si modellano seguendo scelte e strade tortuose. Questo troviamo in quest’ultimo libro di Silvia Avallone che, fra i tre da lei scritti, è quello che ho apprezzato di più.
I personaggi di questa storia corale sono tanti e tutti insieme formano un quadro variegato e multiforme che rappresenta bene l’amalgama della quotidianità: la professoressa in gamba che tiene in piedi a fatica la sua vita privata, la ragazzina non ancora diciottenne sola e con una famiglia complicata alle spalle, un bambino in arrivo, un altro che proprio non vuole saperne di arrivare, un diciottenne geniale che deve badare a se stesso ed alla madre malata… e poi povertà, delinquenza, voglia di riscatto. Gli elementi per una buona storia ci sono tutti e Silvia Avallone ce ne regala una realistica, ben scritta e ben articolata, che ci mostra, con sguardo obiettivo e talvolta impietoso, la dura realtà delle nostre strade, delle nostre case, delle nostre famiglie. Lettura coinvolgente, gradevole, consigliata.
 

malafi

Well-known member
mah ...
Non mi convince la Avallone, come non convince gran parte della letteratura italiana contemporanea.

Pare che siamo capaci solo di scrivere di disagi sociali, di periferie emarginate, di personalità disturbate, di intrecci al limite del credibile.
Io temo sia solo un grande alibi dietro il quale nascondersi, come se impostare un bel romanzo attorno a personaggi 'normali' fosse un cimento superiore alle capacità dei moderni scrittori.

E' più facile costruire una storia con flashback a volte incomprensibili, con personaggi improbabili o comunque talmente ai margini della quotidianità da risultare poco convincenti.

Sono un principino sul pisello ben pensante che non si accorge del disagio sociale e degli sbandati e non ne vuole nemmeno sentire parlare? Faccio parte della Bolobene e non della Bolofeccia (definizione del romanzo)? Può essere ...

Ma io, che a Bologna ci abito da 55 anni, non la riconosco tanto in questo romanzo, sono sincero. Non per alcune forzature che possiamo anche derubricare a licenza poetica, ma proprio perchè le brutte periferie e le storie estreme le abbiamo anche noi, inutile negarlo, ma il tutto è troppo estremizzato.

Punto a favore della Avallone:
- in Acciaio ha usato una prosa troppo ricercata ed affettata, per nulla adatta agli ambienti ed alle storie descritte; qui invece usa una prosa asciutta e diretta, coerente con la storia
Punti a sfavore:
- flashback, troppi
- personaggi dei quali si fatica molto a comprendere i collegamenti
- trama con alcuni buchi

Voto 2/5, mia opinione ovviamente
 

IreneElle

Member
E' il primo libro che leggo della Avallone e a me è piaciuto molto. Lo stile è molto contemporaneo così come i temi, quello della genitorialità visto da diverse propsettive e mondi in primis. Io lo consiglio.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Questo romanzo (il primo della Avallone per me perché pur avendo in mente di leggere Acciaio poi non l'ho mai fatto) mi ha inizialmente annoiata e infastidita, sentivo che quasi tutto era già stato detto in altri libri, visto in film o serie tv, però poi proseguendo il suo stile non mi è dispiaciuto e mi sono anche affezionata ad alcuni personaggi, soprattutto a Zeno, nonostante l'argomento maternità non mi sia congeniale.
 
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