Righetto, Matteo - Apri gli occhi

malafi

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Luigi e Francesca sono partiti in un qualsiasi pomeriggio di giugno, hanno lasciato la città diretti verso le montagne, per rispondere a una vecchia domanda che ancora li tormenta. Molti anni prima Luigi e Francesca sono stati amici, fidanzati, coniugi, ma poi la loro vita insieme è finita, spezzata senza rimedio da un evento che li ha segnati per sempre. Oggi sono finalmente partiti perché soltanto lassù, forse, c'è la risposta a quella domanda che stringe loro la gola come un dolore primitivo. Durante il viaggio ricorderanno tutto, proveranno di nuovo a sorridersi e si prepareranno a un'escursione drammatica e bellissima, dolorosa ma necessaria, sulle rocce e dentro se stessi.
Con una successione di quadri essenziali, vividi e intensi, Matteo Righetto ci racconta una storia interiore di sofferenza e redenzione, amplificandola sullo sfondo imponente della montagna e unendo con particolare sensibilità il tempo veloce e frammentato dei cuori umani a quello eterno e luminoso delle vette.


Qualcuno deve leggere questo romanzo, perchè voglio sapere se sono io pregiudizievolmente ben disposto verso un autore ed un romanzo che parlano di montagna o se è un piccolo capolavoro ... no dai, una gran bel romanzo.

Intenso, dolcissimo pur altamente drammatico, profondo. Non può lasciare indifferenti.
Una tecnica narrativa molto particolare (nell'alternarsi di passato, previsioni e presente) con uso di tempi e forme verbali e soggetti che variano: cosa che non amo (io sono per gli stili narrativi puliti ed essenziali), ma che reputo ben rispecchiare lo stato d'animo del narratore.

Molto breve, si legge in un paio d'ore. E' un difetto? Forse sì, ma poi di che altro c'era bisogno?

Più che consigliarvelo, sono davvero curioso che qualcuno lo legga, per capire se sono rimasto a torto abbagliato.
 
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