Ondine
Logopedista nei sogni
E' la storia di un triangolo amoroso, ma non solo.
E' la storia di un triangolo amoroso dove però a fare da sfondo è il rapporto tra artista e critico d'arte: l'artista (Riccardo Scamarcio) crede di poter vivere della sola passione per l'arte senza l'aiuto di nessuno, senza nessun mecenate che lo introduca in questo mondo, senza la parte organizzativa fatta di eventi, mostre, mentre il critico d'arte (Sergio Rubini) si propone di far conoscere a livello mediatico il giovane scultore, mettendo da parte la rivalità in amore poiché la fidanza del critico (Vittoria Puccini) si innamora, ricambiata, dell'artista ma forse non tutto è come sembra.
Questo film mi è piaciuto perché trovo l'ambientazione bellissima (viene girato in alcuni luoghi dell'Abruzzo), c'è una scena stupenda girata in una piazza, nel centro storico di Teramo, le scene finali invece sono girate nel teatro romano di Ostia Antica, la scena finale infatti ci riporta alla tragedia greca, il tutto con in sottofondo una colonna sonora che non lascia indifferenti secondo me, in perfetta armonia con la rappresentazione.
La coppia Scamarcio-Puccini mi è piaciuta molto, oltre che belli insieme li ho trovati in sintonia con i personaggi di Adrian e Gloria.
Rubini emerge su tutti, io lo adoro, poi qui interpreta un ruolo insolito, Pietro, che mi ha destabilizzato, non riuscivo ad inquadrarlo per tutto il film.
Il mondo dell'arte può essere bellissimo ma allo stesso tempo farti sprofondare in un abisso, come tutte le cose quando entrano in gioco le passioni incontrollabili.
E' la storia di un triangolo amoroso dove però a fare da sfondo è il rapporto tra artista e critico d'arte: l'artista (Riccardo Scamarcio) crede di poter vivere della sola passione per l'arte senza l'aiuto di nessuno, senza nessun mecenate che lo introduca in questo mondo, senza la parte organizzativa fatta di eventi, mostre, mentre il critico d'arte (Sergio Rubini) si propone di far conoscere a livello mediatico il giovane scultore, mettendo da parte la rivalità in amore poiché la fidanza del critico (Vittoria Puccini) si innamora, ricambiata, dell'artista ma forse non tutto è come sembra.
Questo film mi è piaciuto perché trovo l'ambientazione bellissima (viene girato in alcuni luoghi dell'Abruzzo), c'è una scena stupenda girata in una piazza, nel centro storico di Teramo, le scene finali invece sono girate nel teatro romano di Ostia Antica, la scena finale infatti ci riporta alla tragedia greca, il tutto con in sottofondo una colonna sonora che non lascia indifferenti secondo me, in perfetta armonia con la rappresentazione.
La coppia Scamarcio-Puccini mi è piaciuta molto, oltre che belli insieme li ho trovati in sintonia con i personaggi di Adrian e Gloria.
Rubini emerge su tutti, io lo adoro, poi qui interpreta un ruolo insolito, Pietro, che mi ha destabilizzato, non riuscivo ad inquadrarlo per tutto il film.
Il mondo dell'arte può essere bellissimo ma allo stesso tempo farti sprofondare in un abisso, come tutte le cose quando entrano in gioco le passioni incontrollabili.