Stephens, James - Fiabe irlandesi

bouvard

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Se parlando di fiabe pensate subito a quelle di H. C. Andersen o dei fratelli Grimm allora quelle raccontate in questo libro potrebbero deludervi. Perché sono molto più simili ai racconti della mitologia greca – solo che al posto dell’Olimpo dovete immaginare il Mondo Fatato - che non a quello che ormai è il nostro concetto di fiaba.
Va detto innanzitutto che queste fiabe non sono frutto della fantasia di Stephens, ma una sua rielaborazione di storie antichissime messe per iscritto nel Medio-Evo affinché non andassero perdute e di cui oggi ci restano poche tracce in manoscritti incompleti, o talvolta solo dei semplici “canovacci”, cioè dei racconti a grandi linee. Nella edizione che ho letto io (BUR) all’inizio di ogni racconto è indicato a quali testi Stephens si è rifatto, quando sono stati scritti e dove sono conservati.
Leggere queste fiabe significa perdersi nella mitologia irlandese. Significa far rivivere il tempo della leggendaria Tara e quello delle Fianne (compagnie seminomadi di avventurieri dediti alla caccia e alla battaglia), il tempo dei bardi, i poeti che erano anche Maghi e possedevano Sapienza. Ma soprattutto vuol dire varcare la porta dello Shi il mondo fatato.
Chi ama i fantasy moderni amerà sicuramente queste fiabe perché non mancano incantesimi, battaglie cruente, donne incantevoli, streghe molto meno incantevoli, e luoghi sorprendenti come la Terra dei Molti Colori e lo Shi…
I primi due racconti sono quelli che ho trovato meno belli, non me ne vogliano gli irlandesi visto che il secondo è sulla nascita e fanciullezza del loro eroe Fionn (che per inciso compare se non in tutti in quasi tutti gli altri racconti). Ma decisamente io ho preferito personaggi come lo Zotico dalla Palandrana Stinta o la Vecchiaccia del Mulino…
Bellissimo, da leggere.
 
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