Pellegrino, Carmen - Se mi tornassi questa sera accanto

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Giosuè Pindari è un uomo antico, legato alla terra, alla famiglia e a un ideale politico, ma la moglie, dopo anni in cui il male di vivere non le ha concesso
che brevi tregue, è ormai preda di un irreversibile declino; il socialismo, in cui ha creduto con una tenacia e una dedizione tipicamente "appenniniche",
è stato trascinato nel fango dalla corruzione; l'amatissima figlia Lulù se ne è andata e non dà più notizie di sé. Contro la degenerazione di corpo e mente
si può fare poco, contro la fine di un'utopia si può fare ancor meno, mentre a una figlia che è viva e lontana - provata dalle inevitabili incomprensioni
generazionali ma legata da una sensibilità ancestrale e profonda, una vera e propria educazione dell'anima - si può comunque scrivere. Si può tentare di
compiere un passo lungo la via di una riconciliazione, che è prima di tutto una riconciliazione con se stessi. Così Giosuè Pindari scrive a Lulù, le scrive
lettere che infila in bottiglie e poi le affida alla corrente del fiume. Il fiume è acqua che appartiene alla terra, il fiumeterra contiene entrambi gli
elementi; è acqua che tutto conserva: passato, presente e quindi futuro. Arriveranno mai? Non è importante saperlo. In fondo, il fiumeterra con le sue
piene improvvise sa come arrivare a destinazione... Sulle sponde di un altro fiume c'è Lulù, che ha conosciuto Andreone, l'uomo 'leggero' che aspetta,
anche lui esattamente come Giosuè, insieme alla piena il ritorno di una donna che è andata via. È proprio l'incontro con quest'uomo bislacco - l'altro,
così necessario al riconoscimento di sé - a rivelarsi benefico. Da quelle sponde del fiume lontano è come se Lulù rispondesse alle lettere paterne seguendo
la corrente, e su un registro magico, dentro un'aura d'incantamento.


“Se mi tornassi questa sera accanto” è un libro che indaga radici profonde, quelle dell’uomo con la terra, con l’acqua, con un credo idealizzato, con gli affetti familiari. Sono queste le poche cose in cui Giosuè Pindari crede ciecamente: la terra – la sua terra che non tradisce mai –, l’acqua del suo fiume Terra, il socialismo e l’amore della figlia Lulù. E quando il suo progetto legato alla terra naufraga, il socialismo non è più l’ideologia in cui credeva, la figlia decide di andarsene per non tornare mai più, Giosuè si ritrova senza punti fermi, obbligato a riflettere sulla sua vita e sui suoi tanti errori. Gli rimangono solo la moglie Nora, che ormai ha bisogno d’aiuto anche per i gesti più semplici e che è tornata ad essere una bambina, e il fiume Terra… è al fiume che Giosuè affida le lettere indirizzate a Lulù, quella figlia che ha amato ed ama ancora, quella figlia cui ha tappato le ali, alla quale ha tolto la possibilità di scegliere per sé, per la quale ha sempre deciso tutto, in nome di un bene superiore, di un amore patriarcale e possessivo, di un insano egoismo. E forse Lulù queste lettere piene di rimorsi e nostalgia non le riceverà mai, ma intanto a suo padre serve scriverle e pensare a ciò che ha sbagliato e che le ha portato via la figlia. E lei, Lulù, che un giorno ha preso il coraggio a due mani e se n’è andata perché non ce la faceva più, ora vive in una casa galleggiante, sulla riva di un altro fiume. Qui ha incontrato Andreone, un’altra anima persa che a fatica cerca di galleggiare nella vita… saranno le lunghe chiacchierate con lui a spingere Lulù a ritrovare se stessa guardando ancora in quel passato che non se ne va con un cambio di residenza.
“Se mi tornassi questa sera accanto” è un romanzo delicato e introspettivo, scritto con un linguaggio evocativo, ma ricercato. Non è un libro da divorare, ma va letto con la giusta calma e le meritate pause… perché è un libro che vuole far riflettere ed invita il lettore a guardarsi dentro, perché tutti abbiamo dentro qualcosa che vorremmo dimenticare, ma che è lì in un angolo, in attesa di riappacificarsi con noi.
 
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