Sgorlon, Carlo - La carrozza di rame

elisa

Motherator
Membro dello Staff
La casa de De Odorico è un casale ma anche una fortezza, un luogo mitico che ci appare fin dalle prime pagine, sotto le luci sferzanti di un'aurora boreale, oltre le sagome sinistre dei Sette Massi. E' la notte in cui Alain si perde con la carrozza di rame, subito dopo le nozze con la dolcissima Valentina. Nessuno saprà mai dov'è scomparso. Ma dal suo breve incontro con la sposa nascerà il grande protagonista del romanzo: Emilio. E intorno a lui, da quella cupa notte di pieno Ottocento, colma di presagi, flotterà nelle pagine sempre dense e avvincenti, uno stuolo di fatti e personaggi memorabili. Dentro quel casale, tra alluvioni e annate d'oro, tragiche siccità e trombe d'aria, scorre l'esistenza di nonno Raffaele che nel '66 disertò le file austriache e inutilmente attese poi il riconoscimento del Re d'Italia; la bella Valentina; il cugino Ettore affascinato dal mito socialista; e quindi Brigida, Cesira, Ubaldo e altri ancora: con intorno i personaggi di tutta la comunità paesana, l'affascinate Ines che ruberà il cuore ad Emilio, l'inafferrabile Cacciatore, Teodoro, il profeta visionario, giù fino a Miriam, la pronipote che farà da madre a Emilio ormai patriarca, reduce in prima persona dagli eventi di quasi un secolo. Sei generazioni di un'unica famiglia più forte di qualsiasi avversità, più forte del cataclisma che abbatterà il casale, dopo secoli, trascinando nella furibonda distruzione l'intero Friuli. (http://www.alephnet.it/smf/index.php?topic=311.0)

Una lettura tra le più piacevoli degli ultimi tempi, dalla prima all'ultima pagina, una storia scritta con grande maestria dallo scrittore friulano, con una prosa lineare ma ricca e suggestiva. Sempre bilanciata tra mito e realtà, mi sentirei di dire che la magia intessuta con la vita quotidiana. che fuoriesce da ogni pagina. ne fa quasi un romanzo del realismo magico dove un'epopea familiare e di un'intera regione rappresentano l'epopea del mondo. Autore assolutamente da recuperare e dal leggere che dà dieci a zero a tanti altri del panorama contemporaneo italiano e non solo.
 

Grantenca

Well-known member
Si tratta della storia di una famiglia di proprietari terrieri nel Friuli, da fine ottocento fino al terremoto del 1976. In definitiva è una saga familiare, che viene descritta alla luce dei moltissimi avvenimenti di quel lungo periodo (regicidi, due guerre mondiali, ventennio fascista, nascita della democrazia ecc.ecc.) tra fatti realmente accaduti, leggende, credenze popolari e, ovviamente, considerazioni dell’autore. Devo dire che, probabilmente perché la mia sensibilità va progressivamente scemando non è scattata in me la magia della lettura che in altri tempi libri di autori italiani hanno provocato (il fu Mattia Pascal, il Gattopardo, Il deserto dei tartari, l’airone) tanto da indurmi ad affermare: opera perfetta, non una parola in più, non una parola in meno. Qui ho forse apprezzato maggiormente la descrizione dell’ambiente alla caratterizzazione dei personaggi. Lo stesso personaggio principale (Emilio) tra mogli che lo lasciano, amori di una vita che durano lo spazio di un viaggio in treno figlie che non conosceva, pronipoti che gli fanno da mamma, non mi ha particolarmente colpito, se non nella parte conclusiva del libro. Questo non vuol dire che il libro non sia di valore. L’autore è di enorme cultura e scrive molto bene e, se nella sua carriera ha vinto numerosissimi premi letterari, senza dubbio una ragione c’è. La mia è solo la sensazione di un lettore che non ha nulla a che fare con il valore effettivo del libro.
 

stellonzola

foolish member
Molto bello questo libro. Narrando la storia di una famiglia si sfogliano le pagine della storia italiana ed europea del periodo, spesso solo accennate, viste di sfuggita. I personaggi cambiano, le mentalità si evolvono... ma tutto gira sempre attorno a questa casa e ad un capofamiglia che suo malgrado è testimone della Storia che avanza attorno a lui. Lui rimane abbarbicato in questa casa isolata, non vive se non attraverso gli altri, che partono, ritornano, raccontano e portano la Vita e la Storia da lui; mentre lui rimane fermo, come a raccogliere le fila di un discorso a cui non appartiene, che forse non capisce, come se fosse il centro di un universo che gira intorno a lui ma senza di lui.
E' un libro scritto con dolcezza che dopo anni dalla lettura ti lascia un ricordo di malinconia. Del resto credo sia una caratteristica di Sgorlon quella di lasciarti la sensazione di aver vissuto una fiaba magica: ritorna anche negli altri suoi libri.
Consiglio fortemente di provare anche altri suoi scritti perché è un autore meraviglioso forse troppo poco conosciuto.
 
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