Gary, Romain - Cane bianco

qweedy

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"E' il 17 febbraio 1968 e in uno di quegli appartamenti di lusso di Beverly Hills, si aggira Romain Gary. La moglie, l'attrice Jean Seberg, è alle prese con un film hollywoodiano, e Gary trascorre buona parte del suo tempo a scrivere e a prendersi cura del piccolo zoo domestico trasportato da Parigi. Intorno a mezzogiorno, un abbaiare risuona da dietro la porta. Gary va ad aprire e scorge sulla soglia Sandy, la coda tra le gambe, il muso a fil di terra, e, accanto a lui, un imponente pastore tedesco dal pelo grigio screziato di bianco e una bella testa. La coda, le orecchie dritte, lo sguardo acceso, tutto di quel grigione seduce Gary.
Il colosso viene battezzato Batka, piccolo padre in russo, e subito accolto nello zoo domestico e coccolato per la sua dolcezza, così in contrasto col suo torace da lottatore e le sue grandi fauci scure.
Un pomeriggio di qualche settimana dopo, però, Batka riserva la prima sorpresa: latrati irregolari, rapidi e rabbiosi, bava alla bocca, uno spaventoso sguardo carico d'odio soltanto perché un operaio di colore, addetto alla pulizia dei filtri della piscina, è apparso al suo cospetto.
Il disagio di Gary si trasforma in autentico sgomento quando, qualche giorno dopo, Batka non sgozza per un pelo, saltandogli alla gola, il fattorino di un supermercato... Un fattorino nero.
Batka è, infatti, un white dog, un cane bianco, una di quelle bestie addestrate nell'America razzista della fine degli anni Sessanta a dare la caccia ai neri..."


Cane bianco è il romanzo di uno scrittore russo-francese, profondamente intriso di spirito europeo, sulla «democrazia americana». Con gli occhi di chi crede con fermezza che scopo della democrazia «sia far accedere ogni uomo alla nobiltà», Gary mette alla berlina sia il razzismo della destra americana sia le prime sciocche manifestazioni del politically correct dei liberal. Parla in queste pagine la voce unica di un grande scrittore capace di fustigare le «anime belle» senza aver mai smesso di trascinare «intatte per il mondo» le sue illusioni.

Libro eccellente, descrive gli Usa anni 60 dal punto di vista di un europeo, con incursioni anche nel maggio francese. Molto originale e interessantissimo!

Romain Gary, nato in Lituania, arrivò a Nizza a 13 anni. Decorato con la legion d'onore dopo la II guerra mondiale, intraprende la carriera di diplomatico al servizio della Francia. A questo titolo, soggiorna a lungo a Los Angeles (California), negli anni cinquanta, in qualità di Console generale di Francia.
Fu il marito della scrittrice Lesley Blanch e dell'attrice americana Jean Seberg, dalla quale divorziò. Poco più di un anno dopo il suicidio di questa (settembre 1979, per ingestione di barbiturici), profondamente travagliato dalla decrepitezza legata al proprio invecchiamento, si diede la morte sparandosi in bocca. Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
 Prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove».



"Quando vado a sbattere contro qualcosa che non riesco a cambiare, che non riesco a risolvere, che non riesco a raddrizzare, lo elimino. Lo evacuo in un libro"

"La provocazione è la forma di legittima difesa che preferisco."

"sento che bisogna continuare a fidarsi degli uomini, perché preferisco esser deluso, tradito e preso in giro, ma continuare a credere in loro e fidarmi di loro. Preferisco permettere ad altre bestie astiose di abbeverarsi a mie spese, nel corso dei secoli, a questa sacra sorgente,piuttosto che vederla inaridita. E’ meno grave perdere che perdersi."

 
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