Brooks, Geraldine - Annus mirabilis

bouvard

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Il paesino di Eyam nel 1666 venne colpito dalla peste e la popolazione decise di isolarsi dal mondo per impedire che il contagio si diffondesse.
Questo è il fatto storico realmente accaduto da cui Geraldine Brooks prende spunto per raccontarci la storia romanzata degli abitanti di questa cittadina. Anne Frith e gli altri personaggi del libro non sono realmente esistiti, ma le condizioni di povertà, violenza e credulità che il diffondersi della peste portava con sé sì.
Non penso che questo libro sia un Capolavoro, ma è comunque una lettura piacevole e molto scorrevole. Il finale però non mi è piaciuto, decisamente le ultime 20/30 pagine mi hanno deluso. La Brooks ha tentato un colpo di scena che però ha dato luogo a qualcosa di banale e scontato. Insomma lettura promossa come “lettura-cuscinetto” tra un mattone e l’altro, ma finale bocciato.
 

qweedy

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"È una mattina del 1666 a Eyam, un piccolo villaggio di montagna del Derbyshire, in Inghilterra, e nel cottage in cui vive, Anna Frith ha appena finito di allattare il piccolo Tom e di scrutare amorevolmente Jamie, che gioca da solo accanto al focolare. Anna si avvia verso la scala della soffitta, per raggiungere la stanza dove dorme Mr. Viccars. Dal giorno in cui Sam Frith se n'è andato, sepolto da una valanga nel giacimento di piombo in cui lavorava, è trascorso un inverno. In primavera, George Viccars è venuto a bussare alla porta del cottage in cerca d'un alloggio e Anna, vedova a diciotto anni con due bambini, ha pensato che l'avesse mandato Dio. Viccars è un sarto girovago, conosce Londra e York, l'intensa vita portuale di Plymouth e il traffico di pellegrini di Canterbury. Ed è gentile: ieri le ha fatto dono di un vestito di lana fine verde dorato. Perché però ora l'accoglie con strani gemiti? Anna entra nella stanzetta e per poco la brocca non le cade di mano. Il volto giovane e bello della sera precedente è scomparso. George Viccars giace con la testa spinta di lato da un rigonfiamento di carne lucida e pulsante. Così, nelle pagine di questo romanzo, la peste giunge a Eyam. Inaspettata e innocente eroina, Anna deve affrontare la morte nella sua famiglia, la disintegrazione della sua comunità e il pericolo di un amore illecito. L'Annus Horribilis della peste, però, è destinato a trasformarsi in un Annus Mirabilis, un anno di meraviglie..."

Letto d'un fiato, mi è piaciuto tantissimo! Molto coinvolgente dall'inizio alla fine, straordinarie le protagonisti femminili, Anna ed Elinor. Si inspira alla vera storia del villaggio di Eyam nel Derbyshire, noto come "Il villaggio della peste". Molti personaggi portano addirittura il nome di alcuni dei veri antichi abitanti e molti fatti sono tratti da notizie ampiamente documentate e conservate negli archivi storici del luogo. Questa piccola cittadina a cavallo tra il 1665 e il 1666 fu colpita da una tremenda epidemia di peste. Gli abitanti decisero in modo completamente autonomo di mettersi in quarantena evitando l’uscita dal paese di merci e soprattutto di persone, per non diffondere la peste nel resto dell'Inghilterra.
L’ambientazione rurale seicentesca mi ha affascinato, mi sono immersa completamente nelle atmosfere inglesi di questo libro, negli animali e nelle erbe, nei profumi della campagna. La narrazione rende vividi gli odori: quello delle mele marce, associato alla peste, quello profumato delle spezie ed erbe raccolte per curare i malati; la puzza fetida dei corpi martoriati dalla malattia a quello dolcissimo e tenero della pelle di un bambino.
Il finale poi è sorprendente e inaspettato: il ritmo cambia completamente, diventa veloce e affrettato, e quando si pensava di aver già letto tutto, il libro riserva una fine con i fiocchi, assolutamente imprevista e inimmaginabile.

Voto 5
 
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